«Lo scandalo Lockheed non danneggiò lo Stato »

c<Lo scandalo Lockheed non danneggiò lo Stato » La sentenza della Corte dei Conti c<Lo scandalo Lockheed non danneggiò lo Stato » I c tangenti furono a carico dei fornitori e non gravarono sul costo degli aerei ROMA — Non è stato provato che nel prezzo finale di tre milioni 820 mila dollari concordato tra lo Stato italiano e la Lockheed per la compravendita di ciascuno dei 14 aerei C-130 «Hercules» sia stato incluso l'ammontare di tangenti corruttlve. Le tangenti (il 5 per cento della tòmma concordata) restarono a carico della Lockheed; per l'Italia non ci fu maggiorazione di prezzo (come riconosciuto anche dalla sentenza penale di condanna per corruzione emessa dalla Corte Costituzionale, che escluse esplicitamente l'aggravante del danno patrimoniale di rilevante entità) e non ci fu dunque alcun danno erariale. Questa la fondamentale motivazione della sentenza, pubblicata ieri ma emessa e nota nel dispositivo fin dallo scorso aprile, con la quale le sezioni riunite della Corte del Conti hanno prosciolto Mario Tanassi, Duilio Fanali e Bruno Palmiottl dall'accusa di aver provocato allo Stato Italiano un danno patrimoniale pari all'ammontare delle «bustarelle» che accompagnarono la compravendita degli aerei. Nel novembre 1980, invece, la prima sezione giurisdizionale aveva stabilito che c'era stato un danno erariale di un miliardo e 308 milioni di lire e che esso doveva essere risarcito (meno dieci milioni acide bltati al solo Palmiottl) dall' ex ministro della Difesa e dall'ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica. Che Tanassi, Fanali e Palmiottl si fossero fatti corrompere — afferma ora la sentenza resa in appello dalle sezioni riunite — è stato stabilito dalla Corte Costituzionale, che per questo motivo U ha condannati in sede penale. Ma non essendo stato provato «da elementi certi, precisi e concordanti» che le tangenti abbiano fatto salire il prezzo degli aerei, i tre non potevano che essere prosciolti dall'accusa di danno erariale. Il fatto che dall'inizio delle trattative (nel marzo 1969) alla loro conclusione (nel dicembre 1970) il prezzo chiesto all'Italia fosse salito di 820 mila dollari per ciascun aereo dipese — afferma la sentenza — da fattori di mercato: l'aumento del costo della manodopera delle materie prime e delle spese generali; le varianti tecniche, i nuovi accessori e le modalità di pagamento chieste dall'Italia. Ciò che rileva in un giudizio di responsabilità amministrati vo-contabile a carico di dipendenti pubblici (tali erano Tanassi, Fanali e Palmiottl al tempo dell'acquisto degli aerei) non è stabilire se essi abbiano partecipato, attivamente o passivamente, a un' opera di corruzione.

Persone citate: Bruno Palmiottl, Duilio Fanali, Fanali, Mario Tanassi, Tanassi

Luoghi citati: Italia, Roma