Il papiro nella stufa di Anacleto Verrecchia

Il papiro nella stufa Il papiro nella stufa Una pianta che può diventare, secondo studi recenti, importante fonte di energia per il Terzo Mondo rinnovabile. Secondo dati forniti dall'Università Makerere (Uganda) la biomassa ottenibile può variare da 20 a 32 tonnellate per ettaro, e ricresce in 9-12 mesi. I risultati migliori si ottengono In zone paludose alte (1500-2000 m). Studi di fattibilità per lo sfruttamento del papiro nella produzione di carta e cartone non sono mancati In passato. Nel 1914 1 tedeschi Installarono In Sudan una fabbrica di .-polpa., che non divenne mai operativa ; in tempi più recenti, piccoli stabilimenti hanno lavorato per la produzione di pannelli In Uganda ed In Ruanda. Ma lo sfruttamento del papiro su scala Industriale i sembra avere, ora. un grande avvenire per la preparazione di bricchette combustibili destinate principalmente al Paesi poveri di legno. Imitando procedimenti sviluppati in Irlanda per 11 trattamento della torba e macchine concepite per la compressione di paglia e trucioli di legno, 11 papiro viene raccolto, essiccato all'aria, tranciato e poi compresso sino a ridurne 11 volume ad un ventesimo di quello Iniziale. Densità finale e potere calorifico sono slmili a quelli del legno: nel bruciare fa poco fumo e dà un basso residuo di cenere, tanto da costituire un ottimo surrogato del carbone di legna. LA ricerca di nuovi combustibili solidi, da usare In particolare nel Terzo Mondo, sta ridestando un notevole interesse nei riguardi del papiro. La storia di questa pianta (•Cyperus Papyrus-, appartenente alle Clperacee) è abbastanza singolare: usata In Egitto dal Regno Antico in poi per farne fogli su cui scrivere, rappresentò un Importantissimo elemento di sviluppo della civiltà, avendo dato all'uomo un mezzo facile di comunicazione grafica (prima si faceva uso di supporti rigidi come la pietra o plastici coime l'argilla). Non essendoci pervenuta alcuna testimonianza diretta circa i metodi usati dagli antichi Egizi per confezionare i fogli ed essendo piuttosto confusa la descrizione che ne dà Plinio 11 Vecchio nella sua «Naturalls Historla», la tecnica più probabile è quella le cui fasi vengono mostrate a tutti i turisti che, al Cairo, visitano l'Istituto Egiziano del Papiro. Secondo questa tecnica — ricostruita dopo molti studi dallo scienziato Hassan Ragab — 1 gambi della pianta venivano liberati della parte corticale, cosi da mettere a nudo 11 midollo; questo veniva tagliato in sottili strisce, successivamente disposte in file incrociate. Lo strato che ne risultava era sottoposto a compressione per eliminare l'acqua e lasciato disseccare al sole. Infine 1 fogli veniva¬ no spianati e Incollati assieme lungo i bordi per formare una lunga striscia che si tagliava, poi, alle lunghezze richieste per 1 rotoli degli scribi. Introdotti in Grecia tra 11 VII e il VI secolo avanti Cristo, i fogli di papiro, gravati da una sorta di monopollo che ne rendeva difficile la commercializzazione, vennero gradualmente sostituiti dalla pergamena. Nel frattempo era cessato anche l'uso della pianta come fasciame galleggiante di barche e canoe, date le migliori caratteristiche del fasciame di canne; e cosi, persa ogni utilizzazione pratica, il papiro fu estirpato dalle rive del Nilo per far posto a colture più redditizie. La sua consistenza quantitativa è scesa, oggi, a valori tanto bassi che quando Thor Heyerdahl nel 1969 volle costruire 11 battello •Ra» per dimostrare la possibilità di antiche migrazioni atlantiche da Est ad Ovest, fu costretto ad importare 12 tonnellate di papiri dall'Etiopia. Pressoché scomparso in Egitto. 11 papiro è, Infatti, rigogliosissimo In vaste zone ricche d'acqua dell'Africa centro-orientale, in particolare in Kenya, Uganda, Tanzania, Sudan, Zaire, Ruanda, Burundi. Solo in quest'ultimo Stato si valutano riserve di 500 milioni di tonnellate, la cui consistenza è — evidentemente — GinoPapuli Le rane, con 1 loro salti, sembrano quasi voler improvvisare una danza di benvenuto al visitatore, mentre 11 tritone crestato occhieggia impassibile dietro le foglie. Le golene, che qua e là Interrompono la vegetazione, fanno pensare a un parco disegnato da un demiurgo In stato di grazia. Insomma, un paradiso terrestre per 1 naturalisti e un'arca di Noè per gli animali. Ma questo è un luogo Ideale anche per pensare. Fu proprio qui, Infatti, che Marco Aurelio rifletté sul destino dell'uomo e scrisse parte del suoi Ricordi: Carnuntum, dove il grande Imperatore filosofo resse per tanto tempo le sorti del mondo, è di fronte, sull'altra riva del fiume. Ma se l'Austria non può fare a meno del boschi, soprattutto di questo bosco, non può neppure fare a meno di elettricità. E allora? La soluzione c'è , e molto semplice per giunta: mettere in funzione la centrale atomica di Zwentendorf, bloccata da un referendum ' popolare nel 1978. E' già costruita, ma inattiva; e dato che, per non mandarla In rovina, bisogna pur provvedere alla sua manutenzione, un uomo politico ha det-. to spiritosamente che l'Austria è l'unico Paese ad ave- ' re una centrale che consuma energia, anziché produrla. Gli ecologisti, però, già solo a sentir parlare di nucleare, gridano alla catastrofe, sebbene uno di loro abbia riconosciuto che la centrale di Zwentendorf, a una cinquantina di chilo- metri a ovest di Vienna, sia la più sicura del mondo. E qui slamo veramente nel paradossale. L'Austria è l'unico Paese europeo, insieme con l'Albania, a non avere centrali nucleari, mentre la vicina Cecoslovacchia ne ha una perfino a pochi chilometri da Hainburg. L'uomo è irrazionale: si preoccupa degli eventuali pericoli di una centrale atomica e non si accorge di quelli cui è esposta la sua vita quotidiana. Quasi ogni giorno, qui a Vienna, mi tocca vedere un Incidente stradale, ma nessuno si sognerebbe di Indire un referendum per l'abolizione delle macchine. Tutti temono, Invece, che la centrale di Zwentendorf, una volta entrata In funzione, possa essere sconvolta da un terremoto. In Austria, dove nessuno ricorda un terremoto? SI aggiunga che Zwentendorf si trova vicino al Danubio, cioè ih una zona alluvionale e quindi antlslsmlca per eccellenza. Con riferimento ad Hainburg, Lorenz, parlando recentemente nella sua bella casa di Altenberg, disse che un attentato alla natura è come «ferita sul corpo di una bella donna». Ma un attentato all'economia potrebbe produrre ferite sul corpo della nazione. Anacleto Verrecchia nattiva perché un referèndum ne ha bloccato l'entrata in servizio

Persone citate: Altenberg, Noè, Thor Heyerdahl