L'archivio meraviglioso degli inediti di Charlot di Ugo Buzzolan

L'archivio meraviglioso degli inediti di Charlot Come Chaplin costruiva la gag: un'antologia su Raidue L'archivio meraviglioso degli inediti di Charlot Gli appassionati di vecchio cinema, i fans di Charlot, non devono perdersi la trasmissione a puntate che — per nulla reclamizzata dalla stessa Rai — debutta quasi alla chetichella stasera a tarda ora su Raidue: Chaplin sconosciuto, ovvero II meraviglioso archivio inedito di Charlot, programma americano di Kevin Brownlow e David Olii. DI cosa si tratta? E' una antologia ragionata di brani di pellicola tagliati e scartati da Chaplin durante il lavoro di regista e interprete. Molti di questi brani sono andati distrutti — gettati nel fuoco, secondo l'uso dell' epoca — e molti invece sono stati casualmente conservati negli scaffali più remoti di un paio di archivi a Hollywood; alcuni sono stati recuperati in questi ultimi anni e per la prima volta 11 documentario li mostra al grande pubblico. La puntata di stasera si intitola slgniflcativametne / miei anni più felici e si riferisce al periodo di esordio di Charlot regista attorno al 1916, dopo l'esperienza — proficua — fatta con Max Sennett. Bisogna dire che il materiale raccolto e ordinato e montato con notevole abilità, è quasi tutto straordinario, e tutto, in ogni caso, divertente. A parte le rare foto sul!' archeologia di Hollywood, ossia sul come erano impiantati gli stabilimenti di posa settant'anni fa, sono eccezionali 1 frammenti che c'illustrano, passo passo, come Chaplin sia arrivato a costruire una determinata gag provando e riprovando, correggendo l'angolazione di ripresa, cambiando i movimenti, sostituendo addirittura gli attori. Altro che folgorante improvvisazione geniale; il genio c'è, su questo non ci possono essere dubbi, ma è un genio che si esplica attraverso un lavoro paziente, accanito, puntiglioso, autocritico. Si veda, ad esempio, la gag della scala mobile nei grandi magazzini (per primo Chaplin ha avuto l'idea di usarla in un film). Si comincia con scene che non soddisfano il regista perché non sono abbastanza veloci — discesa precipite, caduta disastrosa su una signora, scazzottatura con l'usciere ributtato sulla scala e proiettato verso l'alto — e che quindi vengono sostituite da altre scene via via sempre più incisive. Cosi come l'altra elaborata gag delle terme o del centro fisioterapico: dapprima Chaplin gira in esterni, poi porta la stessa scena, però modificandola molto, all'interno di un salone e Inventa un irresistibile ingorgo di carrozzelle per paralitici con lui, fattorino, che sotto gli occhi esterrefatti del direttore, si trasforma in vigile urbano e dirige il traffico. Apprendiamo che alla fine, scontento, abolirà la gag. Ma nell'antologia non c'è soltanto questo. Scopriamo i segreti di un ingegnosissimo trucco (la scure del boia che piomba a due centimetri dal piede di Charlot) e vediamo Chaplin che insegna recitazione alla sua prima donna, e donna del cuore di allora, Edna Purviance (la quale in diversi spezzoni scoppia a ridere a sproposito perché incalzata dall' enorme e barbuto Eric Campbell, e quindi interrompe la ripresa). Ancora una chicca: il balletto parodistico che Charlot fa con le donne delle pulizie, un piccolo capolavoro perduto e ora ritrovato. Ugo Buzzolan Charlot: il suo era un lavoro paziente, accanito, puntiglioso

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