Il caso-Zanussi è alla stretta finale I big del «bianca» mutano strategia

Il caso-Zanussi è alla stretta finale I big del «bianca» mutano strategia Si moltiplicano le riunioni delle banche, oggi Altissimo riferisce in Commissione Il caso-Zanussi è alla stretta finale I big del «bianca» mutano strategia TORINO — Il primo a scoppiare era stato il caso della Indesit; poi, con molto meno clamore, era stata 1' Ariston a denunciare un bilancio in rosso nell'83; infine è toccato alla Zanussi, forse il problema più grave. A questo va aggiunto il passaggio, tutt' ora non perfezionato, della San Giorgio (Irl) al gruppo Nocivelli. Il settore dell'elettrodomestico, che è stato uno del protagonisti del boom economico italiano, sta affrontando una difficile ristrutturazione fatta di licenziamenti e anche di passaggi di proprietà: ma (caso Zanussi a parte) qual è oggi la situazione delle aziende più importanti dopo gli allarmi degli anni scorsi? E quali le prospettive? Abbiamo sentito alcune società tra le più importanti in Italia, ecco che cosa è emerso. MERLONI-ARISTON — E" In crisi; no, non è in crisi. Ha perso un sacco di miliardi; non è vero, è sana ma deve cambiar rotta. Erano le voci contrastanti che circolavano un anno fa sull'azienda di Fabriano. Poi la presentazione del bilancio ha chiarito una situazione che è apparsa difficile, ma non drammatica, il fatturato a fine '83 era di 520 miliardi, con circa il 50% di export, le perdite ammontavano a quattro miliardi. Un risultato limitatamente negativo se rapportato al volume delle vendite. Era però la prima volta che a Fabriano chiudevano in rosso, e la cosa ha fatto scalpore. Cosi è scattata la ristrutturazione: senza parlarne troppo («all'esterno quasi nessuno se ne è accorto- commentano nel gruppo) si è proceduto a mettere in cassa integrazione una parte dei dipendenti, ma soprattutto ad accentrare le responsabilità direzionali per arrivare ad una maggiore rapidità di decisione. L'azienda si è presentata più aggressiva sul mercato, ha lanciato una nuova linea di lavatrici (Margherita) con un notevole sforzo pubblicitario. E 1 risultati non si sono fatti attendere: il fatturato a fine '84 dovrebbe toccare 1650 miliardi, il bilancio chiuderà in pareggio o in leggero utile. ^ INDESIT — Nel '79. quando entrò crisi, la Indesit aveva 12 mila dipendenti, oggi ne ha seimila: basta questo dato per dare la misura dello sforzo di ristrutturazione della società torinese. Ma nel '79 la chiusura sembrava quasi inevitabile, a fine '83 il fatturato sfiorava i 311 miliardi ed il bilancio chiudeva In pareggio, sia pure mediante l'utilizzo della Vlsentlni bis. Ncll'84 il fatturato dovrebbe aggirarsi sulle stesse cifre dell'anno scorso, sui risultati di bilancio per il momento la direzione non si pronuncia. La Indesit nel giorni scorsi ha rischiato di tornare alla ribalta per un ritardo nel saldo degli stipendi: «Un episodio dovuto'al forti investimenti fatti totalmente in autofinanziamento — fa notare la direzione —, nel primo semestre di quest'anno abbiamo fatto Investimenti per 20 miliardi, una cifra almeno corrispondente è prevista per il 1985 — ed aggiunge — il fatto che la società abbia dovuto fino ad oggi sopportare da sola l'onere di questi investimenti non ci ha certo agevolato il cammino». Anche la società torinese per 11 suo rilancio Si è affidata alle novità della gamma (serie 2000, Limpia); nello stesso tempo ha avviato due iniziative: l'Eurovldeo, con Zanussi e Rei, per la produzione di videoterminali, e la Indesit Elettronica per la produzione di registratori di "fJANDY — «Grazie Candy.: a Pepplno Fumagalli l'azienda di elettrodomestici non ha mal dato grattacapi. I bilanci hanno sempre chiuso con un utile, (talvolta modesto), mai in rosso. Merito di una ristrutturazione che è partita quando 1 concorrenti sentivano appena le prime avvisaglie della crisi: oggi è forse l'unica società a disporre di un impianto completamente automatizzato per il montaggio del complesso vasca-cesto. Nell'83 il fatturato è stato di circa 300 miliardi, con un utile di due; 11 50% della produzione è stato venduto all'estero. Ma se 1 bilanci hanno chiuso In nero grazie alle Innovazioni produttive, le vendite sono sempre andate bene anche per alcune azzeccate scelte commerciali e pubblicitarie, come le sponsorizzazioni nella Formula 1 (oggi peraltro concluse) o quelle culturali: quest'anno la Candy sponsorizza tutta la stagione di balletto della Scala di Milano, con tournées all'estero, dal Metropolitan di New York al Teatro di Tokyo. E a fine '84 Fumagalli è convinto di poter presentare un altro bilancio In utile. SAN GIORGIO — L'azienda del gruppo Irl è stata recentemente al centro di polemiche sull'ipotesi di una sua cessione al gruppo privato che fa capo a Nocivelli. Nel 1983 ha fatturato circa 02 miliardi con un utile di un mi' Ilardo. Quest'anno l'utile dovrebbe rimanere immutato, 11 fatturato salire a 95 miliardi. Come le altre società italiane del settore, anche la San Giorgio ha puntato su un miglioramento della qualità per mantenere le posizioni sul mercato: tirano le vendite di lavatrici, più calme quelle di frigoriferi, lavastoviglie e cu cine. L'azienda attende ora il passaggio al settore privato con la speranza che questo non porti a un suo ridimensionamento. Paolo Giovani Ili

Persone citate: Fumagalli, Ilardo, Nocivelli, Paolo Giovani, Rei, Zanussi

Luoghi citati: Fabriano, Italia, Milano, New York, Pepplno, Torino