La risposta dell' «Iveco» alla crisi Turbostar sulle strade d'Europa di Eugenio Ferraris
La risposta dell' «Iveeo» alla crisi Turbostar sulle strade d'Europa La risposta dell' «Iveeo» alla crisi Turbostar sulle strade d'Europa DAL NOSTRO INVIATO STRASBURGO — In un momento decisamente non facile per il trasporto pesante (la domanda globale europea è scesa dalle 490 mila unità del 1979 alle 360.000 del 1983) 1' Iveco reagisce ad un evidente stato di crisi «mettendo in atto inztative di razionalizzazione produttiva e commerciale per recuperare efficienza e continuare nel processo di rinnovamento del prodotto, che è alla base del suo disegno strategico». Il primo risultato di questa politica si chiama Turbostar, modello destinato alle lunghe rotte del trasporti su strada, disponibile con due diverse motorizzazioni (otto cilindri a V di 17.174 ce sovralimentato e Indicato dalla sigla «42» e il sei cilindri in linea da 13.798 ce sovralimentato con intercooler identificabile dalla sigla «33», con potenze rispettivamente di 330 e 420 cavalli), due diversi cambi (ZF a 16 marce sincronizzate e Fuller a 13 marce a Innesto rapido). Qual è il significato di questo prodotto in un momento che non suscita eccessivi entusiasmi? Per l'ing. Giorgio Oaruzzo, neo amministratore delegato dell'Iveco, «12 Turbo- star è la risposta dell'Iveco alle difficoltà del mercato, trattandosi di un prodotto altamente competitivo che la renderà in grado di cogliere migliori opportunità di vendita». «L'Iveco — prosegue ring. Oaruzzo — per superare uno dei momenti più difficili nella storia del settore del veicoli industriali, ha avviato un processo di rigoroso utilizzo delle proprie risorse: si è lavorato e si sta lavorando per rendere più razionali e più flessibili le strutture produttive, per migliorare l'efficienza a tutti i livelli e per calibrare le capacità produttive. I risultati di questo processo si vedono nel rinnovamento del prodotto die ìw. pressoché toccato tutte le fasce della gamma e che mette il gruppo in condizione di trovarsi pronto ad una eventuale ripresa o protetto se la crisi dovesse proseguire». Il risultato più immediato di questa politica, come si è detto, è 11 Turbostar, automezzo per l'Europa di chiara impostazione europea: non è certo un caso se la progettazione del veicolo è stata realizzata quasi interamente in Germania; se la produzione è torinese; se il motore da 330 cavalli viene dalla fabbrica francese del gruppo, quella di Bourbon-Lancy. «Noi riteniamo — commenta a questo proposito l'ing. Oaruzzo — che l'internazionalità dei nostri prodotti costituisca uno del punti di forza dell'Iveco perché integra il meglio di esperienze teniche e di mercato di vari Paesi europei».- Queste, in breve, le premesse che accompagnano il lancio del Turbostar: veicoli ampiamente affidabili, economici nei costi di gestione, confortevoli nella guida e nel confort che offrono al conducente. La risposta Iveco alla crisi del trasporto pesante europeo. Eugenio Ferraris
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