Libertà agli assassini di Tobagi impossibile giudicarli in tempo di Marzio Fabbri

Liberia agli assassini di Tobagi impossibile giudicarli in tempo In febbraio, grazie alla legge sulla carcerazione preventiva Liberia agli assassini di Tobagi impossibile giudicarli in tempo Non ancora concluso a Milano il lavoro sulla motivazione della sentenza di primo grado MILANO — Daniele Laus. uno degli assassini del giornalista Walter Tobagi, condannato a 27 anni e 8 mesi; Pier Giorgio Franzettl e Darlo Bertagna, entrambi tra i fondatori dei «Reparti comunisti d'attacco», «irriducibili» condannati rispettivamente a 23 anni e tre mesi e a 16 anni e sei mesi. Sono solo alcuni di coloro che torneranno in libertà a partire dal primo febbraio dell'anno prossimo in base alla nuova legge sulla carcerazione cautelare varata il primo agosto scorso che en- trerà in vigore completamente fra poco più di 4 mesi. Al palazzo di giustizia del capoluogo lombardo ritengono che non si possa fare nulla per impedire la scarcerazione di elementi come questi, che sono ritenuti pericolosi. Si fisseranno probabilmente delle cauzioni alte, si obbligheranno i liberati a sottostare a misure di polizia, ma 11 loro ritorno in circolazione è previsto come molto probabile. Tutto ciò è conseguenza del fatto che entro i termini di entrata in vigore della legge non potrà essere celebrato il processo di secondo grado contro 11 gruppo di presunti terroristi etichettati come «Rosso-Tobagi», condannati dalla corte d'assise 11 28 novembre dell'anno scorso. La motivazione di quella sentenza, però, non è ancora pronta. Spiega il giudice incaricato di scriverla, Rosa Polizzi, che si tratta di un lavoro enorme: più di 1000 pagine, 320 di soli capi di imputazione e elenco di imputati, 758 reati. Il magistrato è ormai al termine della sua fatica, ma poi ci saranno I tempi tecnici necessari per battere il tutto a macchina il che, con gli organici ridotti degli uffici giudiziari, sarà un problema. «Senza contare — aggiunge — che se anche, per assurdo, avessi finito a maggio, ugualmente non sarebbe stato possibile celebrare il processo d'appello». Tra 11 tempo necessario per le citazioni agli imputati sparsi per le carceri di tutta Italia e in continuo movimento, quello da concedere ai difensori per motivare i ricorsi in appello, quello necessario ai giudici nuovi per studiare gli atti (80 mila pagine) comunque il termine sarebbe stato superato. La magistratura milanese è tanto convinta dell'Impossibilità di farcela che non ci proverà neppure concentrandosi su altri casi dove i margini fanno sperare in conclusioni entro i termini. Secondo indiscrezioni (ma alla procura generale tacciono sull'argomento), sarebbero 156 gli scarcerandl pericolosi. Notevoli margini di rischio esistono per 1 mafiosi (12 dei quali condannati all'ergastolo) che devono rispondere di sequestri di persona, un omicidio, una violenza carnale su un ostaggio e decine di altri reati. Il loro processo comincerà il 29 ottobre ma potrebbe anche non finire per tempo. «Faremo di tutto per riuscirci», dice un giudice, spiegando che è giù stato predisposto il raddoppio dei consiglieri relatori dei rappresentanti dell'accusa e dei giudici popolari supplenti. • Quando si ha a che fare con presunti mafiosi — spiega — non si sa mai. Qualcuno potrebbe finire sotto una macchina, magari niente di grave, ma abbastanza per bloccare il procedimento». E' stato deciso di duplicare tutti gli atti processuali per ridurre al minimo i rischi derivanti da incendi «casuali». A giudizio d'appello andranno anche, alla fine di gennaio, i terroristi «neri» Massimo Cavallini e Giorgio Soderlnl e in questo caso i giorni a disposizione sono veramente pochi anche se non è ancora ben chiaro se i due rimarranno in carcere per ordini di cattura di altre magistrature. Alla procura generale spiegano comunque che una possibilità c'è. E' rappresentata da una interpretazione possibile dell'articolo 30 della nuova legge. Secondo alcuni, infatti, si dovrebbe cominciare a computare la durata della carcerazione cautelare dalla data di entrata in vigore della legge, e non da quella dell'arresto del detenuto. Pare che sia una interpretazione che sta abbastanza a cuore al ministero, ma parecchi giudici non sarebbero d'accordo giudicandola poco più di «un espediente». Marzio Fabbri

Persone citate: Bertagna, Cavallini, Daniele Laus, Giorgio Soderlnl, Pier Giorgio Franzettl, Rosa Polizzi, Tobagi, Walter Tobagi

Luoghi citati: Italia, Liberia, Milano