Pensioni, finito il round Adesso decide il governo di Gian Carlo Fossi

Pensioni, finito il round Adesso decide il governo Pensioni, finito il round Adesso decide il governo Si è chiuso il confronto tra i sindacati confederali e il ministro De Michelis ROMA — Segnali di battaglia giungono dal Parlamento sulla riforma delle pensioni. Il democristiano Orlstoforl, presidente della commissione bicamerale Incaricata di pronunciarsi sulle varie proposte di legge In materia, ha espresso Ieri critiche al progetto predisposto dal ministro De Michelis, proprio mentre il governo conferma la volontà di vararlo in settimana, in tempo utile perché la «commissione Cristo/ori» possa prenderne atto al momento dell'avvio del lavori, previsto per 1119 settembre. •Per ottenere in partenza una sufficiente coesione nella maggioranza sulla riforma delle pensioni — ha dichiarato 11 presidente della commissione — il ministro deve eliminare alcuni equivoci presenti nella sua boero». Il sen. Crlstoforl sollecita, in parti-' colare, l'inserimento di norme valide per chi è già pensionato ed aspetta di vedere eliminate le molte distorsioni del passato e sottolinea l'esigenza di non ridurre la pluralità degli enti ad un fatto •puramente formale'. -Un conto è la regola — precisa Crlstoforl — che, a parità di contribuzione e di anzianità, si riconoscano uguali prestazioni; un conto, invece, è pretendere effetti identici per lavoratori che hanno condizioni di lavoro e di carriera completamente diverse*. Anche sul «tetto pens^onabl/c» il presidente della commissione è in contrasto con De Michelis. Mentre il ministro sostiene che il tetto della retribuzione pensionabile' deve essere fissato in 24 milioni annui, Crlstoforl afferma: « .S'ir si vuole potenziare l'area dell'assicurazione previdenziale obbligatoria, dobbiamo stabilire un livello abbastanza alto da garantire un flusso contributo adeguato-. La «sortita» del senatore democristiano, dopo le dure dichiarazioni del vicesegretario de, Bodrato, lascia preve- dere dissensi non trascurabili In sede parlamentare anche nell'area della maggioranza. Se si considera che a tali dissensi si accompagneranno le pressioni di Cgll, Cisl e UH per ottenere consistenti modifiche, la netta opposizione delle organizzazioni dei dirigenti e dei quadri, le proposte del sindacati autonomi, è facile supporre quali saranno le difficoltà a Montecitorio e a Palazzo Madama per tentare di approvare la riforma previdenziale entro il 31 dicembre 1984. Ieri, concludendo 11 confronto iniziato ai primi di agosto. De Michelis ha ribadito a Cgil, Cisl e UH la volontà del governo di procedere sul terreno tracciato con •estrema fermezza», pur riservandosi di deliberare rapidamente sull'accoglimento o meno delle richieste di modifica avanzate dal sindacati. «Se le accoglierà — ha com¬ mentato 11 segretario nazionale del pensionati Cisl, Conte — bene. Altrimenti ce la vedremo in Parlamento. Le nostre rivendicazioni sono serie, motivate; per esse ci batteremo a fondo». Nel «round» finale al ministero del Lavoro, Cgll -Cisl -Ul 1 hanno nuovamente rilevato, fra l'altro, la necessità di emendamenti su quattro punti essenziali. EU pensionabile. Il progetto ministeriale prevede la graduale elevazione a 65 anni per uomini e donne entro 11 2002, mentre 1 sindacati chiedono 11 mantenimento del sistema attuale che lascia libero il lavoratore di prolungare o meno la sua permanenza in servizio. Unificazione del sistemi. Il progetto prevede criteri uguali per tutti a partire dal 1° gennaio 1985, 1 sindacati reclamano il totale rispetto del diritti acquisiti dal lavoratori attualmente in attività fino al momento del loro pensionamento. Le nuove norme dovrebbero valere per i lavoratori assunti dopo il 31 dicembre 1984. Tetto pensionabile. Il progetto lo fissa In 24 milioni annui, 1 sindacati ne chiedono 34. Conialo pensione-redditi da lavoro. Le norme restrittive introdotte nel provvedimento non dovrebbero essere abolite, ma comunque «alientote» sensibilmente. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Bodrato, De Michelis

Luoghi citati: Roma