Ottimisti e pessimisti

Ottimisti e pessimisti Come si cucinano dati economici e statistiche Ottimisti e pessimisti Non solo in Italia, ma un po' dappertutto per il inondo, le difficoltà di lettura dello scenario economico stanno dividendo gli osservatori tra ottimisti c pessimisti. Queste due categorie possono comodamente convivere, senza scambiarsi insulti, in quanto le diverse angolazioni di lettura della situazione economica corrente conducono insieme a conclusioni positive e negative. Art Buchwald, il columnist satirico di un noto quotidiano di lingua inglese, in un articolo dal titolo «Cucinando i numeri» ipotizza di essere ricevuto da un economista che opera presso l'equivalente americano del nostro ministero del Bilancio, il quale nel mostrargli le sue previsioni, in particolare sul bilancio pubblico, gli raccomanda di inforcare un paio di occhiali con lenti colorale di rosa ed afferma che chiunque opera all' interno dell'amministrazione Reagan è obbligato ad indossarli quando «cucina» le statistiche del governo. Il resto dell'articolo è facilmente immaginabile in quanto ruota attorno all'ampio disavanzo del bilancio federale, agli elevati tassi dell'interesse, all' enorme deficit della bilancia commerciale con l'estero, all'ingente importazione di capitali e al dollaro forte. Gli ottimisti non possono se non registrare il rientro dei timori d'inizio d'anno sulla continuazione dello sviluppo e la ripresa dell'inflazione. Lo sviluppo americano non solo ha trascinato le economie dei Paesi industrializzati, ma pare aver toccalo positivamente anche le esportazioni dei Paesi in via di sviluppo in difficoltà. L'inflazione e le aspettative di inflazione, nonostante la ripresa della produzione e dei consumi, non solo non hanno registrato rimarchevoli tensioni verso l'alto, ma nei Paesi che avevano presentato un ritardo nell'adattamento (principalmente Italia e Francia) hanno mostrato una netta flessione. Anche gli investimenti si sono orientati verso la crescita. Per questi dati macrocconomici non e il caso di inforcare lenti colorate di rosa, perché i fatti sono già di questo colore. Se, invece, si passa ad esaminare le strutture economiche sottostanti a questo soddisfacente sviluppo non vi è dubbio che occorra inforcare gli occhiali dell'amico di Buchwald, senza i quali le conclusioni dei pessimisti non possono che essere un atto dovuto. Nella professione si conoscono numerosi motti di spirito circa la differenza tra ottimista e pessimista. Quello che meglio si adatta alla situazione definisce il pessimista come persona che ha più informazioni dell'ottimista. Tale c l'Ocse di Parigi, che nel suo ultimo esercizio di previsione indica testualmente che: «Il sostegno dello sviluppo mondiale non è solo una questione di raddrizzare gli squilibri macrocconomici correnti c in prospettiva, ma dipende anche dall'adozione nell'ambito dei singoli Paesi, e nella sfera della finanza c del commercio internazionale, di politiche che migliorino le prestazioni economiche sottostanti ai risultali ottenuti. Tali politiche sono sovente descritte come strutturali. Lo scopo di queste politiche deve essere quello di permettere ai sistemi economici di adattarsi alle innovazioni ed ai mutamenti, al fine di profittare delle opportunità offerte dal progresso tecnico e dai mutamenti della specializzazione internazionale. «Queste politiche riguardano problemi quali la tassazione e la spesa pubblica; 1' operatività dei mercati dei beni, del lavoro e del capitale; le politiche industriali e regionali e le relazioni commerciali internazionali». Con questo promemoria tra le mani ciascuno dispone di una serie di lenti con cui leggere la propria economia. Se e stato fatto qualcosa nel settore indicato dall'Ocsc e se questo qualcosa ha toccato gli squilibri esistenti, si può essere ottimisti, altrimenti si ha il dovere di mantenere almeno uno stato di doveroso distacco dalle colorazioni rosee del futuro economico. Tale deve essere considerato, da chi dice di non comprendere i motivi, il recente modesto aumento del nostro saggio dello sconto. Paoi0 Savona

Persone citate: Art Buchwald, Buchwald

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi, Savona