Nella poesia barocca di Gongora trionfano gli enigmi

Due edizioni delle «Solitudini» Due edizioni delle «Solitudini» Nella poesia barocca di Gongora trionfano gli enigmi italiana e del mirabili sonetti funebri, e su questa scorta, il curatore segue la traiettoria della vita e dell'opera del poeta, mentre al contrario, l'introduzione della Terracini, che precede la bella versione di Cesare Greppi, già autore di altre versioni e studi gongorìni, s'incentra sulle Soledades. // titolo spagnolo è qui offerto come Solitudini, per le varie accezioni di cui è ricca la soledad ispanica, coagulatasi con la complessa saudade portoghese, non dissimile, quest'ultima, nelle sue componenti di nostalgia del passato e di desiderio del "■futuro, dal «disio» dantesco. Ampie bibliografie aiutano la comprensione di un'opera poetica tutt'altro che facile. Luis de Gongora y Argote nacque a Cordoba nel 1561 (e ivi mori nel 1627) da famiglia assai nota, studiò a Salamanca, fu avviato alla carriera ecclesiastica per cut mostrò scarso impegno, fu prebendario nella cattedrale di Cordoba. Scrisse poesia fin dalla gioventù ed era uno del tanti poeti del mondo letterario spagnolo quando, Intorno al 1612, la comparsa quasi simultanea della Favola di Polifemo e Galatea e delle Solitudini, suscitando una querelle feroce e divertente di partttt inconciliabili (con Lope de Vega e Quevedo acerrimi nemici di Gongora), ne fece un autore per secoli, e ancora oggi in certo modo, controverso. L'opera di Gongora, e.lrl particolare quella delle Soledades, rimossa e seppellita fino al suo folgorante recupero da parte della generazione spagnola del 1927 (Garda Lorca, Gulllen, Sallnas) e di Damato Alonso, si è trasformata in uno dei nòdi vitali dell'esperienza poetica moderna, per t eomplessi legami tra Ungaretti e Gongora, tra Mallarmé e Gongora, tra il Novecento e II Barocco. In Italia, dove importanti interpretazioni critiche e storiografiche avevano culminato, nel 1948, con le versioni di Ungaretti, Traverso e Mucchi, assistiamo ora, negli Anni Ottanta a un ritorno di interesse per Gongora: ritorno cui partecipano lepresentt edizioni. Fu Damaso Alonso a mostrare, attraverso la sua versione In prosa delle Soledades, come l'oscurità dt Gongora potesse essere sciolta attraverso le debite chiavi culturali e sintattiche e non si trattasse perciò di poesia ermetica. Ma già i sonetti funerari indicavano la presenza di un linguaggio costruito come oggetto, in cui la morte si trasformava In un bellissimo monumento funebre, dt una poesia, cioè fatta di materia, e di materiali splendenti e duri, di un mondo che non si manifesta mai se non come enigma. Gongora, infatti, è un estremista della tradizione che organizzò, in modo diverso e rigoroso, estremamente colto, elementi dispersi della grande tradizione classica e rinascimentale. Nelle Solitudini, la vicenda pastorale, .' Luis de Gongora: «Solitudini», a cura di Cesare Greppi, con una introduzione di Lore Terracini, Guanda, Milano, 147 .pagine, 14.000 lire. ' Luis de Gongora: «Le solitudini e altre poesie», a cura di Norbert Von Prellwltz, Rizzoli, 247 pagine, 7500 lire.

Luoghi citati: Italia, Milano, Salamanca