Per la Venchi una triste agonia tra ricordi, ruggine ed erbacce
Per la Venchi una triste agonia tra ricordi, ruggine ed erbacce Con l'azienda dei «due vecchietti» muore un simbolo torinese Per la Venchi una triste agonia tra ricordi, ruggine ed erbacce Dopo tante promesse, l'ultimo atto: gli immobili e il parco vanno in rovina, dimenticati I cancelli arrugginiti della Venchi Unica, l'industria dolciaria cara al torinesi per 11 marchio del cacao del -Due vecchietti», restano malinconicamente chiusi Dietro, a pochi metri, 1 circa otto ettari dello stabilimento di piazza Massaua sono in stato di abbandono. Le erbacce hanno trasformato il parco in una selva, aggredito e sconfitto la fontana davanti all'Ingresso carraio. Molte finestre sono rotte, alcune mal rappezzate con compensati e un alberello sta sgretolando il muro proprio sotto la palazzina degli uffici. Anche la targa con 11 nome della società è stata asportata. Unico custode del grande impianto è una guar¬ dia giurata che controlla il piazzale. Non è possibile entrare nel locali e non è facile avere notizie. La Venchi Unica deve essere dimenticata, con tutta la sua storia infarcita di promesse e delusioni, errori, speranze. E occorrerà ancora attendere qualche anno per poter arrivare al capitolo finale, alla sentenza del tribunale sull'ultimo fallimento. Nel frattempo sparuti gruppetti di dipendenti, da quasi otto anni in cassa integrazione, ogni tanto ripassano per rivedere la vecchia azienda. Per loro non c'è piti lavoro, solo il peso di un'umiliante assistenza sociale. Non ci sono prospettive né trattative per la Venchi. Cosi il Comune sta usando alcuni capannoni come deposito del veicoli della raccolta rifiuti e un incaricato dell'imprenditore cuneese Pietro Cussino cerca di vendere gli ultimi macchinari rimasti ad arrugginire nel reparti, in una corsa perdente con il tempo, n suo è stato l'ultimo tentativo fallito, nonostante l'ottimismo della vigilia: «Non c'è nessun fine speculativo — aveva detto — via la sana intenzione di ridare vita ad un' azienda. Per ora si tratta di impegnare soltanto 90 dipendenti. Poi vedremo: Ma qualche giorno dopo ogni illusione è franata. Eppure questa azienda ha scritto numerosi capitoli della storia cittadina. Sin da quando, nel novembre '69 (allora 'Talmone»), era stata conquistata dal finanziere siciliano Michele Slndona. Ma il progetto di una società dolciaria forte si era ben presto rivelato un sogno. E già quattro anni dopo, nel febbraio 1974. Incominciava l'odissea. Nel giugno '75 1 lavoratori (circa 1700) restano per la prima volta senza salario. Poi tutto corre su un plano Inclinato verso 11 fondo. Stefano Cigallno e Bram Hertzberger prendono le redini della Venchi, ottengono anche 11 consenso del sindacati e di numerosi amministratori pubblici. Ma è un fiasco: il 14 febbraio '78 c'è il fallimento. Di quel periodo e del successivo (quello del finanzieri siciliani Rapisarda-Alamia) sul muri sporchi dello stabilimento restano ancora gli slogan. Invece le bandiere rosse ormai lacere e scolorite sono state tolte qualche mese fa. Si è spento anche l'eco dei cortei e delle occupazioni dei binari a Porta Nuova (le prime di quel tipo), e nessuno ha 'avuto parole di comprensione per-chi aveva affidato alla Venchi Unica i suoi risparmi perdendo tutto nel tracollo. Nell'ottobre '82 vengono venduti gli immobili di piazza Massaua (al Comune di Torino) e di Collegno (a una società); le attrezzature sono divise per lotti e cedute al migliori offerenti; i marchi, anche quello prestigioso del •Due vecchietti», assegnati a due società diverse. Qual è oggi il destino dello stabilimento? Per non consentire l'uso del terreno in cambio del trasferimento dell'impianto in altra zona non è stato possibile trovare uno sbocco alla vicenda. E oggi il Comune (proprietario del terreno e degli immobili) rischia di ritrovarsi tra le mani un valore ogni giorno Inferiore. Ma le contraddizioni della lunga vicenda non consentono commozione. Chi un tempo ha guidato gli operai, i sottosegretari che avevano promesso e firmato accordi, gli assessori, non guardano indietro. Cosi la Venchi Unica, dichiarata finita dal •tribunale, muore giorno dopo giorno e diventa un ricordo da dimenticare, forse con imbarazzo. Adriano Provera tniitii un imi in lini nulli i ili lini intuì t limi n Kcco il grave sialo di abbandono in cui è lascialo l'ex stabilimento della «Venchi Unica» di corso Francia: erbacce e sporcizia / •;>>.
Persone citate: Adriano Provera, Bram Hertzberger, Michele Slndona, Pietro Cussino
Luoghi citati: Collegno, Comune Di Torino
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