«La teologia della liberazione è la migliore sfida all'ateismo»

«La teologia della liberazione è la migliore sfida all'ateismo» Intervista a padre Leonardo Boff dopo il chiarimento con il Vaticano «La teologia della liberazione è la migliore sfida all'ateismo» «Accetto il documento della Congregazione per la dottrina e la fede ma è ancora troppo paternalistico» - «Il giudizio sul marxismo rivela un ritardo di trentanni» - «Vogliamo essere al fianco di chi lotta per lo sviluppo» Poco prima di rientrare In Brasile (e alla viglila di una breve 'pausa per riflettere e scrivere' ad Assisi assieme con il fratello, francescano come lui) padre Leonardo Boff ha commentato gli avvenimenti al centro del quali si è trovato, nelle scorse settimane. In occasione del dibattito sulla «teologia della liberazione». Come giudica il documento della Congregazione per la dottrina e la fede? «Ha il merito di avere universalizzato, per tutta la Chiesa e la società, 1 problemi che hanno fatto nascere la " teologia della liberazione": lo sfruttamento, la miseria, la fame. Ha anche riconosciuto l'importanza di discutere di una teologia della liberazione. Questo è essenziale. Il vero problema, oggi, è la risposta che si può offrire al problema dell'oppressione». «Penso, tuttavia, che quel documento parta da un punto di vista tipicamente eurocentrico. Dal tema teorico della liberazione come se si trattasse di una semplice affermazione tratta da un testo di teologia. L'episcopato locale, e lo stesso Consiglio episcopale latino-americano, non è stato consultato, se non in maniera formale. Il documento ha un carattere elitario e non tiene conto del processo concreto della liberazione per i poveri e gli oppressi». •La visione della Chièsa' latino-americana è diversa: parte dalla realtà che già si manifesta tra le classi povere, 1 sindacati, le comunità di base, le associazioni di madri, eccetera. E in questo "blocco storico e sociale" ci sono del cristiani che si domandano in quale modo la fede può concorrere allo sviluppo. E' a partire dalla comprensione di questo movimento sociale che abbiamo svolto la nostra analisi teologica. Per la Chiesa latino-americana, il "soggetto storico" della liberazione sono gli oppressi. Ed è necessario che la Chiesa s'incorpori in questo movimento». Crede che la Chiesa si debba dichiarare più aperta verso i poveri e gli oppressi di quanto non abbia fatto? •E' evidente. L'atteggiamento che permea il documento della Congregazione della dottrina e della fede rimane "paternalistico". La Chiesa dice che bisogna lottare per 1 poveri ma non dice di essere al fianco del poveri. Questa è una posizione assistenziallsta, non di liberazione. In questo processo sono i poveri che hanno l'epemonta, non la Chiesa: essa deve accompagnarlo assieme ad altre forze. Ma oggi lo accompagna soltanto per 1 suol scopi. Certamente il tema della liberazione è Importante In una prospettiva biblica. E si può sottoscrivere tutto quello che è contenuto nel documento, sotto questo punto di vista, ma bisogna partire dalla realtà e non dall'aspirazione di una eventuale, futura, liberazione». Il documento offre una visione del marxismo che, sotto certi aspetti, richiama quello di Pio XII... •Tenuto conto delle rifles¬ sioni già fatte all'Interno della Chiesa su questa materia, direi che appare anacronistico ed anche acritico, nel suo schematismo. Affronta il marxismo dell'Accademia delle scienze di Mosca. Non tiene in alcuna considerazione i contributi di Gramsci o di Althusser. Il documento ci accusa di essere Ingenui di fronte al marxismo. Questo non è assolutamente vero. Noi slamo molto più critici di quanto credano coloro che. hanno redatto il documento. Quel testo rivela un ritardo teorico di trenta-quarant' anni». La Congregazione per la dotirina e la fede pubblicherà verso la fine dell'anno un nuovo documento che terrà conto del suo colloquio' con il cardinale Ratzinger. Che cosa significherà per I' azione concreta? «All'ultima parte dei miei colloqui con il cardinale Ratzinger erano presenti anche 1 cardinali Arns e Lorscheider, arcivescovi di San Paolo e di Fortaleza. Abbiamo parlato amichevolmente. Il cardinale Arns ha suggerito ri invitare i teologi della liberazione, o quel membri dell'episcopato che hanno un'esperienza in questo campo, per preparare insieme il nuovo documento in una riunione che potrebbe tenersi in Africa o in America Latina. Il cardinale Ratzinger si è mostrato, o almeno mi è sembrato, pronto ad approfondire le questioni che sono assenti nel primo documento: in particolare il significato spirituale della teologia della liberazione e l'impegno che ha suscitato. La teologia della liberazione non contesta le istituzioni ma le sue forme autoritarie e, naturalmente, l'oppressione». Il Vaticano sembra scorgere nella «Chiesa del popolo» una contestazione della gerarchla. «Credo che questa Inter¬ pretazione sia sbagliata. In Brasile, per esemplo, la Conferenza episcopale, che comprende 325 vescovi, ha deciso di fondare le comunità di base. Ed è quello che vogliono 1 vescovi, 1 preti e 1 fedeli. Esiste una convergenza tra la gente che vuole partecipare alla Chiesa 'e la Chiesa stessa, la gerarchia che vuole avere una dimensione popolare. Esiste, è vero, una critica che investe un tipo di gerarchia burocratizzata, lontana e dottrinale. Quello che noi vogliamo è un'unità organica. Vogliamo essere uniti nel rispetto del diritti deliuomo e del mutamenti che avvengono nella società». In poche parole, come definirebbe la «teologia della liberazione»? «Vuole dare una risposta alla protesta degli oppressi contro le ingiustizie in nome del Vangelo e della fede. Vuole dimostrare che 11 Vangelo e la fede sono un motore del rinnovamento della società e della Chiesa stessa». «Ed è anche la risposta più efficace all'ateismo. Ohe in realtà nega Dio anche perché 10 considera utilizzato dalle forze dominanti che vogliono mantenere il loro potere. Nega Dio contro una società che lo manipola. Quello che noi vogliamo dimostrare è' che essere cristiani significa avere un motivo in piti per essere liberatori perché il Dio delle Scritture ascolta 1 poveri. Dio è un sostegno, una forza per questo movimento. E la teologia della ltberaziona ha una enorme funzione evangelizzatrice, che è l'ispirazione più autentica della Bibbia». Sembra che ci sia stato un equivoco a proposito della sua venuta a Roma. Il cardinale Ratzinger ha dichiarato che lei non è stato convocato ma che è stato lei a chiedere 11 «colloquio». «Il cardinale ha cambiato idea. Me lo ha detto personalmente. Io sono stato convocato per giugno o luglio, con la lettera che ho ricevuto 11 15 maggio. Risposi allora che potevo venire a Roma soltanto In ottobre. Alla fine, l'incontro è stato fissato per l'Inizio di settembre». Quali problemi affronterà 11 suo prossimo libro «Trinità, società e liberazione»? «Il libro è praticamente finito. E' un tentativo di ripen¬ sare la teologia della liberazione, in modo concreto, a partire dal tema della Trinità. La teologia della liberazione non è teologia vera e propria. E' una visione, un approccio, un modo di leggere l'insieme della teologia (Dio, 11 peccato, la Chiesa, la Trinità), in una prospettiva di liberazione». Philippe Pons Copyright «I* Monde» c per l'Italia «I.a Stampa»

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