Bernazza: chi è Dio? Ve lo spiego io

Intervista al commerciante di regali che risolve i «massimi problemi» Intervista al commerciante di regali che risolve i «massimi problemi» Bernazza: chi è Dio? Ve lo spiego io ROMA — Dopo averci avvertito che «O si domina o si è dominati», dopo averci offèrto «La soluzione del problema vita», Dario Bernazza entra nella grande editoria sull'onda delle 100.000 copie vendute e, complice Mondadori, affronta di petto la questione teologica. Dal libro che enuncia certezze assolute come ti titolo c«La soluzione del problema Dio», 227 pagine, 14.000 lire), Bernazza confessa senz'ombra di autoironia di attendersi la consacrazione come mattre-à-penser. Sarà dura. Critici sbigottiti dalle sue irruzioni nelle classifiche dei best-seller hanno indagato il bernazzismo ricavando finora solo valutazioni preoccupate sull'accortezza del lettore medio. Lui non dispera. «La cultura — dice — deve capire che con Bernazza sta facendo una brutta figura. Comunque qualcosa si muove, mi sono accorto che dopo «O si domina' molti si stanno indirizzando verso 1 sentieri che ho indicato. Cosi Alberarli ha scritto "L'amicizia" e De Crescenzo ha divulgato i, presocratici». Altri segnali incoraggianti gli arriverebbero dal profondo sud: a Sant'Angelo dei Lodigiani, a Potenza, all'interno della Sicilia, discepoli si riunirebbero per studiare le sue opere. Molti altri gli scriverebbero lettere partecipi e commosse. E un industriale del Nord, andato chissà perché proprio a Lecce per ammazzarsi, avrebbe desistito dopo aver letto un suo libro. Parola di Dario Bernazza. Ma perché resta un incompreso? Una questione di immagine, risponde lui. In effetti nessuno che capitasse nel negozio di viale Marconi, a Roma, indovinerebbe il filosofo nel commerciante con cravatta firmata e distintivo dell'Ordine di Malta all'occhiello (.concesso per meriti filosofici') che vende articoli da regalo con la stessa persuasiva sicurezza con cui piazza i suoi prodotti intellettuali. «Anche 1 filosofi greci lavoravano, perché io non dovrei?». Sdoppiarsi comunque non dev'essere facile.- Alla cassa fino all'una, alla scrivania nel pomeriggio: si rischiano sovrapposizioni. L'incipit della sua ultima opera riecheggia un po' il 'Venghino, venghinO' grida¬ Il ponte di Buss NOVITÀ' su Hemingway dal fronte veneto. Dopo lo studio del 1980 su Hemingway e Dos Passos sui campi di battaglia italiani della Grande Guerra, Giovanni Cecchin propone altri stuzzicanti inediti, in un volume a cura della Magnifica Comunità Pedemontana dal Piave al Brenta (Americani sul Grappa, 310 pagine. 18.000 lire). Li ha recuperati in anni di lavoro paziente, trascorsi nello studio di archivi trascurati dalla critica e nelle chiacchiere di osteria con superstiti «arditi» ultraottantenni che tra il 1917 e il 1919, dopo Caporetto, conóbbero o sentirono parlare di Hemingway e di Dos Passos, dei «ragazzi di Chicago», della Quarta Sezione di Schio e dell'Are, la Croce Rossa Americana. Tra i documenti più interessanti, due lettere di Hemingway dal fronte, del prt- to nelle fiere dal venditori di stoviglie: «Gentile lettrice, gentile lettore, è con trepidazione — ma anche con fiducia, devo dire—che sottopongo questo libro alla sua* attenzione. Con trepidazione, si, perché vi si propugna l'agnosticismo». Ciò premesso, Bernazza chiude rapidamente la sua partita a scacchi con Dio liquidando l'illustre avversario con qualche pacca sulle spalle e diverse ruvidezze. Gli lascia però una via di uscita: «La cosa più sensata che possiamo fare è quella di rivolgere a Dio —se esiste — la preghiera di manifestarsi a tutti gli esseri umani, per renderli edotti di come stanno le cose». E tutti i suoi colleghi, che negli ultimi 25 secoli si sono misurali con il rompicapo teologico ricavandone certezze più sottili? Ce n'è per quasi tutti. Aristotele, Cartesio, Platone ed altri sono sbaragliati in sei pagine. Schopenhauer da solo resiste due pagine e mezzo. Pascal deve arrendersi in quaranta righe. «Ho letto moltissimi libri». Però poi confessa che Sartre e Heidegger, citati, li conosce attraverso 'dizionari filosofici e antologie'. «Non mi piacciono 1 moderni». A chi ha letto meno libri di lui, la filosofia domestica, l'empiria da cucina di Dario Bernazza ricorda per il suo pragmatismo precettivo una certa pubblicistica americana, sul genere «Come fare le scarpe al vostro capufficio». Restando entro i confini patrii, può essere inserita inquel filone di successo che è ano in un disegno inedito di John Dario Bernazza l'arte di enunciare cose ovvie presentandole come straordinarie. La 'Soluzione' di Bernazza è che non esistono prove concrete dell'esistenza di Dio: in effetti nessuno finora ha esibito il biglietto da visita del Supremo Fattore per documentarne la conoscenza diretta. Da casa Bernazza, dove coabita il Senso comune, l'universo appare una faccenda semplice, esplorabile per mille scorciatoie. Così adesso, dopo l'incursione in Cielo, Bernazza si occupa del Mondo: sta scrivendo «La soluzione del problema politico mondiale». Di questo passo entro breve non gli resterà più niente da indagare. Con il successo, il destino .in fondo gli ha reso ciò che prima gli aveva negato. «Ero un paria», ricorda Bernazza. E' nato a Priverno, in provincia di Latina, 64 anni fa. Un'adolescenza difficile: orfano, senza mezzi. Si è fatto da solo. Una vita a lavorare a testa bassa; poi, nel 1980, decide di tentare con i libri. Pubblica a sue spese «O si domina o si è dominati» e vince il premio selezione •Bancarella». «Democrito per diventare Democrito sacrifico una somma pari a 600-700 miliardi», il lui sono bastati 60 milioni, tornati tutti. Il suo segreto? Forse la sicurezza dell'erudito e un certo modo di porgere, familiare e diretto. «Io non uso 1 paroloni come certi filosofi, 1 miei libri si bevono come un bicchier d'acqua». Ne hanno anche il sapore. Guido Rampolli hn Dos Passos (2 maggio 1918) in ospedale a Milano. Lo stesso Bates. qualche tempo prima, aveva rimandato negli Stati Uniti un altro giovane americano, John Dos Passos. «Dos», di cui Cecchin presenta'alcunl disegni inediti, aveva avuto il torto di scrivere a un suo amico spagnolo dal fronte, tra il febbraio e il marzo del 1918, criticando la guerra e gli ufficiali e parlando bene della Spagna e della Russia. Gli inediti di Hemingway e di Dos Passos confermano 11 comportamento ben poco .rispettoso e militaresco degli americani dell'Are in Italia, che pure, stando ad altri documenti riportati nel volume, avevano una funzione politico-militare di grande importanza: far sentire agli italiani la presenza amica degli Stati Uniti e indurli a respingere la «soluzione politica» del conflitto ventilata da Cadorna all'indomani di Caporetto. " Roggero Bianchi