A Ogarkov la presidenza di un'accademia militare? di Fabio Galvano

A Ogarkov la presidenza di un'accademia militare? Forse l'ex capo di Stato Maggiore accusato di «bonapartismo» A Ogarkov la presidenza di un'accademia militare? L'americano William Jackson, già consigliere di Carter, sostiene di avere avuto in Urss queste informazioni - Incerta e contraddittoria la tesi che definisce il militare una «colomba» anti-SS20 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Preside dell'Accademia militare Voroshilov: 11 destino del maresciallo Ogarkov, secondo quanto è stato riferito a un funzionarlo americano in visita a Mosca, sarebbe stato detcrminato dalla sua opposizione al programma SS-20, dalle sue responsabilità' - sia pure indirette e formali — nell'abbattimento del jumbo sudcoreano, anche dal tono forse troppo «bonapartista» con il quale egli era emerso dall'anonimato delle forze armale. E' forse attendibile la notizia sulla destinazione dopo il siluramento, con cui si scarta l'ipotesi di una sua umiliante nomina in subordine al maresciallo Achromecv che l'ha sostituito; meno quella sulle cause che hanno portato al terremoto, tuttora oggetto di speculazione. Le spiegazioni date al visitatore americano, di fatto, erano già affiorate, ma sono in parziale contrasto con quelle circolate la scorsa settimana. William Jackson, ex consigliere dell'Amministrazione Carter sulle questioni del controllo delle armi, ha riferito di avere avuto quelle informazioni da autorevoli funzionari sovietici degli Esteri e della Difesa. L'Accademia Voroshilov, una delle più note e illustri di Mosca, è attualmente diretta da un generale; anche ciò starebbe a indicare la severità con cui Ogarkov — maresciallo, non generale - sarebbe stato colpito dal Cremlino. A Jackson è stato anche detto che il maresciallo si era macchiato di «comportamento antipartito», e cioè di essersi messo in contrasto con il Politbjuro. Ma se lui era «colomba» sugli euromissili, come é stato detto a Jackson, ne conseguirebbe che Gromyko e tutta la leadership, a partire da Ccrnenko, sono «falchi»; il che contrasta con l'ipotesi di cauta riapertura che si è voluta vedere negli imminenti colloqui americani di Gromyko. Se nelle vicende dei prossimi giorni si vuole invece assaporare il primo timido gesto di una riapertura del dialogo fra le superpotenze, e se davvero Ogarkov è stato silu rato per un suo contrasto di fondo sulla politica militare ne può conseguire che il «laico» era lui. Anche se, va ripetuto, ciliare e nette etichette non esistono, quelle di «fai co» e di «colomba» sono ipo tesi occidentali di comodo per chiarire gli intrighi del Cremlino. In ogni caso, per quanto riguarda 11 valore simbolico che la vicenda di Ogarkov potrebbe avere in merito al dialogo fra le superpotenze, si assiste a Mosca a una «offensiva di cautela» da parte del Cremlino. Dopo aver gettato acqua sul fuoco delle grandi speranze, con l'intervento venerdì di un funzionario del ministero degli Esteri. Mosca insiste con i suoi mass-media, elaborando nuove e dure denunce all'America di Reagan, accusala con la Germania di Kohl di «ricalcare i ìnetodi di Hitler,: e di preparare l'Europa a una terza guerra C'è addirittura, a pochi giorni dai colloqui americani di Gromyko, un tocco di pes¬ simismo che emerge da una dichiarazione alla tv americana di un lunzionario del comitato centrale, Sstanislav Menshikov: -Se il bagaglio sarà lo stesso che abbiamo ispezionato negli ultimi anni — ha detto applicando un'immagine doganale ai contenuti negoziali americani — allora l'incontro (con Reagan; ndr) potrebbe essere nulla più clie un incontro». Cautela e pessimismo, di fatto, emergono a Mosca anche dal latto che, alla vigilia del viaggio di Gromyko, vengono ancora taciuti tutti i suol colloqui (Reagan, Mondale. Shultz, Andreotti, Genscher). Fabio Galvano