I sogni del principe-marionetta

I sogni del principe-marionetta Al Festival di Benevento i «critici teatranti»: la commedia di Moscati I sogni del principe-marionetta Una riduzione da Dostoevskij - Altri appuntamenti della rassegna di Gregoretti: Peppe Barra con «Senza mani e senza piedi»; uno spettacolo della Savignano DAL NOSTRO INVIATO BENEVENTO — Con la pudica, silenziosa ostinazione che lo contraddistingue, Ugo Gregorettl ha condotto in porto per la quinta volta consecutiva 11 «suo» festival, quella Rassegna Citta-Spettacolo che dal 1980 si articola In vati luoghi teatrali di Benevento e che, ogni anno (è un criterio che ogni festival minore dovrebbe adottare), è legata ad un comune filo conduttore tematico. Quest'anno, non senza una punta di malizia, Gregorettl ha Impostato la rassegna sul Teatro del Critici Teatranti, snidando cioè dal loro ben protetto stallo gli arcigni giudici del teatro altrui e costringendoli alle forche caudine (che qui, nella realtà storica, sono ad un tiro di schioppo) della prova della scena. C'è stato e ci sarà, per 1' esattezza, altro nel programma del festival che si conclude sabato: un applaudltlssimo concerto, giovedì scorso, della Wiener Strauss Orchester nello splendido Teatro Romano, dove dicono suonasse Nerone; Ieri sera, un superaffollato concerto di Pino Daniele allo stadio calcistico; la prima assoluta, giovedì, di un nuovo spettacolo di Beppe Barra, Sema mani e senea piedi (che andrà a Parigi, al Festival d'automne); sabato, Infine, un'esibizione della Savlgnano. La rassegna di prosa strettamente intesa (sei spettacoli In nove giorni) l'ha aperta un critico notoriamente cattivo, anzi dispettoso, Italo Moscati, 11 titolare della rubrica nel settimanale 'L'Europeo.: e aveva, tra 1 colleglli, vari fucl- 11 puntati contro (la previsione era che avrebbe presentato un copione intellettualistico, per le sue note simpatie verso certo teatro d'avanguardia). Moscati ha preso tutti di contropiede, offrendo all'attenzione del pubblico, sotto il titolo La casa dei sogni, una riduzione del romanzo dostoevsklano II sogno dello eia, che più attenta allo spirito dell'originale e più garbata non avrebbe po¬ tuto essere. Scritto da Dostoevskij nel 1858, dopo quattro anni di ergastolo per le sue Idee liberali, Il sogno dello eia è tutto centrato, In cadenze tra racconto e commedia, sull'inattesa comparsa in un piccolo, pettegolo paese della provincia russa del principe K., decrepito rudere di aristocratico svitato, ridotto, anche nel fisico, ad una sorta di marionetta-automa. La nobiltà e la ricchezza del principe attizzano i sopiti sogni di tutti (e la meta è per tutti un matrimonio, un parentado, un'eredità dal frollo gentiluomo): ma come tutti sognano ad occhi aperti, anche 11 principe, dopo aver ce duto alle fatue lusinghe di quel coretto di petulanti, ammette, anzi sostiene d'aver sognato, e se ne va, stralunato e folle, verso un suo nebuloso destino. Moscati, come s'è detto, ha ridotto questo amaro apologo sul fragile confine tra realtà e miraggio e suU'lllusorletà dei nostri desideri In sequenze stringenti, In cui 1 personaggi sono di continuo messi a confronto in brevi, spassosi match dal verdetto aperto: e ha tenuto sempre teso 11 filo della suspense fino al sardonico finale. Ha trovato a coadiuvarlo un Intelligente, colto giovane regista, Pietro Maccarinelli (già assistente della Mezzadri e ora di Scaparro), che ha saputo imprimere allo spettacolo, a sua volta, una cadenza lieve e serrata, intinta spesso nel lividi toni del grottesco, ma senza marcature né coloriture eccessive. Nella lignea gabbia della suggestiva scenografia di Dada Sallgeri (un'angusta dimora medioborghese tutta porte e battenti e alzatine), gli interpreti si sono mossi con divertita irrisione. C'erano, tra loro, due maturi attori di carattere: Palla Pavese, una madre-ruffiana di aggressiva comicità, e Daniele Formica, che nel toni aspri e goffi del principe ha trovato {ampio terreno per quel suo \humour tutto di testa, dalla pungente resa espressiva. Ma anche tra 1 giovani non sono mancate le presenze suggestive: e va segnalata, almeno, la conferma del sensibile talento di Emanuela Giordano, la bella e infelice Innamorata, vittima di tanto raggiro. Il pubblico beneventano, assai folto nel rinnovato Teatro Comunale, è stato generoso di applausi. Guido Davico Bonino Peppe Barra presenta giovedì a Benevento II suo nuovo spettacolo; Luciana Savignano danza sabato

Luoghi citati: Benevento, Parigi