Roma, centomila case fantasma (e sale la rabbia dei senzatetto) di Liliana Madeo

Roma, centomila case fantasma (e sale la rabbia dei senzatetto) Il Comune alle prese col problema degli appartamenti sfitti Roma, centomila case fantasma (e sale la rabbia dei senzatetto) Molte abita/ioni popolari vuote risultano utilizzate dagli assegnatari «per le vacanze» ROMA — Entro sei mesi diventano esecutivi 20 mila sfratti. La corsa per trovare un'abitazione assume toni spesso disperati e drammatici. L'altro giorno 80 famiglie di senzatetto hanno occupato l'ufficio dell'assessore alla Casa, Mirella D'Arcangeli. Giorni fa un bambino è morto in un cantiere occupato abusivamente, «e le ripercussioni emotive di fatti simili sono ben immaginabili* commenta l'assessore. Intanto sono stati resi noti i dati dell'ultimo censimento, da cui risulta che a Roma gli appartamenti sfitti sono più di 100 mila, 80 mila dei quali di proprietà di privati, il resto di enti pubblici, Stato, Istituto case popolari. La radiografia delle abitazioni imboscate ha- messo in luce a sua volta uno scandalo nello scandalo: c'è un alto numero di case popolari vuote, utilizzate dagli assegnatari saltuariamente «per le vacanze* (risulta così che si va in villeggiatura alla Magliana, sulla Tiburtlna o al Tuscolanol), oppure — come più spudoratamente alcuni hanno dichiarato — tenute vuote perché stanno cercando di venderle o di affittarle (come se si trattasse di un bene loro, non della collettività!). La situazione è molto confusa. Il Comune è stato condannato dal Tar per «abuso di potere», per aver sfrattato 1 destinatarl-furbl di un edificio popolare a Ostia: questi avevano avuto in assegnazione l'appartamento ma non ci stavano, e i magistrati gli hanno dato ragione ingiungendo al Comune di restituirgli la casa. «JVoi nel frattempo avevamo messo al loro posto dei veri senzatetto, e non intendiamo cacciar/i via — assicura la D'Arcangeli —. La giunta mi ha dato la sua solidarietà. Se rischiamo, rischiamo tutti insieme». Al Quartlcciolo. proprio quando l'Istituto Autonomo Case 'Popolari è riuscito ad ottenere l'intervento della polizia per sgomberare gli ap¬ partamenti occupati abusivamente (In realtà 1 regolari assegnatari si erano fatti versare fior di milioni), tutti i partiti della circoscrizione hanno approvato un ordine del giorno contro l'uso della forza pubblica, bloccando quindi l'operazione. Un serpentone di abusivi, disperati, furbi, profittatori della situazione, si muove indefessamente. A Natale 720 famiglie erano state fatte sgombrare da edifici comunali, a Coniale. Molti di loro sono riapparsi a Tor Bella Monaca — un insediamento di edilizia popolare del Comune sulla via Caslllna, per 4 mila persone — con quasi 600 occupazioni: 103 famiglie sono già state sloggiate, restano i casi più disperati, molti davvero bisognosi e che avrebbero forse le carte in regola per un'assegnazione, che però è già stata fatta a favore di altri bisognosi. Ma a Tor Bella Monaca — denuncia il comitato di quartiere — un centinaio di assegnatari non s'è visto, e Invece ha «venduto.' ad altri la casa: 11 prezzo medio è 15 milioni. I controlli necessari si muovono con lentezza. Ci vogliono anni per ottenere un'ordinanza di sgombero. E intanto la situazione continua ad aggravarsi. *La giunta aspetta le decisioni legislative in materia*, dice la D'Arcangeli. Ci si prepara ad intervenire quando sarà possibile (requisizioni, sospensione degli sfratti, provvedimenti per l'utilizzo delle case sfitte, incentivazioni per 1 proprietari, convenzioni con i proprietari?). Entro un mese si saprà tutto su tremita appartamenti sfitti, segnalati da singoli cittadini, comitati di quartiere, il movimento federativo democratico: è la premessa per aprire una trattativa — o una vertenza? — con l proprietari. E' stato appena ultimato — racchiuso in 3 volumi — il censimento di tutti 1 beni di proprietà del Comune, dalle aree agricole ai negozi, i palazzi, le botteghe, le abitazioni. Non era mai stato fatto compiutamente. E' la premessa per una importante revisione dei contratti di concessione e d'affitto. C'è un vecchio patrimonio edilizio — alcune migliala di appartamenti — che in tempi lontani fu dato in concessione a privati da decenni morti, a enti ormai Inesistenti, a organizzazioni di cui s'è persa traccia: i canoni erano risibili, assolutamente simbolici (mille lire l'anno per un edificio a Porta San Pancrazio, concesso ai familiari degli eroi garibaldini). Alcuni anni fa Architettura Democratica denunciò lo scandalo e parti un'indagine giudiziaria, con molta lentezza anche per le difficoltà che derivavano dalla mancanza di un censimento completo di questi beni. Da qualche anno — assicurano all'assessorato — la giunta ha avviato una diversa azione: equo canone per» tutti,.* sfratto1 per»! morosi o nel caso in cui l'edificio serva- alla collettività (è 11 caso dei sette occupanti la Casina di Raffaello, cui è stala revocata la concessione). « Uno dei principi che ci affanniamo a ripetere è che una assegnazione non è a vita e non è ereditaria. Si tratta di un bene che viene assegnato per un uso, e di cui si prevede anche la restituzione, se è il caso» dice la D'Arcangeli. La questione riguarda anche l'edilizia popolare e quella «speciale», finanziata da leggi speciali. Anche qui si tratta di verificare sia il diritto all'assegnazione sia il reddito e quindi l'ammontare del canone (che può essere sociale o tipo equo canone se si supera una certa fascia di reddito). Quando il pagamento viene aggiornato — c'è anche chi chiede di restituire l'immobile, in cambio di soluzioni meno costose. Liliana Madeo

Persone citate: Magliana, Mirella D'arcangeli

Luoghi citati: Casina, Roma, San Pancrazio