Rimessi in libertà i due cognati accusati dei delitti del maniaco

Rimessi in libertà i due cognati accusati dei delitti del maniaco Firenze, Mucciarini e Mele hanno scontato otto mesi di carcere Rimessi in libertà i due cognati accusati dei delitti del maniaco DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FIRENZE — Dopo oltre otto mesi di carcere (furono arrestati il 25 gennaio scorso) Giovanni Mele e Piero Mucciarini, accusati dal giudice istruttore Mario Rotella di aver commesso 11 primo dei sette duplici delitti attribuiti al maniaco di Firenze che uccide coppie di fidanzati, sono tornati alle loro famiglie. L'ordinanza di scarcerazione è stata emessa ieri dal Tribunale della libertà che ha cosi accolto le tesi degli avvocati difensori e anche quelle della procura della Repubblica che recentemente si era pronunciata favorevolmente sulla scarcerazione del due cognati. Giovanni Mele è uscito dal carcere di Volterra poco dopo l'una. Volto disteso, un po' emozionato, ha scambiato alcune battute con i giornalisti al quali ha dichiarato tutta la sua soddisfazione per le decisioni del Tribunale della libertà, quindi è partito per Firenze dove lo stava aspettando fin dalla mattina la sorella Maria: 'Grazie, grazie, ho pregato tanto in questi mesi», diceva la donna a tutti coloro che l'avvicinavano. Piero Mucciarini ha Invece lasciato il carcere di Slena verso le due ma è rimasto in quella città ospite di parenti. Anche lui è apparso emozionato. L'ordinanza del Tribunale della libertà mette in risalto soprattutto gli aspetti di contraddizione degli indizi raccolti dal giudice istruttore per accusare i due dell'omicidio di Barbara Loccl e Antonio Lo Bianco avvenuto il 21 agosto del 1968. «72 duplice omicidio di Vicchio (29 luglio 1984, n.d.r.) — si afferma nell' ordinanza — ha però imposto un riesame di tali elementi indiziari nonché della rilevanza che può essere loro attribuita dopo quel fatto e dopo i risultati di otto mesi di serrata attività istruttoria. La disamina che se ne è fatta porta a considerare tali indizi insufficienti a giustificare V ulteriore protrarsi dello stato di detenzione degli imputati. Permanendo motivi di sospetto e stante Ja necessità di ulteriori approfondimenti istruttori viene imposto agli imputati l'obbligo di presentarsi due volte alla settimana (nei giorni di martedì e venerdì) presso la stazione dei carabinieri di ScandlccU. Alla base di questa decisione del Tribunale della libertà c'è la considerazione che le dichiarazioni accusatorie di Stefano Mele (marito di Barbara Loccl) nei confronti del fratello Giovanni e del cognato Piero sono inattendibili. Cosi come «la rilettura degli atti del processo del '68 — si sostiene nell'ordinanza — induce il tribunale a queste considerazioni: le dichiarazioni di Natalino (11 figlio di Barbara Loccl che dormiva sul sedile posteriore dell'auto dove la madre ed 11 suo amante furono uccisi e che a quell'epoca aveva sei anni, n.d.r.) appaiono a tutt'oggi scarsamente consistenti». Il giudice. Mario Rotella, che si è opposto fino In fondo a questa decisione del Tribunale della libertà, è apparso ieri al cronisti tranquillo e sereno. «£' un'ordinanza molto ben scritta — ha commentato — ma in alcune parti è superficiale. Vi si afferma che il delitto di Vicchio, quando Mele e Afucciarinf erano in carcere, per il fatto di essere stato commesso con la stessa arma usata nel '68, affievolisce la consistenza degli indizi a loro carico per quel primo delitto della catena. Ma secondo me non è così. Comunque questa è una tappa, l'inchiesta va avanti». In sostanza il giudice istruttore potrebbe concludere 11 proprio lavoro anche con un rinvio a giudizio dei due imputati con l'accusa di omicidio: in questo caso Mele e Mucciarini dovrebbero tornare In carcere Francesco Matteini

Persone citate: Antonio Lo, Francesco Matteini, Giovanni Mele, Mario Rotella, Mele, Piero Mucciarini

Luoghi citati: Firenze, Mucciarini, Slena, Vicchio, Volterra