Fra calcio e sponsor la partita è pari di Gianni Menichelli

Fra calcio e sponsor la partita è pari Tredici miliardi dall'industria alla serie A: un rapporto soddisfacente per due Fra calcio e sponsor la partita è pari (Tredici miliardi nelle casse delle società, sette marchi nuovi e nove confermati, una lista d'attesa discretamente lunga di aziende die aspirano a cucire il loro «logo» sulle maglie di una squadra di serie A. Il bilancio sintetico del matrimonio calcio-sponsor all'avvio del quarto anno di convivenza appare sostanzialmente positivo. Le cifre non superano un certo tetto, più o meno quello del miliardo già raggiunto nel basket. Però il fenomeno si consolida, comincia a premiare più generosamente anche le squadre non proprio di vertice. Tutto, insomma, va abbastanza bene. Anche le cassandre preoccupate per l'ingresso dei mercanti nel tempio sacro del dio pallone sono state smentite: il calcio è rimasto saldamente padrone di se stesso, non ha venduto l'anima insieme a quel pezzetto di maglietta. «Credo che le sponsorizzazioni abbiano coperto nel calcio il loro giusto spazio, non un centimetro di più né di meno» dice Marcella Verini, una bella signora di 38 anni, funzionaria della Media Sport, l'agenzia milanese di Bruno Ferrari e Giorgio Rubini che, in pratica, ha esportato dal basket al caldo l'oggetto misterioso degli abbina-' menti con lindustria. •Non si fatica a trovare aspiranti sponsors. Il problema—spiega la signora Verini — è semmai di accoppiare 1' azienda giusta con la squadra giusta. Se le aspirazioni, le possibilità, i metodi sono troppo discordi, il matrimonio fallisce. E purtroppo non tutte le società calcistiche sono ancora pr «rate a condividere le esigenze relative a un investimento industriale». . /I campo di sviluppo più ampio che si apre nei rapporti fra calcio e sponsor è infatti quello di un migliore sfruttamento dell'abbinamento. Il caldo non è il basket, dove il nome dello sponsor diventa il nóme della squadra, producendo consistenti messaggi pubblicitari diretti. Il calcio da questo punto di vista offre molto meno e richiede allo sponsor ulteriori sforzi, atti a collegare quel marchio scritto sulle magliette al prodotto da propagandare. E' su questo punto die gli sponsor chiedono più collaborazione: «Resta stranamente difficile — dicono — usufruire dei giocatori per iniziative d'appoggio. Sono sempre in giro nei club di tifosi, ma quando li inviti a farsi vivi allo stand dello sponsor a una fiera pare abbiano tremila impegni. Chi investe centinaia di milioni su un'immagine non può accontentarsi delle foto ufficiali». Franco Dal Cin, direttore generale dell'Inter, è d'accordo con gli sponsor: «La colpa non è delle società. La mancanza di disponibilità dei giocatori è dovuta alle resistenze che vengono opposte alla novità di un rapporto pubblicitario non amministrato in prima persona. Ora i giocatori hanno ottenuto un'ampia percentuale dei proventi della sponsorizzazione e la loro sensibilità dovrebbe aumentare. Me lo auguro, perché il contributo degli sponsor al conto economico delle società è vitale». Non tutti i difetti però stanno dalla parte dei giocatori. C'è per esempio quella società abbinata a un'industria automobilistica che, all' arrivo in Italia dell'asso straniero, gli ha regalato un'auto d'altra marca: lo sponsor non ne avrà certo gioito. Le cose, tuttavia, sono destinate a migliorare. Tre anni d'esperienza sono pochi e il contatto stesso con la mentalità industriale non potrà che far maturare nei manager calcistici un tipo di professionalità non solo sportiva. Una maturazione peraltro indispensabile, perché nel futuro delle società di calcio il prossimo passo obbligato, dopo quello delle sponsorizzazioni, sarà la gestione globale di tutto il proprio spettacolo: dai cartelloni pubblicitari negli stadi ai parcheggi, dalla vendita di bibite e panini a quella dei gadgets (bandiere, cuscini, distintivi...). Dirigere un'azienda calcistica non può più significare soltanto saper spendere miliardi per acquistare il goleador giusto. Gianni Menichelli

Persone citate: Bruno Ferrari, Franco Dal Cin, Giorgio Rubini, Marcella Verini, Verini

Luoghi citati: Italia