Secca replica di Pertini al quotidiano Dolomiten

Secca replica di Pertini al quotidiano Dolomiten «Il Presidente non onora i caduti di via Rasella» Secca replica di Pertini al quotidiano Dolomiten BOLZANO — Il Presidente della Repubblica. Sandro Pertini, ha risposto al direttore del Dolomiten che lo aveva attaccato sulle colonne del quotidiano di lingua tedesca perché, questa in sostanza l'accusa, nelle sue visite in Alto Adige il' Presidente non si è mai recato a rendere omaggio alla lapide che, al cifnltero'mllltnre di Bolzano, ricorda 1 soldati sudtirolesi (per l'esattezza furono 33) uccisi a Roma, nel 1944, nell'attacco partigiano di via Rasella. La lettera di Pertini è arrivata sabato al Dolomiten con una staffetta della Presidenza della Repubblica, ma il giornale la domenica non esce e, quindi, solo ieri, con la sOa pubblicazione, se ne è potuto conoscere 11 contenuto. Ecco il testo integrale della lettera: -Signor Direttore, solo oggi rispondo al suo ingiusto attacco alla mia persona, percììé solo oggi ne ho potuto prendere visione nella sua integrità. Della manifestazione di Innsbruck ho soprattutto deplorato gli atti di violenza. Ella poi si chiede perché non sono mai andato al cimitero di Bolzano, ove sono sepolte le salme dei soldati tedeschi uccisi in via Rasella. E Lei si è mai recato. nelle sue visite a Roma, alle Fosse Ardeatine, ove sono raccolte le salme di 335 innocenti uccisi dai tedeschi per rappresaglia dell'attentato di via Rasella? Inoltre, perché ai suoi lettori non fa sapere die il mio viaggio ufficiale in Germania ha avuto vasta e affettuosa risonanza? I miei discorsi di Bonn e di Monaco suscitarono stima e simpatia verso la mia persona da parte di tutti i tedeschi-. "Conservo una cura lettera della gentile signora Carstens, consorte dell'ex Presidente della Repubblica tedesca, che — continua Pertini — dopo un viaggio nella Germania, con affettuose e commosse parole mi dice della viva simpatia per la mia persona constatata tra la gente di ogni ceto sociale. Conril Presidente Slrauss andai a visitare l'ex campo nazista di concentramento di Flossenburg, ove un mio fratello fu crudelmente ucciso. Il Presidente Strauss. stretto al ìnio braccio con le lacrime agli occhi, mi accompagnò al forno crematorio. Gli chiesi di lasciarmi solo dinanzi alta lapide ette ricorda la morte di mio fratello. Entrò, poi, un giovane generale tedesco. Veniva ad onorare la memoria di suo padre, generale, fatto uccidere in quel campo di annientamento da Hitler. La lapide che lo ricorda è vicina alla lapide che ricorda mio fratello. Ci guardammo — conclude Pertini — e senza pronurìciare parola ci gettammo l'uno nelle braccia dell'altro. E, fraternamente uniti nello stesso dolore, piangemmo. Così, da chi è guidato da vera solidarietà umana, deve essere ricordato quel triste passalo.. (Ansa)

Persone citate: Carstens, Hitler, Pertini, Sandro Pertini, Strauss

Luoghi citati: Bolzano, Bonn, Germania, Innsbruck, Monaco, Roma