E dai fumetti della nostra infanzia ecco Indiana Jones

Il libro dal nuovo film di Lucas e Spielberg Il libro dal nuovo film di Lucas e Spielberg E dai fumetti della nostra infanzia ecco Indiana Jones tico. L'orologeria del racconto — che sviluppa un intrigo ideato a Mosca nientedimeno che dal «traditore» inglese Klm Phllby —è dunque nella graduale' introduzione in Gran Bretagna delle parti di una minuscola atomica, detonatore di un complotto più largo. Come veicoli entrano in scena, una dopo l'altra, cose semplicissime: sigari, radio, gèsso, scarpe, palloni, rasoi, estintori, fari d'auto, ancora tabacco. La cospirazione stavolta diventa beffa; dimostrazione di fantasiosa semplicità britannica. La vera cospirazione, allo stesso modo, corregge 11 proprio melodrammatico con l'understatement, 11 sottotono, di una scelta di nomi per i protagonisti perlomeno ironici: Irresistibilmente falsi od assurdamente noti e reali. Ecco, tra 1 tanti, Crlchton, Konstantln Semlonov, Andreyev, Karpov, Krilov Brandt, un certo Ian Maral» e poi Tony Plumb, Nigel Irvine, Bernard Hemmlngs, Berenson, Raul Levy, Rawlings. Stavolta Forsyth strizza l'occhio al suo stesso gioco: come 1 profili di sé stesso che Hltchcock introduceva nel propri f Ums. Chi ha incontrato Forsyth lo descrive come un ex giornalista serio, riservato, accurato. Capace di procurarsi ogni necessaria notizia, prova o documentazione. Lentamente prudente costruisce per anni 11 libro che poi scrive in un paio di mesi; minuziosa preparazione perfezionistica per inchièste giornalistiche d'urto sul moderni inevitabili naufragi e tragedie politiche. Perché quell'unico, atteso scatto dell'orologlno, alla fine, nel libri di •Forsyth è sempre un'amara autodistruzione. Macchinette e tensione destinati allo scoppio, all'implosione. Una fiammata, un crollo, sono la finale verità. Domani si ricomincia. Sullo stesso palcoscenico del mondo. Claudio Savonuzzi CI risiamo, dal film rispunta il libro. Mentre Indlama Jones e 11 : tempio maledetto, il nuovo kolossal del sodalizio George Lucas-Steven Spielberg presentato a Venezia sta per conquistare le platee, ecco il romanzo ricavato dalla sceneggiatura (autore James Kahn, editori Sperling & Kupfer, pagine 257, lire 12.500). Un concentrato di avventure, un'overdose di suspense affidata a una prosa piuttosto banale. Se il film ha lo scatto frenetico e la visione, e l'immagine talvolta può giocare con se stessa, qui tutto rischia di apparire meccanico, freddo, un raduno di luoghi comuni. ■ La scena di partenza è Shangai, nel 1935, in una Cina di cartapesta dove si mescolano diamanti e veleni L'eroe è l'archeologo americano Indiana Jones, •Indy. per gli amici, quello dei Predatori dell'arca perduta; cappello a larghe falde, frustino e cicatrice sul mento. Quali antichità cerchi non si sa bene, dipende anche dal caso. Si sa invece che non gli dispiacerebbe studiare a fondo Willle, bellerina del Missouri finita Il dopo sfortunati incontri e travolta, con il suo abito a lustrini e i tacchi alti, in un'impresa che stenta a capire. Poi c'è Shorty, ragazzino cinese che sogna di andare in America perché ama il cinema e il baseball. Le situazioni? Tutti e tre capitano su un aereo in volo ormai senza carburante dal quale i piloti maliziosi si sono lanciati con il para- to all'azione. La casa del maragià si rivela difatti una scatola a sorpresa: lì •può accadere di tutto.. E accade. Si aprono porte segrete, dall'ombra emergono i Thugs strangolatori, si dedicano sacrifici umani alla dea Khalì sempre assetata, una miniera sotterranea è zeppa di bambini schiavi che lavorano. La morte è in agguato, l'orrore è servito a tavola sotto forma di brodo con occhi che vi galleggiano a mo' di pasta reale. Si scatenano inseguimenti, duelli, si affrontano ponti sospesi su abissi: tutto l'armamentario dell'avventura tolto da romanzi polverosi, feuilleton, vecchi film è riciclato in scena per celebrare l'apoteosi della trama. Compaiono perfino truppe britanniche al comando del flemmatico capitano Blumburtt che sembrano sbucate da qualche ^passaggio in India.. Suspense presa nel negozio del rigattiere? Revival di .quel che videro li lasciò sbalorditi.? Può darsi. Ma nel libro non c'è il turbinio dell'immagine, la prosa avanza accatastando i suoi colpi di scena. E queste pagine possono servire soltanto a smontare il grande giocattolo, quello che appassiona le platee e fa cassetta, e a guardarvi dentro. Chissà, forse dietro la macchina furba e ben oliata di Lucas e Spielberg, c'è il cinema che si fa le smorfie allo specchio, ma c'è anche il rimpianto per un'infanzia che non vorremmo perdere. Ernesto Gagliano Harrison Ford, interprete di «Indiana Jones» cadute. Indiana Jones e i due compagni planeranno in un desolato villaggio dell'Asia dove uno sciamano li aspetta perché Z'.eminente archeologo, recuperi le gemme sacre di cui quella gente è stata derubata. E cosi il terzetto si avvia verso il palazzo del maragià di Pankok in un viaggio a dorso di elefante che gronda reminiscenza salgariane e richiama alla mente fumetti d'epoca sul tipo di •Jungle Jlm» di Alexander Raymond. Anche il linguaggio sa di fumettese. Willie riflette e giunge alla conclusione di trovarsi «ad almeno mille miglia dal più vicino paio di calze». Indy diventa sospiroso: «Il fatto di essersi cosi perdutamente Innamorato di lei lo faceva sentire troppo vulnerabile». Grave colpa per chi è vota¬