A 24 miliardi l'utile dell'Ifi Salgono anche i dividendi

A 24 miliardi l'utile dell'Ili Salgono anche i dividendi Il consiglio di amministrazione ha approvato il bilancio al 30 giugno A 24 miliardi l'utile dell'Ili Salgono anche i dividendi . TORINO — Il Consiglio di amministrazione dell'Ili — Istituto Finanziario Industriale — riunitosi ieri sotto la presidenza di Giovanni Agnelli, ha approvato la relazione ed il progetto di bilancio che verranno sottoposti all'assemblea degli azionisti, convocata in Torino il 31 ottobre in prima convocazione. L'esercizio al 30 giugno 1984 si è chiuso con un utile netto di 24,6 miliardi, contro 14,8 'miliardi dell'esercizio precedente. Il Consiglio di amministrazione proporrà all'assemblea l'assegnazione di un dividendo unitario di 130 lire per le azioni privilegiate e di 80 lire per le ordinarie (contro, rispettivamente, 100 lire e 50 dire del precedente esercizio). Tale dividendo spetterà anche alle nuove azioni emesse in occasione del recente aumento del capitale sociale da 18 a 104 miliardi. L'operazione di aumento ha riscosso pieno successo: la raccolta per l'Istituto è ammontata a 78 miliardi e ha portato il totale mezzi propri, risultante dal bilancio, a 473 miliardi. Tale Importo inclu- ■ ■ u. . de anche la Riserva di rivalutazione monetarla ex legge n. 72 del 19-3-1983, pari a 124,4 miliardi. A seguito della rivalutazione e dei consistenti investimenti effettuati nell'esercizio, il valore delle partecipazioni ha raggiunto il livello di 501 miliardi, con un incremento di 204 miliardi rispetto al 30 giugno 1983. I titoli quotati, in base ai prezzi di compenso del settembre 1984, presentano una plusvalenza di 470 miliardi sui valori di libro. Oli investimenti più rilevanti del periodo hanno interessato la Carfin (86 miliardi), per ultimare il regolamento dell'operazione Toro-Ifil, e la Saes (38 miliardi). Quest'ultima società ha cambiato radicalmente la sua fisionomia (in passato prevalentemente immobiliare-turlstlca), eseguendo un aumento di capitale di 211 miliardi, fra nominale e sovrapprezzo, e acquistando la partecipazione di controllo ne La Rinascente. Attualmente il Gruppo Ifi controlla il 55% della Saes (attraverso Ifil-Toro); De Angeli Frua e consociate ne detengono il 36%, la famiglia Benetton il 5% e il Gruppo Ferrerò il 4%. A seguito di tali investimenti. I debiti verso banche dell'Ifi ammontavano al 30 giugno 1984 a 43 miliardi. Nei mesi successivi l'afflusso dei fondi provenienti dall'aumento di capitale, la cessione di una parte delle azioni Iflnt e l'incasso di dividendi da consociate hanno azzerato i debiti e ricostituito una liquidità di circa 95 miliardi, sufficiente a coprire sin d'ora circa 1 due terzi dell'impegno derivante dall'aumento di capitale Fiat. La prossima assemblea degli azionisti verrà convocata anche in seduta straordinaria: il Consiglio di amministrazione, infatti, seguendo una raccomandazione formulata dalla Consob in relazione al bilancio consolidato, proporrà di anticipare dal 30 giugno al 31 marzo di ogni anno la chiusura dell'esercizio sociale. Si proporrà anche di convocare statutariamente l'Assemblea di approvazione del bilancio entro sei mesi dalla chiusura, nonché altre modifiche minori dello statuto sociale. II Presidente dell'in, Giovanni Agnelli

Persone citate: Benetton, De Angeli, Giovanni Agnelli

Luoghi citati: Torino