Neguib racconta la rivoluzione tradita di Nasser (era un piccolo re) e di Sadat

Neguib racconta la rivoluzione tradita di Nasser (era un piccolo re) e diSadat Taglienti giudizi nelle memorie dell'ex presidente egiziano morto un mese fa Neguib racconta la rivoluzione tradita di Nasser (era un piccolo re) e diSadat IL CAIRO — GII avvenimenti del luglio 1952 che provocarono la caduta della monarchia di Faruk? Una rivoluzione «tradita», che ha avuto per l'Egitto .conseguenze catastrofiche*. Gamal Abdel Nasser? «Un uomo capace di tutto, pur di consolidare il suo potere». Gli altri «ufficiali liberi»? Un pugno di arrivisti corrotti, «peggiori dei demoni dell'inferno». Sono alcuni dei taglienti giudizi sulla rivoluzione che lo vide fra 1 protagonisti, e sugli uomini che furono allora 1 suol compagni di cordata, tracciati da Mohàmed Neguib, il primo presidente della repubblica egiziana. Neguib, morto 11 mese scorso al Cairo all'età di 83 anni, ha lasciato un libro di memorie ed alcune estratti delie pagine più esplosive, anticipati da un settimanale di opposizione, offrono uno spaccato Inedito di quegli anni. " Neguib, allora, era l'ufficiale più popolare di tutto l'eser- cito egiziano, la bandiera — se non 11 leader — del movimento rivoluzionarlo. Dopo 11 «golpe» venne nominato primo ministro e ministro della Difesa, diventando capo dello Stato nel giugno 1953, ma la convivenza con Nasser ed il suo entourage si rivelò subito difficilissima. Neguib, nell' immaginare 11 futuro dell' Egitto, era per 11 pluralismo politico e per un sistema parlamentare. Nasser ed I suoi sostenitori volevano invece uno stato forte, violentemente nazionalista, che con gli anni avrebbe dovuto evolversi verso una forma di «socialismo arabo». «/ contrasti — racconta Neguib — scoppiarono qualche giorno dopo la rivoluzione e si trasformarono rapidamente in una guerra senza quartiere. Avevamo messo alla porta un sovrano per ritrovare sul trono tanti piccoli re». Il centro di potere più forte era quello che faceva capo a Nasser, «uno di quel perso¬ naggi capaci di ogni metamorfosi pur di adattarsi alle circostanze», scrive Neguib. « Un giorno era dalla parte dei comunisti, un altro con i fratelli musulmani, un terzo giorno contro gli uni e gli altri. Ma sempre, e soltanto, in favore di se stesso». Nella sua spietata «anatomia di una rivoluzione» Neguib salva, a metà, soltanto Anwar Sadat. «il futuro rais aveva l'abilità di evitare le tempeste che è caratteristica dei contadini egiziani. Approvava tutto, ma non si sapeva esattamente se fosse d'accordo ono» Nel confronti degli altri do- dici ufficiali liberi Neguib afferma che essi trasformarono la rivoluzione In una «vergogna»: milioni di sterline dilapidati al tavolo da gioco, gioielli ed argenteria reale trafugati, denaro destinato alle opere sociali sottratto e messo In tasca. .Lasciarono le loro vecchie Jeep e si 7>i(sero al volante di lussuose 11mouslnes. Mi dissero: ricuperiamo quello che abbiamo pagato per tanti anni». Quando Nasser decise di sciogliere la setta del «fratelli musulmani», con l'appoggio del sindacati, Neguib perse la partita. Nove mesi più tardi venne destituito e posto in residenza coatta In un villino del dintorni della capitale. Doveva uscirne soltanto nel 1971, quando Sadat prese 11 posto di Nasser, ma In vita non fu mal pienamente riabilitato. Soltanto dopo la sua morte, 11 presidente Hosny Mubarak ha dichiarato che Mohamed Neguib è stato un eroe della patria. (Ansa)

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