Caravaggio e Marco Polo con qualche zero in meno di Stefano Lepri

con qualche zero in meno Quel che potrebbe cambiare con l'adozione della lira* pesante con qualche zero in meno ROMA - La maniera più semplice di realizzare la lira pesante sarebbe di cominciare a stampare banconote uguali alle attuali, ma con la cifra cambiata. Accanto al ritratto di Marco Polo, si camberebbe la dicitura da mille a una lira; a fianco del volto di Caravaggio, si stamperebbe «cento {ire». Biglietti nuovi e vecchi continuerebbero a coesistere, e ovviamente ad avere uguale validità, per parecchio tempo. Poco dopo, quando fosse necessario, si darebbe il via alla nuova banconota da mille, ossia un milione di lire attuali.. E' un'operazione alla quale la Banca d'Italia è pronta, tecnicamente semplice, anzi banale. Non richiede alcun provvedimento economico speciale per accompagnarla. Ha dei vantaggi di comodità ma, sempre sul piano tecnico, nessuna particolare urgenza. Se 11 Parlamento la decidesse, perché ci vuole una legge, 1 tempi non sarebbero più lunghi di quelli che occorrono normalmente per emettere una nuova banconota. La questione più importante, in questo come in altri casi in cui i provvedimenti economici mutano le abitudini di tutti i giorni, è come la gente reagisce. Ecco il parere del responsabile, dell'emissione di banconote, il capo del servizio tecnologico della Banca d'Italia, Roberto Mori: •Dal grande pubblico la riforma può essere interpretata in due maniere diametralmente opposte — si legge in uno studio pubblicato di recente <— specie in un periodo di inflazione quale è quello die caratterizza l'economia italiana. O come un penoso tentativo di fare qualcosa quando tutto quello die di concreto si poteva fare non ha sortito effetto alcuno, oppure come la prova tangibile che la situazione sta cambiando radicalmente e che c'è l'intenzione di rilanciare l'economia con altri metodi o con altre ipotonia. Ovviamente solo in questo secondo caso la riforma sarà accettata positivamente e tutti si sentiraraio coiìivolti nell'assicurarle il successo». Qui il tecnico si ferma. L'unico motivo pratico per affrettare una decisione sarebbe l'inopportunità di emettere una banconota da un milione: essa rappresenterebbe uno spiacevole simbolo di Inflazione galoppante. Meteco fare la lira issante e poi stampare una banconota da mille lire pesanti: una diversità solo apparente, eppure, cosi si ritiene, significativa. Non si tratta di una urgenza pressante, perù: secondo la Banca d'Italia, ancora per qualche anno può andare bene che 11 taglio massimo sia di centomila. Oggi le centomila sono 11 52% circa del biglietti di banca in circolazione; quando ci si decise a slampare le 50.000 e le 100.000. nel '67, si era arrivati al punto che le diecimila, taglio massimo di allora, co- stituivano quasi il 90% di tutte le banconote. Altri Paesi hanno cambiato l'unità di conto stretti da un' inflazione davvero galoppante, superiore a quella clic ha conosciuto l'Italia nei momenti peggiori. Di recente Israele, che ha fatto scomparire la locale lira creando lo shekel; Argentina, Brasile, Jugoslavia hanno moltiplicato anche più di una volta, per cento, per mille, perfino per diecimila. L'esemplo più vicino a noi resta quello della Francia, dove De Gaulle creò Il franco pesante nel 1058; ma 11 si brattava del segnale di una profonda manovra di rlequtlibrio dell'economia, a carattere deflazionistico. Le misure di De Gaulle, si leggeva sulla •Stampa» del 28-12-58, «che porteranno un notevole aumento del costo della vita, sono state rese necessarie dalle condizioni del bilancio, gravato dalle spese per la guerra d'Algeria». Si annunciava che la nuova moneta •valeva di più» nello stesso tempo In cui si annunciavano severi sacrifici al Paese per stabilizzarla. Nulla obbliga ad accompagnare con slmili provvedimenti un cambio dell'unità di conto monetarla, se la moneta è già solida e l'inflazione si è placata. Tuttavia, c'è chi ritiene che l'occasione sarebbe buona per un vero e proprio cambio della moneta, come quello che si era progettato nell'Italia del dopoguerra e poi non ci fu. Ieri 11 deputato socialista Franco Piro, capogruppo alla commissione Finanze, ha proposto un cambio totale della moneta tassato: ovvero, le vecchie banconote cesserebbero subito di avere valore e tutti dovrebbero cambiarle nelle nuove pagando una sorta di imposta patrimoniale, •dello 0,25-0,50%», per dare la spinta conclusiva al risanamento economico. In questa ipotesi, per 100.000 lire vecchie se ne otterrebbero non 100, ma 99 e 75, o 99 e 50 centesimi delle nuove. Va detto che, dal dopoguerra ad oggi, si sono grandemente sviluppati 1 mezzi di pagamento diversi dal contante: monete1 e banconote erano nel 1950 11 46% dei mezzi di pagamento, oggi il 20%; cosicché, l'efficacia di una misura del genere sarebbe più ridotta che in passato. Stefano Lepri

Persone citate: De Gaulle, Franco Piro, Roberto Mori

Luoghi citati: Algeria, Argentina, Brasile, Caravaggio, Francia, Israele, Italia, Jugoslavia, Roma