Referendum i sindacati sono divisi la miccia è nelle mani del governo di Pier Carlo Alfonsetti

Lo scenario del costo del lavoro torna a caricarsi di tinte cupe Lo scenario del costo del lavoro torna a caricarsi di tinte cupe Referendum, i sindacati sono divisi la miccia è nelle mani del governo La presentazione demiche - Il problema ROMA — Doveva essere l'autunno della ritrovata unità sindacale, della ripresa delle relazioni industriali, della grande trattativa sul costo del lavoro e la riforma del salarlo. E, invece, lo scenario è ben diverso. La miccia del referendum sulla scala mobile, che il pei è deciso a portare avanti (i moduli con oltre un milione di firme che richiedono la consultazione popolare sono stati consegnati alla Cassazione con una buona settimana d'anticipo), ha fatto esplodere polemiche, rancori e sospetti, peraltro mai sopiti. I giorni a venire saranno quelli della mediazione, ma è difficile che in breve tempo si riesca ad arrivare ad un confronto sereno e costruttivo. Le confederazioni sindacali sono nuovamente divise, come ai tempi dello «strappo» dell'inverno scorso. La Confindustria cerca il dialogo e vuole un negoziato a due sul costo del lavoro, ma In caso di fallimento chiede un nuovo intervento d'autorità del governo sul costo del lavoro, l milione di firme raccolte dal pei ha fatto riesplodere le pole scala mobile legato alla finanziaria e al «tetto» dell'inflazione anche per scongiurare il referendum. E la questione già provoca litigi all'interno della coalizione governativa fra il democristiano Gorla, ministro del Tesoro, favorevole all'intervento, e i socialisti. La scadenza della finanziarla, il documento di politica economica per l'85 che dovrà essere presentato al Parlamento entro la fine del mese, impone decisioni rapide da parte dell'esecutivo. Per forza di cose, il problema del costo del lavoro sarà questa settimana uno degli argomenti centrali del dibattito governativo sull'impostazione della strategia anticrls! per il prossimo anno. Il problema scala mobile, infatti, non può essere ignorato, soprattutto nel rispetto degli impegni già assunti per il contenimento dell'inflazione, con un «tetto» fissato al 7 per cento. Dentro questo tasso di crescita dovrebbero quindi muoversi gli aumenti delle buste paga. La via d'uscita sarebbe quella della trattativa diretta fra le parti sociali. Ma al mo¬ mento si tratta di evento impossibile. La Cisl, in aperta polemica con la Cgil, continua a ripetere che sotto il «ricatto» del ' referendum non ha senso avviare un negoziato sul costo del lavoro. I comunisti della Cgil non prendono le distanze dal referendum e parlano di «attacco ai salari... La UH, sempre critica verso l'iniziativa del pei, cerca, finora con scarso successo, di riavvicinare le altre due confederazioni, sostenendo che i dialogo con gli industriali può e deve essere iniziato, a patto che il confronto non sia limitato al costo del lavoro, ma affronti anche i problemi dell'occupazione, della contrattazione e degli orari. Sono contrasti che non possono risolversi in breve tempo. Cosi il governo si ritrova fra le mani una questione che avrebbe voluto evitare. Lo scontro si preannuncia particolarmente duro. Nel mesi scorsi il presidente del Consiglio Craxi e il ministro del Lavoro De Michelis avevano escluso nuovi interventi unilaterali. Sempre De Michelis, a luglio, ili .jip'ir.tcrvista a La Stampa, '«rimproverando gli industriali di non aver di-, sdetto l'accordo sulla scala mobile, ammoniva: «Nessuno s'illuda cìie tutto possa risolversi con un intervento dall'alto che questo governo non intende attuare. Sarebbe troppo comodo costringere il governo, qualsiasi governo, a togliere le castagne dal fuoco con misure inevitabilmente destinate ad acuire le tensioni sociali*. Goria, invece, non la pensa cosi e nella lettera inviata a sindacati e imprenditori ipotizza un nuovo intervento legislativo. A dargli man forte ci sono, almeno per il momento, il ministro del Bilancio, il socialdemocratico Romita, e i liberali. Per il chiarimento non si dovrà attendere molto, perché 11 banco di prova per il governo sarà rappresentato dai contratti degli statali. Emilio Pucci ghino? «No, dovreste chiederlo al ministro delle Finanze». — Presidente, ha ancora tempo da dedicare allo sport? «Purtroppo no, e mi sono già posto il problema. Però debbo sbrigarmi, altrimenti se attendo ancora non riuscirò neppure più a camminare». Pier Carlo Alfonsetti

Persone citate: Craxi, De Michelis, Emilio Pucci, Goria, Gorla

Luoghi citati: Roma