La croce del Re dei confessori
La^croce del Re dei confessori E' IN MOSTRA A VENEZIA La^croce del Re dei confessori ROMA — Una croce d' avorio di ottocenlo anni fa c in essa tutta l'ansia del Medioevo di integrare Vecchio c Nuovo Testamento e: dare forma visiva alla storia della salvezza, dalla caduta di Adamo alla Resurrezione: è la croce di Bury St. Edmunds, una delle più straordinarie creazioni dell' arte religiosa medievale, da oggi alla Biblioteca Marciana di Venezia in una mostra organizzata dalla Olivetti. «Un oggetto magico, una presenza sacra»: così Thomas Hoving, ex direttore del Metropolitan di New York, ha descrìtto nel libro // re dei confessori questo pezzo eccezionale a cui ha dedicalo quasi dicci anni di vita, inseguendolo dai sotterranei di una banca di Zurigo nel mondo dei clandestini dell'arte c finalmente acquistandolo nel 1963 per il Metropolitan. Oltre alla croce, alla mostra di Venezia sono esposti altri pezzi di arte romanica inglese e italiana: un Cristo d'avorio del museo di Oslo, la bibbia miniata di Bury St. Edmunds, il salterio di St. Aibans, le miniature delle storie di sani* Edmondo. Protagonista del libro di Hoving, in cui l'ex direttore del Metropolitan racconta intrighi e avventure per entrare in possesso del prezio¬ so oggetto, la croce di Bury St. Edmunds prende il nome dalla potente abbazia inglese per cui sarebbe sta-, ta intagliata nel dodicesimo secolo lavorando zanne di tricheco, sette pezzi incastrati uno nell'altro. Alta 57 centimetri e larga 36, raccoglie un compendio di scene bibliche e ncotestamentaric che si svolgono lungo i tronchi dell'Albero della Vita. Il braccio lungo termina con la scena dell' Ascensione, sotto la quale Pilato c Caifa disputano sul testo dell'iscrizione da apporre sulla croce di Cristo. Le loro parole, che si leggono sui rotoli nelle loro mani, sono quelle del Vangelo di Giovanni, ma il risultato del dibattito si scosta dalla tradizione: sulla croce inglese alla formula evangelica «Gesù di Nazareth, Re dei giudei» è sostituita quella di «Re dei confessori». Questo fatto c una scena sul retro della croce — una donna — personificazione della sinagoga, che trafigge l'Agnello di Dio — permettono secondo Hoving di individuare l'ambiente culturale in cui la croce è stata creata: quello dell'abbazia di Bury St. Edmunds, il cui abate Sansone fu impegnato in un'aspra polemica antisemita alla fine del dodicesimo secolo. (Ansa)
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