Quei ragazzi vinsero il K2

Contro la distrofia Contro la distrofia Una cerimonia ad Aosta Quei ragazzi vinsero il K2 A Bevilacqua il premio f< Albarello» Cernusco Lombardonc (Conio). Vecchi c nuovi piloti della «Ferrari» hanno partecipalo ieri ad una manifesta/ione per la lolla contro la distrofia muscolare. Nella foto, Alborcto, al centro, con il primo pilota della «Ferrari» Franco Cortese di 80 anni, e, a destra, il campione del passato Manuel Fangio ROVIGO — Il giornalista e scrittore Alberto Bevilacqua ha vinto il premio «Albarella», riservato a servizi giornalistici o culturali riguardanti l'arte, 11 costume, la storia, la religione e le tradizioni del delta del Po. Il premio, di cinque milioni di lire, é stato conferito a Bevilacqua per un articolo apparso sul «Corriere della sera» dal titolo «Lo spirito beffardo dell'airone Togo». La giuria, composta da personalità del mondo culturale e giornalistico italiano, ha anche ritenuto meritevole di menzione particolare Ivo Prandln, giornalista del •Gazzettino» di Venezia. Si sono ritrovati rutti attorno al professor Desio, 87 anni - Mancava Bonatti - Una medaglia ai familiari di Puchoz e Viotto AOSTA — II professor Ardito Desio, a 87 anni, si è ritrovato ad Aosta, attorniato da buona parte degli uomini che, trent'anni fa, presero parte alla spedizione al K2 da lui capeggiata e organizzata. Dritto come un pioppo, occhiali scuri come sempre. Desio ìia accollo l'invito del presidente del Consiglio regionale valdostano, Gianni Bondaz, a presenziare alla manifestazione commemorativa in occasione del trentennale della vittoria alla seconda montagna del mondo, sulla quale, nel passato, si erano impegnate altre spedizioni, tra cui quella capeggiata dal Duca degli Abruzzi, il cui nome è legato all'insidioso crestone che si conclude agli 8611 metri della vetta. La cerimonia valdostana si è svolta senza spirito polemico, nel clima dell'-embrassons nous», anche se la polemica poteva intravedersi con l'assenza di Walter Bonatti, l'alpinista che all'epoca era il più giovane componente della spedizione, 1 la 'mascotte», come ha detto Achille Compagnoni. Bonatti aveva fatto sapere di non presenziare alla manifestazione, così come ìianno fatto altri che nella spedizione avevano compiti di minore spicco. D'altra parte, tra le guide valdostane, soprattutto tra quelle di Courmayeur, non sembrano ancora sopite le polemiclie e, forse, i rancori nei confronti del forte scalatore italiano die, nel passato, aveva fatto il diavolo a quattro per entrare a far parte della società delle guide del Monte Bianco e se n'era poi andato. In via informale, Ubaldo Rey, discendente da una dinastia di guide del Monte Bianco, non ha avuto molte difficoltà nel dire die «non è ancora giunto il momento di dire tante verità sulla spedizione», mentre Compagnoni ha affermato die, tutto sommato, Bonatti era tra i candidati al balzo finale, ma, se non ha raggiunto la vetta del K2, è perché non se l'è sentita. Sull'uso dei respiratori, Compagnoni ha affermato che si sarebbe potuto arrivare in vetta anche senza bombole d'ossigeno, confermando che nell'ultimo tratto tanto lui quanto Lacedclli si sono portati sulle spalle un peso inutile, visto che l'ossigeno era esaurito. «L'ordine del capospedizione era quello di salire coi respiratori — ha detto Compagnoni — e noi abbiamo semplicemente obbedito, consci delle responsabilità che sarebbero sicuramente ricadute su altri nel caso in cui si fosse registrata una disgrazia. Fisicamente e psicologicamente eravamo comunque preparati a tutto, anche a questo evento. Oggi Messner ha dimostrato che si possono raggiungere Impunemente quote himalaiane anche senza respiratori: lo e Lacedelll lo abbiamo sperimentato prima di lui». A ricevere la medaglia d'oro della Regione valdostana c' erano, nel salone delle manifestazioni del palazzo regionale, oltre al professor Desio, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, i due vincitori del K2, poi Ubaldo Rey, Ugo Angelino, Cirillo Floreanini, Gino Soldà, l'ingegner Pino Gallotti e il dottor Guido Pagani, i 'ragazzi» partiti ieri con la spedizione e tutti ormai avanti negli anni. Costanza Puchoz, la sorella della guida di Courmayeur morta a seguito di edema polmonare, ha ritirato la medaglia d'oro, così come ha fatto Cecilia Viotto, la vedova di Sergio Viotto, morto poco tempo dopo in un banale incidente alla palestra di roccia di Courmayeur. Ha presenziato alla cerimonia anche l'ambasciatore del Pakistan in Italia. Abdul Vahed. Da parte sua, il presidente Bondaz ha ricordato come «sono dovuti trascorrere ventitré anni da quel 1954 perché una nuova spedizione con alle spalle ben 1500 portatori riuscisse a ripercorrere le orme di Compagnoni e Lacedelli». Il professor Desio ha sottolineato come sia stata curata in ogni dettaglio l'organizzazione della spedizione, «una spedizione a carattere pesante — ha affermato — e non leggera come quelle di Messner, die vanno allo sbaraglio. Eravamo organizzati per raggiungere la vetta a tutti i costi; viveri ài campo base per otto mesi, autorizzazione a permanere per un anno. Abbiamo avuto la fortuna di giungere in vetta al primo assalto». Riferendosi alla perdita di Mario Puchoz, Desio ha affermato che si è trattato di un edema polmonare e non di polmonite, «una malattia che in qualunque momento può colpire anche una persona fortissima e.sanissima».

Luoghi citati: Aosta, Courmayeur, Italia, Pakistan, Togo, Venezia