Greco, saga di una famiglia di boss prosperata all'ombra dei potenti di Francesco Santini

Greco, saga di una famiglia di boss prosperata all'ombra dei potenti Greco, saga di una famiglia di boss prosperata all'ombra dei potenti I carabinieri assediano la borgata palermitana di Ciaculli ma non c'è traccia del «patriarca» e del «senatore» - La moglie del capo: «M'hanno,portato via il figlio (arrestato nel Mhz)» - L'ultimo rampollo dei boss fece un film con la Bouchet DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Tornano nella roccaforte del Greco. Nell'alba incerta, assediano Ciaculli, dopo il ponte dell' autostrada, tra gli speroni di roccia e il verde degli agrumeti. Gli uomini in divisa trattengono i cani al guinzaglio. Quelli col mitra avanzano sulla palazzina rosa del •senatore». Gli altri col giubbotto antiproiettile si spingono oltre la chiesa, alla cancellata grigia. «Qui abita 'il patriarca'-, dicono gli uomini del questore Montesano e impugnano le rivoltelle. Ciaculli è in stato d'assedio. Riprende, martellante, la caccia difficile ai padrini. Tendono l'agguato a «don Michele», che è il capo e a suo fratello, Salvatore, che chiamano «il senatore». «Il papi», sessant'anni, ha il volto dell'uomo che ha trascorso la vita in campagna. «Il senatore», suo fratello, di tre anni più giovane ha un aspetto dimesso. Dicono che siano in Centro America. Ma c'è, a Palermo, chi è convinto che i Greco non si siano allontanati dalla roccaforte di Ciaculli. «Soltanto lì, dice un inquirente, possono sentirsi sicuri». E' contro di loro che Buscetta, nella vendetta, ha deciso di parlare. Ammette un magistrato: «Don Masino Buscetta ha rotto il silemio nell' odio. Il suo racconto puntava sui Greco». E Buscetta che ha perso figli e famiglia nella lotta di mafia che ha insanguinato Palermo, s'è mostrato felice soltanto per un momento quando ha saputo che le sue rivelazioni avevano portato in galera Giuseppe Greco, trent'anni, unico figlio del «patriarca». A Palermo, adesso, il nome dei Greco brucia. In via Giafer, al distributore della To¬ tal che è a cento metri da una loro tenuta, il ragazzo della benzina impallidisce: •Siete voi che ve lo dovete cercare», risponde nel terrore a chi domanda dell'antico giardino dei conti Tagliavia. Dicono gli investigatori: «' Il senatore' e 'il papa' forse vanno cercati in Venezuela», ma sempre ritornano a Ciaculli convinti che neppure 1' ergastolo per l'omicidio Chlnnicl abbia spinto i nuovi padroni di Palermo a varcare 1' oceano nella, latitanza. . £' il loro regno, quella borgata di sangue e di morte — aggiungono — e risulta imprendibile». Oggi che Buscetta ha parlato attorno a questa fami¬ glia potentissima s'è fatto il vuoto. Erano stimati, ossequiati. Professionisti, nobili e banchieri palermitani, per anni, se ne sono contesi amicizia e favori. Il Banco di Sicilia mai ha negato loro mutui e garanzie. Le società proliferavano, i nomi importanti della città si univano a quello di una famiglia ormai ai vertici. Il principe Vincenzo Vanni Calvello accoglieva «il patriarca» nella sua residenza; 11 conte Tasca e il barone Inglese correvano a Ciaculli per sparare ai conigli selvatici. Gli appuntamenti si ripetevano al circolo del tiro a volo. Con gli Inglese e i Tasca 11 figlio del fattore, ormai potente, importava motociclette giapponesi. Nasceva la «Grinta» (Greco, Inglese, Tasca) e la società era affidata a Giuseppe Greco, trent'anni, ora in carcere, considerato da Buscetta come un giovane «consigliere» nelle sue rivelazioni, ritenuto in città -il Greco con meno cervello: tutto moto e belle donne, diverso dal padre, dal nonno, .dagli altri Greco cresciuti 'sulla terra, negli agrumeti». .' ' Ciaculli, alla periferia orientale di Palermo era, fin dall'Ottocento, un possedimento del conte Salvatore Tagliavia che in città era un mito. Sindaco di Palermo tra le due guerre, il conte amava 11 mare e i cantieri navali. Ar- matore, uomo del gran mondo Internazionale, una villa in via Libertà, Salvatore Tagliavia mori nei debiti vent* anni fa per una nave troppo costosa che dieci anni prima aveva voluto varare a Palermo. lu Greco sono ancora su quella terra, da centoventi anni, di padre in figlio. Soltanto Giuseppe, spedito adesso In carcere da Buscetta, aveva voluto tentare la fortuna lontano dagli agrumeti. Era finito nel cinema. Dalla società di..motociclette, era passato 'allo :>,schermo. A Roma, per un periodo, s'era fatto vedére nelle serate di via Venetócon'.'Barbara Bouchet. Poi 11 mondo della celluloide non s'era-rivelato troppo adatto per lui c 11 giovane Greco.'èra tornato in Sicilia, in casa del padre, In piazza Croceverde, nella palazzina gialla di fine Ottocento, adesso è rimasta soltanto Rosaria- Castellano, che è una donna, spenta, dagli occhi persi nel vuoto. E' la moglie del «patriarca», la madre di Giuseppe. Rosaria Castellano parla da un doppio portone blindato. Appare dietro una grata: •M'hanno portato via il figlio», dice e si chiude in un dolore che atterrisce. Suo marito è accusato di essere tra i mandanti dell'omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della strage'del consigliere Òhlnnicl e della sua'scor.ta * tìi-quàsl ti*nt!rtmilclàt!• " All'angolo della chiesa, un gruppo di'.giovanotti staziona silenzioso. Gli domandano di Giuseppe Greco, del «patriarca», del «senatore». Rispondono in coro:' «Conosciamo soltanto Giuseppe' Greco perché Ita fatto l'attore con la Bouchet e la Dionisio». Francesco Santini