Molti dubbi sui grandi calcolatori Tutti vogliono personal computer

Molti dubbi sui grandi calcolatori Tutti vogliono personal computer Molti dubbi sui grandi calcolatori Tutti vogliono personal computer L'esperienza è la maestra migliore. Questa massima, utile in tutti i campi della vita umana, è tanto più valida in un settore, quello delle previsioni di sviluppo dell'informatica, che ha registrato clamorosi errori. Un esempio per tutti: alla fine degli Anni 70 in Francia era convinzione generale che lo scenario dell'informatica e delle telecomunicazioni si sarebbe, in futuro, basato su grandi centri di calcolo dotati di gigantesche capacita di memoria in cui sarebbero state collocate tutte le informazioni necessarie al Paese e con i quali gli utenti si sarebbero collegati con un numero pressoché infinito di terminali. Mal previsione fu più sbagliata: lo dimostra 11 «boom» del personal computer che indica chiaramente una linea di tendenza verso un decentramento più sostanziale sia cella memorizzazione che nell'utilizzazione delle informazioni. Un altro segnale in questo senso viene dal fatturato Ibm sui «desktop computer* che, nel medio termine, dovrebbe superare quello realizzato con i grandi «mainframe»; ugualmente, una grande società americana specializzata nell'informatica, che stimava nel marzo del 1983 che il mercato avrebbe in quell'anno assorbito poco meno di un milione di personal professionali, ha dovuto rivedere radicalmente quella previsione, aumentando la stima dell'80 per cento. Oggi le stime del mercato del personal computer negli Usa perii 1984 e gli anni successivi raddoppiano quelle fatte all'inizio del 1983 e ciò ha prodotto un afflusso notevole di nuovi produttori sul mercato. Ma logicamente, come è successo per 11 mercato dell' automobile, anche quello dell'informatica non promette ricchezza a tutti 1 produttori: nel campo dei grandi «mainframe» questa barriera tecnologica e finanziaria è evidente in quanto pochi possono competere con l'Ibm. ma anche sul mercato dei personal si registrano limiti dovuti soprattutto al fatto che è qui che si svolge lo scontro competitivo delle aziende che intendono rimanere vitali nel settore. Non è da dimenticare infatti che il mercato del personal ha raggiunto una sua autonomia da quello dei grandi «mainframe» proprio perché il personal ha fatto scoprire la libertà dell'elaborazione locale delle informazioni ed è diventato protagonista dell' automazione dell'ufficio, sfruttando il fattore psicologico dell'insofferenza dell' utente a dipendere da grandi calcolatori centrali. L'utente ricostruisce dal basso, collegandosi con altri personal e apparecchi per ufficio, la maggiore capacità di calcolo e memoria di cui necessita. A questo punto c'è da vedere su quale terreno si svolgerà, lo scontro tra aziende del settore. Sicuramente la capacità di ridurre 1 prezzi e i costi, la capacità di innovazione tecnologica e di vendita funzioneranno da discrimi nanti tra aziende competitive e aziende che non lo sono. C'è inoltre da tenere presente il rispetto delle esigen ze dell'utenza: i personal competitivi dovranno infatti, oltre ad avere caratteristiche di prezzo e tecnologia idonee adottare altresì criteri di multifunzlonalità e compatibilità indispensabili in un'organizzazione del lavoro che prevede la diffusione capillare dei personal. La storia della produzione dei personal computer non ha un andamento lineare: grandi aziende del settore hanno infatti registrato grossi successi di mercato alternandoli perù a clamorosi fallimenti. Questo avviene perché ormai si distinguono chiaramente le diverse generazioni dei personal computer e il ciclo di vita di un per¬ sonal dura al massimo tre anni. Da ciò deriva che la capacità delle aziende di passare a una nuova generazione funzionerà sicuramente come criterio discriminatorio della capacità competitiva. Una dura lotta dunque in cui tecnologia, costi e capacità di previsione delle necessità dell'utenza avranno grande posto: ma alla fine chi sopravviverà? Sicuramente qualche colosso americano e giapponese del settore mentre, per l'Europa, il futuro non si presenta roseo. Già nel 1960, le aziende europee persero il treno del «mainframe» mentre l'Ibm conquistava l'assoluto predominio sul settore e il tentativo successivo di riconquistare spazi di mercato incontrò un nuovo fallimento. Questo ritardo le aziende se lo tirarono dietro e non si accorsero in tempo delle opportunità offerte dal mercato dei minicomputer: negli ultimi anni la stessa incapacità di previsione si è manifestata nel campo dei personal e le aziende europee hanno dovu¬ to, ancora una volta, soccombere a quelle americane. Il nuovo banco di prova saranno le «workstation», considerate dai più il futuro del personal computer: grappoli di stampanti, di memorie, video e tastiere collegati con reti locali, con altre «workstation» o con un «mainframe» che non avrà però un ruolo dominante, ma sarà uno degli elementi dell'automazione del lavoro. Sarà questa dunque la nuova fase del mercato dell'informatica che, pur mantenendo costante, a livello mondiale, 11 suo tasso di sviluppo, ha visto notevolmente cambiare la composizione della domanda. Mentre infatti nel 1977 1 «mainframe» detenevano un sicuro primato, già nel 1987 passeranno dal 47 per cento al 25, mentre i «mini» passeranno dal 15 al 17 per cento e le «periferiche» dal 19 al 17 per cento. Il boom sarà rappresentato dalle «workstation» per ufficio (desktop computer, terminali general purpose, word processor e macchine da scrivere elettroniche) che saliranno dal 19 al 41 per cento. Questa è la nuova opportunità offerta dal dinamico mercato dell'informatica: le aziende europee possono tentare, dopo tanti ritardi, quest' ultima carta e la sua parte potrebbe farla anche l'Italia.

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Usa