Caso Rizzoli, giornata calda ma ridda di voci e smentite

Caso Rizzoli, giornata calda ma ridda di voci e smentite Mentre si avvicina la fine dell'amministrazione controllata Caso Rizzoli, giornata calda ma ridda di voci e smentite Fiat e Iti precisano: «Non siamo interessati all'acquisto neanche di quote parte» - Si parla di nuove cordate - Spunta l'ipotesi Gemina - In Borsa improvvisa fiammata della Centrale MILANO — «Fiat e Ifi smentiscono categoricamente di essere interessati nell'acquisto, anche di quote parti, dell'Editoriale Corriere della Sera o del gruppo Rizzoli». Il comunicato congiunto della Fiat e dell'Iti diffuso ieri pomeriggio ha fatto segnare un brusco abbassamento della temperatura dopo la febbre della mattinata che aveva contagiato ambienti di Borsa, banche, studi professionali, redazioni giornalistiche, cioè tutti i settori economici milanesi interessati in maniera diretta alla risoluzione del caso Rizzoli. A dire il vero le voci dì un presunto interesse della Fiat o dell'Iti nei confronti del gruppo editoriale circolavano già da qualche giorno stilla piazza, ma il «la» è venuto come al solito dalla Borsa, pronta a trarre vantaggi da ogni minima illazione. Il titolo Centrale (la finanziarla possiede il 40 per cento della Rizzoli) si è improvvisamente infiammato nelle contrattazioni del dopollstlno, salendo rapidamente da 1762 a oltre 2000 lire, per poi ripiegare a 1910. Motivo: il tam-tam di Borsa sosteneva che la Fiat aveva rilevato la partecipazione Rizzoli in mano alla Centrale, ponendo in tal modo una seria ipoteca sul futuro della casa editrice. Nelle ore successive la versione diffusa in Borsa si affinava, man mano che dai circoli finanziari si allargava a quelli giornalistici e bancari. Non la sola Fiat, ma anche i gruppi Pirelli, Orlando e il presidente della Confindustria Luigi Lucchini (cioè quattro esponenti della Consortium, la finanziarla per i salvataggi industriali) sarebbero intervenuti nell'operazione. Poi era la volta della Gemina (azionisti leader Pirelli, Orlando, Bonoml e Fiat), una finanziària che detiene partecipazioni industriali, ha appena varato l'aumento di capitale e dispone di una consistente liquidità. Da Roma infine arrivava il tocco finale: un incontro tra la presidenza del Consiglio dei ministri e i vertici della Consortium che sollecitavano l'imprimatur dei politici al salvataggio della Rizzoli. Sin qui le voci, poi smentite dal comunicato Fiat. Ma cosa c'è dietro questo rincorrersi di ipotesi, questo scatenarsi di illazioni sul mondo dell'editoria, che per ora non mostrano consistenza? Infatti, un'altra notizia circolata ieri, l'ingresso della Pirelli nella Mondadori. . è stata smentita da Leopoldo Pirelli. L'impressione è che si sia giunti a una fase decisiva, per cui ogni minima indiscrezione trova il massimo della risonanza. Va ricordato che 11 5 ottobre scade la possibilità, da parte delle varie cordate che aspirano ad impadronirsi della Rizzoli, di sottoscriverne l'aumento di capitale da 6 a 66 miliardi. Per far questo occorre rilevare i diritti di opzione degli attuali azionisti, cioè Angelo Rizzoli, la Centrale, la Banca Rotschild (che rappresenta azioni parcheggiate all'estero) e l'Italtrust, in quanto Bruno Tassan Din sostiene di non essere più il proprietario di quel 10,2 per cento una volta in suo possesso, ma di averlo ceduto alla fiduciaria. Un fatto è certo: ai due custodi delle azioni di Angelo Rizzoli e dell'Italtrust (1 titoli sono infatti sotto sequestro) non sono ancora arrivate offerte, anche se vi sono stati contatti molto qualificati negli ultimi tempi. A trattare sono rimasti due noti professionisti, Victor Uckmar e Guido Rossi, mentre sul fronte delle banche, che nella vicenda svolgono un ruolo di grande rilievo, gestisce tutto in prima persona il presidente del Nuovo Banco Ambrosiano, Giovanni Bazoli. Fonti vicine alla trattativa non escludono che quanto prima,-probabilmente già da oggi, si possa arrivare a un'offerta scritta da parte di una delle due cordate in lizza, la cui composizione — ricordano le fonti — sta subendo in questi giorni un deciso rimescolamento. Si affaccerebbero insomma nomi nuovi, alcuni dei quali provenienti dal mondo dell'editoria, sino a oggi in.disparte, per giocare una partita difficile ma non impossibile. Se però entro 11 5 ottobre non si dovesse arrivare ad alcuna proposta concre'.a, la palla passerebbe al consiglio di amministrazione della Rizzoli, che infatti ha fissato per sabato mattina, 6 ottobre, una riunione che dovrà decidere sul da farsi. I tempi stringono ormai, l'amministrazione controllata della Rizzoli scade il 19 ottobre, poi non restano che il commissariamento o il concordato preventivo, soluzioni queste che molti vogliono evitare ad ogni costo. Gianfranco Modolo

Persone citate: Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din, Gianfranco Modolo, Giovanni Bazoli, Guido Rossi, Leopoldo Pirelli, Luigi Lucchini, Victor Uckmar

Luoghi citati: Milano, Roma