Cacciatori di voti perduti di Bernardo Valli

Cacciatori di voti perduti Cacciatori di voti perduti (Segue dalla l'pagina) che quattro ministri comunisti furono poi invitati a entrare nel governo dominato dai socialisti. Dopo tre anni di governo, ma non di vero potere perché relegato in una posizione subordinata, il pcf ha gettato la spugna. Ed è uscito dimezzato da quell'esperienza. Con la metà dei voti che aveva prima dell' Union de la gauche. Ondici per cento. Un salasso che ha mutato il quadro politico francese. Il pcf sfoltito, sempre giacobino c filosovietico, non ha più le dimensioni e la forza per svolgere il ruolo che gli aggiudicava Malraux. Salvo un recupero comunista, non impossibile ma improbabile, la democrazia francese sembra destinata ad assomigliare sempre più alle democrazie dell'Europa del Nord. E' sempre meno latina, politicamente. La democrazia spagnola, è vero, l'ha preceduta su quella strada. L'autore dell'operazione, favorita dall'incapacità del pcf di adeguarsi ai mutamenti della società francese, è stato Francois Mitterrand, il «so-, cialdemocratizzatorc». La scommessa di Vienna l'aveva vinta. Ma nei tre anni di potere i voti gli sono sfuggiti di mano. Ed ora li rincorre seguendo la Francia sempre più moderata II suo regime si è spostato al centro, ha assunto toni e applica decisioni che taluni definiscono rcaganiane. Uno degli slogan è: «Per avere meno Stato ci vogliono anzitutto meno tasse». Un motto del californiano Arthur Laffcr, uno degli economisti favoriti di Reagan che è anche uno degli amici più stretti di Jacques Aitali, consigliere di Mitterrand, il grande «nazionalizzatore» dell'81. Un recupero dei voti prima delle legislative dell'86 è politicamente vitale per Mitterrand. Perdere quelle elezioni potrebbe significare una brusca fine anticipata del suo settennato, che scade nell'88, ma che potrebbe diffìcilmente arrivare a termine con un Parlamento controllato dalla destra, quindi paralizzante per il Capo dello Stato che è anche capo dell'esecutivo. Cerio, la realtà economica ha costretto Mitterrand alla svolta neo-liberale, che ha accelerato la rottura con i comunisti. Ma la sua c anche una strategia della sopravvivenza. Egli non ignora che la probabilità di vincere la prova dell'86 sono scarse. Applicando una politica che potrebbe essere quella di un governo moderato non si adegua soltanto agli umori dei Paese, si prepara anche a una convivenza con un'assemblea nazionale dominata dalla destra. Insomma, a rendere meno difficile un eventuale condominio del potere con gli uomini oggi all'opposizione. Pensa per l'appunto alla propria sopravvivenza presidenziale. Lo spazio di manovra è molto angusto. La fine dell'i/nion de la gauche ha collocato il pcf in una posizione di stallo, nell'attesa di vedere quali proporzioni assumerà la protesta sociale, che intende guida» re. Per Mitterrand, la porta a sinistra è chiusa. A destra rimane addirittura sbarrata. Ma nell'area centrale, che Malraux immaginava vuota e che Mitterrand ha invaso urtando la suscettibilità dei legittimi occupanti, forse in quello spazio i giochi non sono ancora fatti La sinistra unita si è spaccata alla prova del potere, cioè dei fatti. Altre formule sono da inventare. Quali nuove alleanze? Bernardo Valli

Luoghi citati: Europa Del Nord, Francia, Vienna