Arte, design e mestieri sui monti della Barbagia di Angelo Dragone

Arte, design e mestieri sui monti della Barbagia Una rassegna con nomi celebri in Sardegna Arte, design e mestieri sui monti della Barbagia NUORO — DI arte e design oltreché di mestieri si è parlato nei giorni scorsi a Tonara mille metri e più sul mare, in Barbagia, cuore della Sardegna — nel corso d' una tavola rotonda destinata ad affiancare una rassegna che, accanto ad una mostra antologica del pittore Nicola Marotta, di cui Paolo Levi ha messo in evidenza il «preciso retroterra culturale», nelle aule dell'asllo-nido ha riunito alcuni dei più celebrati nomi del design, da Giù Ponti a Taplo Wirkkala, da Afra e Tobia Scarpa a Mario Ticcò presente con alcuni dei suol più bei vetri «zanfiricl». Parrebbe quasi, anzi, che a rivestire il ruolo di protagonisti siano proprio i materiali: il legno (persino di ricupero se poeticamente reimpiegato da Felice A. Botta) e l metalli, oltre al vetro, 11 plessiglas e, naturalmente, la terra, di cui si son fatti interpreti alcuni famosi ceramisti, come Bruno Gambone, Pompeo Planezzola, Alessio Tasca. A far da sfondo alla manifestazione son poi i folti boschi di castagni, insieme al profumo di torrone (Tonara ne celebra quest'anno la Quinta Sagra), sicché il ritmo battente del bastone che le donne impiegano nel lavorarlo si alterna ai precisi colpi di mazza dei fabbri intenti a far campanaccl per fornirli all' intera Sardegna. •Ricordo/una storia di pastori-, dice la strofa d'una lirica di W. Mauri dedicata a Tonara. -Riconoscono se il gregge è compatto dall'armonia dei/campanacci./Se manca un suono l'armonia scompare. Ogni pastore-compositore vuole la sua musica./Ogni campanaccio deve avere una tonalità diversa». : fabbri ne ritagliano le sagome nella lamiera di ferro per dare poi loro concavità a suon di martellate; ne accostano quindi i lembi! prima che a saldarli intervenga la segreta alchimia che si com pie a 1200° nell'interno di un crogiolo dal quale escono In fine con la caratteristica doratura. E' poi ancora il f ab bro ad «Intonarli», dando a ciascuno il proprio suono af finché ogni pastore Impari a conoscerli a memoria distinguendo quindi ad orecchio le mandrie che porta al pascolo. •Ricordo/mani callose ammorbidire i suoni...da duemila, tremila, forse cinquemila anni». Un'arte anche questa che s' aggiunge, nell'ambito di un fiorente artigianato artistico, ben equilibrato fra «tradizione e innovazione» — come si legge in un recente volume dell'Istituto Sardo di Organizzazione del Lavoro Artigiano (Silvana Ed. 1983) — a quella dei manufatti come le coperte e le strisce tessute a mano In cotone, lino c lana sarda, ed Impreziosite da fili d'oro e d'argento, i cui disegni ritornano nell'arazzo e nel tappeto come nel motivi dei cesti e dei piatti in rafia, canna o asfodelo; né possono esser dimenticate le ceramiche, le magnifiche lame d'ac-i' claio di Pattada e di Dorgali,' o l'intaglio del legni lavorati nelle forme più stilizzate. Alla base di tutto questo c'è naturalmente la continuità d'una tradizione, la sapienza di uno Ziu Antoneddu Sau che con attenta sensibilità s'è proposto di raccogliere ogni forma di disegno antico offerto da una produzione mobiliare largamente diffusa nei diversi centri del territorio. Ma c'è anche la coscienza moderna di Antonio Sau. 11 nipote che, titolare del «Centroforme» di Alghero con diramazioni in tutta l'isola, proprio all'insegna del scampanacelo d'oro* ha sentito il bisogno di iniziare i suol conterranei alla suggestiva bellezza degli oggetti di quelle che ha chiamato le Arts & Crafts d'oggi, facendone Intanto anche la storia. In questi stessi giorni, ad esemplo, egli presenta la Richard -Ginori, forte dei suol quasi due secoli e mezzo di creativa attività, con una produzione iniziata nel 1735 nella tenuta di Doccia con pezzi e servizi destinati ben presto anche alla vendita non solo su commissione, per illustrarsi ora con l'oggetto personalizzato, come la famosa tazza creata per Anna Maria Luisa de' Medici, ora con i decori appositamente studiati per il Kedivè d'Egitto, e con le forme dell'art Nouveau che hanno caratterizzato il momento della fusione della Ginori con la milanese Richard. Cosi sino ad oggi: con 1 prototipi disegnati da Bellini nel 1974 e da Roberto Sambonct nel '79, o con la linea Eco'80 messa a punto dal designers dell'azienda, quasi mediando tradizione e modernità. Angelo Dragone