Arriva il gas siberiano di Fabio Galvano

Arriva il gas siberiano In vigore da ieri il contratto fra FEni e la Sojuzgazeksport Arriva il gas siberiano Nei primi due anni l'acquisto globale non supererà il miliardo e mezzo di metri cubi - Mosca si impegna a reinvestire sul mercato italiano, per equilibrare il commercio bilaterale - Il lungo viaggio del metano dalla Siberia all'Europa occidentale; i problemi politici e i vantaggi economici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Da ieri, 1° ottobre, è entrato in vigore il sofferto contratto fra l'Eni e la sovietica Sojuzgazeksport per l'acquisto del gas siberiano: è impossibile dire se, di fatto, il metano di Urengoj sia stato Immesso fin dalle prime ore, dopo un viaggio di 4451 chilometri fino al capolinea occidentale di Uzhgorod, nelle tubazioni dirette In Italia; quello che è certo è che da ieri è scattata la disponibilità sovietica. Il 1° ottobre, Infatti, è la data d'inizio fornitura indicata nel contratto firmato 11 23 maggio a Mosca dal presidente della Snam Enzo Barbaglia e da quello della Sojuzgazeksport, Jurij Baranovsklj, mentre il presidente dell'Eni Franco Revlglio e 11 ministro del Commercio Estero Nicola Capria firmavano altri accordi per far tornare in Italia non solo il denaro speso per quel metano, ma anche parte dell'attuale ingente disavanzo nel commercio bilaterale. Che ieri il gas della Siberia abbia soffiato verso l'Italia è una questione puramente teorica, ma che colpisce l'Immaginazione. «Il gas non ha colore né etichetta — spiegano alla rappresentanza moscovita dell'Eni — ed è quindi difficile stabilire se attraverso il gasdotto che passa per la Cecoslovacchia sia stato immesso anche gas siberiano insieme a quello di cui veniamo già da anni riforniti (7,7 miliardi di metri cubi l'anno scorso; ndr)». Non ci si aspettava, comunque, un avvio folgorante. Nei primi due anni, infatti, è previsto un acquisto globale che non eccede il miliardo e mezzo di metri cubi. Un'inezia, se raffrontato ai 40 miliardi di cui il gasdotto sarà teoricamente capace quando funzioneranno tutte le stazioni di pompaggio (ora sono attive 20 unità, meno della metà). Perché questo ritardo? Anzitutto perché la domanda Italiana — si prevede — aumenterà soltanto dal 1986. E poi perché è ancora in costruzione la nuova tubatura che si affiancherà, attraverso la Cecoslovacchia, a quella già esistente (In grado per ora di assorbire un modesto sovraccarico). I termini del contratto prevedono che dall'86, e fino al '92, la fornitura cresca progressivamen¬ te fino a raggiungere un minimo di 4,4 miliardi di metri cubi e un massimo di 5,5. Dal '93, e fino al 2008, la fornitura del gas di Urengoj varlerà da un minimo di 4,8 miliardi di metri cubi a un massimo di 6. In tutto, sull'arco dei 25 anni del contratto che è scattato Ieri, l'Italia assorbirà fra I 100 e i 120 miliardi di metri cubi, per un importo (calcolato In base al prezzi attuali) di circa 30 mila miliardi di lire. II calcolo è complesso: 11 metano che arriva da Est degli Urall costa 3,60 dollari per btu, unità termica che corrisponde in questo caso a circa 26,5 metri cubi. Quell'ingente capitale è quanto Mosca si è impegnata a reinvestire sul mercato Italiano. Quello, più metà del disavanzo che l'Italia ha registrato l'anno scorso nel commercio bilaterale, cioè la metà di 2606 miliardi. I risultati del primi sei mesi di quest'anno, tuttavia, indicano che la forbice fra le nostre Importazioni dall'Urss e le esportazioni In Urss si sta allargando, anche perché — ferme restando le forniture energetiche sovietiche — viene a mancare l'apporto che sono state negli ultimi due anni le forniture (tubi dell'Italslder e stazioni di pompaggio della Nuovo Pignone) per la costruzione del gasdotto. SI parla di un possibile «buco* Italiano, a fine anno, di tremila miliardi. E l'impegno sovietico a riassorbire? E' una questione politica più che economica. Come politica, e non economica, è stata la trafila che ha portato al contratto per il gas. La Francia dal 2 gennaio, l'Austria dal 1° luglio, Italia e Germania da ieri, fra breve anche la Svizzera, mezza Europa occidentale acquista 11 metano di Urengoj. Ma la maggior parte, a differenza di quanto avevano sperato 1 vertici sovietici, deve essere riversata sulla rete interna. I contratti esteri, ambiti perché In valuta pregiata, sono stati Inferiori alle previsioni. Resta, al di là delle considerazioni economiche e politiche, 11 monumento che è questa colossale opera d'ingegneria civile. Per raggiungere l'Europa occidentale dalla Siberia, lungo 1 4451 chilometri di tubi da 142 centimetri di diametro (pesano complessivamente cinque milioni di tonnellate), 11 metano attraversa 29 grandi fiumi (come 11 Volga e l'Ob) e 700 corsi d'acqua minori, serpeggia per 640 chilometri fra le paludi e per 145 nel ghiaccio perenne (il Permafrost); dalla penisola di Jurmal va a Sud, attraversa gli Urall, tocca Perni, evita Mosca passandole a Sud,' lambisce Orel e Kiev, valica 1 Carpazi e a Uzhgorod (alla frontiera fra Urss, Cecoslovacchia e Ungheria) viene smistato verso le varie direzioni europee. Ecco, da ieri quello è il percorso Indicato anche al metano destinato all'Italia. Senza cerimonie, dai geli dell'inverno che ha già colpito la Siberia verso un'Italia che non ha ancora cancellato 1 ricordi dell'estate. Fabio Galvano

Persone citate: Enzo Barbaglia, Jurij Baranovsklj, Nicola Capria, Orel, Perni