Il presidente degli industriali Nessuna minaccia, ci pensiamo di Gian Carlo Fossi

Il presidente degli industriali Nessuna minaccia, ci pensiamo Il presidente degli industriali Nessuna minaccia, ci pensiamo , ROMA — La scala mobile rischia di spaccare nuovamente il sindacato in modo assai grave, mentre si attende per oggi una pronunciamento della giunta della Confindustria (definito ieri in linea di massima dal direttivo) sulla necessità di disdettare l'accordo sulla contingenza per controbilanciare il referendum . lanciato dal pel. Lama ha ieri risposto a Camiti, che aveva sollecitato una presa di posizione in merito all'iniziativa del partito comunista, accettando la richiesta di un immediato incontro fra le segreterie della Cgil, della Clsl e della Uil per tentare di definire una linea comune. L'abilità della lettera di Lama, tuttavia, non sembra poter modificare minimamente il profondo dissenso soprattutto fra Cgil e Cisl, in merito alla questione della scala mobile. Se al momento del *redde rationem*, si osserva negli ambienti della Clsl, la Cgil riproporrà la richiesta di recupero dei quattro punti di scala mobile tagliati, salterà la possibilità di un'intesa nel sindacato e, nello stesso tempo, verrà pregiudicata seriamente l'imminente ripresa del confronto con la Confindustrla. Ma non è tutto, sul piano delle conseguenze a breve e medio termine: il processo unitario, che cominciava a riprendere la sua marcia, potrebbe essere seccamente bloccato. Non ha senso, si aggiunge negli stessi ambienti, affermare che la Cgil ufficialmente è estranea al referendum del pel, quando poi in pratica la richiesta di recupero avalla sul piano sindacale lo stesso problema sollevato dal comunisti. . E' un passaggio estremamente pericoloso per le tre confederazioni. Al riguardo, Camiti non si fa molte illusioni. «72 clima che si era creato — avverte il leader della Cisl —, propizio a rafforzare la collabora¬ zione su un terreno unitario e ad aprire spazi a più. serene obiettive valutazioni sul risultati delle politiche controverse, può essere sciaguratamente interrotto dall'iniziativa del pei. Questa accentra, in modo dirompente, l'attenzione sul punto più acuto del contrasto fra le confederazioni: chiude acriticamente la strada ad una valutazione realistica dei fatti; riapre nel Paese una rottura che la travagliata decisione del Parlamento faceva ritenere chiusa*. . Non è trascurabile il rischio che Cgil, Cisl e Uil non riescano a definire una piattaforma comune da presentare sollecita-' mente agli imprenditori e siano costrette a presentarsi divise al negoziato di ottobre che deve concludersi entro la fine dell'anno per potere dispiegare i suol effetti nel 1985. Questa eventualità è stata considerata ieri dal direttivo della Confindustrla (e lo sarà certamente, oggi, dalla Giunta), nel quadro di un approfondito esame del problema dei rapporti con i sindacati. La Confindustrla riafferma la volontà di riprendere al più presto un dialogo leale e proficuo, ma nello stesso tempo è decisa a respingere ogni intervento che, di fatto, restringa ulteriormente lo spazio già assai scarso riservato alla contrattazione; di qui la necessità della disdetta dell'accordo sulla scala mobile, se non si dovessero verificare novità positive. •Comunque — ha osservato il presidente Lucchini al termine della riunione del direttivo — la disdetta della scala mobile non è né una minaccia, né una certezza: è un argomento di discussione*. Ma la disdetta, ribatte la Confapi, è per il momento di «pura ed inefficace prospettiva*, perché potrebbe essere fatta a giugno, mentre soluzioni e rimedi sono da attuare immediatamente. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Lama, Lucchini

Luoghi citati: Roma