EMERGONO DAI LORO ARCHIVI RETROSCENA POLITICI

Allora le banche scesero in campo EMERGONO DAI LORO ARCHIVI RETROSCENA POLITICI Allora le banche scesero in campo La liberalizzazione della consultazione archivistica intervenuta in questo dopoguerra, non poteva non interessare anche le banche. Le conseguenze si prospettano di grande rilievo dal punto di vista degli studi storici. Non solo per la ricostruzione dell' iter percorso da una banca, dei suol investimenti e successi quali si possono desumere da una rilettura aggiornata del bilanci e delle operazioni. Ma anche e soprattutto, direi, per i suoi rapporti con il potere politico, avendo qui particolare riguardo al settore della politica estera. Che questi rapporti ci siano sempre stati, in modi e misure spesso segreti, è fuori discussione. La consultazione degli archivi può..quindi riuscire di grande interesse per chiarire il peso di certi collegamenti, soprattutto a partire dalla metà del secolo scorso quando il movimento internazionale del capitali diventò una pratica accettata. Con la moneta statunitense che oggi galoppa e aggredisce, credo che non si debba ricorrere ai precedenti del presidenti Taft, Theo Roosevelt e Wilson per riconoscere tutta l'Importanza della cosiddetta «diplomazia del dollaro». n discorso sarebbe lungo e va qui limitato al caso Italiano. OH archivi delle nostre principali banche, insieme con quelli degli Esteri e dei ministeri economici, possono forse agevolare certe risposte, o aprire certi quesiti assai interessanti per gli storici. Ad esemplo si potrà cercare di ^quantificare l'appoggio finanziarlo dato dalla Francia all'Italia subito dopo 1' unità. Ma quando il nostro Paese si pose in concorrenza con la Francia In Tunisia, Parigi occupò quest'ultima anche a causa del grandi Investimenti finanziari che vi aveva fatto. E' noto d'altra parte che il nostro Paese, dopo la conclusione della Triplice alleanza, fu oggetto di una vera e propria «guerra finanziarla» da parte francese. Crlspl potè resistere grazie a Blsmarck che creò un trust di banche tedesche per venire in aluto dell'Italia. E, dopo che Oiolitti aveva provveduto alla riorganizzazione del sistema bancario, da cui nacque, nel 1893, la Banca d'Italia, non fu lo stesso Crlspl ad ottenere che, nel 1894, venisse fondata a Milano la Banca Commerciale Italiana, con capitale quasi esclusivamente tedesco? Oggi è noto che la Francia si servi anche dello strumento finanziarlo per Indurre l'Italia a concludere con essa, nel 1902, un patto segreto di controassicurazione. Richard Webster, nel suo libro L'imperialismo industriale italiano (ed. Einaudi), ha esplorato l'archivio della B.C.I. e quello della Banca d' Italia, per 11 periodo 19081915, e ha potuto constatare quanto sia stato frequente il collegamento tra gli investimenti bancari e l'attività diplomatica. La sensazione che se ne trae è che seppure vi fu un confuso interesse nella filtrazione economica in Africa, in Asia minore e nei Bali cani, 1 mezzi si rivelarono di gran lunga inferiori alle ambizioni politiche. Come lo dimostrarono del resto, poco dopo, sia 1 progetti della Banca di Sconto e dei Perrone verso l'Austria e la Grecia, sia i trust bancari Italiani per lo sviluppo economico delle regioni del Mar Nero e del Caucaso. Se è vero che in un Paese prevalentemente agricolo com'era allora l'Italia, 11 capitale era portato a cercare una rimunerazione all'estero, è anche vero che a partire dalla fine del secolo scorso ha Inizio, in tutto il mondo, un processo irreversibile d'Internazionalizzazione degli investimenti finanziari. La geografia finanziarla, e delle banche che ne sono il supporto, tende ad Identificarsi con la geografia politica intemazionale. Esemplo lampante ma non certo unico: 1 prestiti finanziari concessi in funzione del riarmo. Per ritornare al nostro Paese, dati illuminanti si possono trovare nella Storia del Banco di Roma, Il cui terzo e ultimo volume è apparso quest'anno a cura di Gabriele De Rosa dell'Università di Roma. Da esso infatti si apprende che Mussolini vedeva nel Banco un ^organo di propulsione e di penetrazione», •la punta avanzata dell', espansionismo imperialistico» anche per battere In Africa e nel vicino Oriente la concorrenza delle banche inglesi. Rimane il fatto che, come rileva Gabriele De Rosa, la guerra d'Etiopia «/u il prodotto più di una interpretazione retorico-umanistica del destino del nostro Paese, che di una valutazione degli interessi economici finanziari, attinenti alla struttura capitalista.. Cosicché quando, ben presto, cominciarono i guai, 1' amministratore delegato del Banco di Roma chiese al governo compensi adeguati perché, sono sue parole, «te filiali estere del Banco avevano una funzione politica pili che economica». Il problema storico è appunto questo: vedere sino a qual punto una o piti banche siano state la causa di una determinazione politica, o non ne furono piuttosto lo strumento. Se si volesse tentare una conclusione, necessariamente generica, sul rapporto tra banche italiane e politica estera, direi che fino all'avvento del fascismo la geografia bancaria procede parallela a quella diplomatica, sia pure con qualche fuga In avanti. Successivamente, il regime fascista se ne servi come strumento privilegiato della sua politica espansionistica. Enrico Serra 'Il cancelliere Bisriiark in una caricatura di David Levine (Copyright N.Y.Revlewof Boote. Opera Mundi e per l'Italia «Le Stampa.),

Persone citate: David Levine, Einaudi, Enrico Serra, Gabriele De Rosa, Mussolini, Perrone, Richard Webster, Taft, Theo Roosevelt