Ai Lloyd's suona la campana nera di Paolo Patruno

Ai LloycTs suona la campana nera Per la prima volta, dopo 14 anni, la più grande e famosa compagnia di assicurazioni ha perso denaro (100 miliardi) Ai LloycTs suona la campana nera Dall'inizio del secolo i rintocchi della «Lutine beli» (recuperata da una fregata francese affondata nel 1799) accompagnano l'annuncio delle navi colate a picco - Le perdite subite con i premi pagati per la guerra del Golfo hanno pesato sul bilancio della società - Un'attività cominciata 300 anni fa in una «coffee house» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Quando si odono 1 rintocchi della Lutine Bell, nella grande sala del pianterreno del Lloyd's, nel cuore della City, si fa silenzio perché è 11 segnale che è successo un disastro, per la più celebre società assicuratrice del mondo. Uno spicchio del patrimonio del «Club degli assicuratori» va a fondo, accompagnando a volte una nave colata a picco a migliala di chilometri dalle tranquille rive del Tamigi, magari dalle parti del Golfo Persico. E la campana nera della fregata .francese «Lutine» (Inabissatasi nel 1799, recuperata mezzo secolo dopo e da ottantanni simbolo del Lloyd's) deve aver suonato parecchie volte negli ultimi tempi perché, per la prima volta dopo quattordici anni, la compagnia è andata «in rosso». Il bilancio annunciato a Londra alla fine della scorsa settimana registra, infatti, una perdita nel settore assicurativo di 43 milioni e mezzo di sterline (quasi cento miliardi di lire) su un Importo totale di premi del valore di 2,3 miliardi di sterline, pari a 6 mila miliardi di lire circa. Le cifre si riferiscono al bilancio del 1981 perché, per tradizione. 1 Lloyd's presentano 1 propri conti con tre anni di ritardo per avere il tempo di chiudere le pratiche dei reclami. Il bilancio globale, considerati gli investimenti, resta tuttavia ancora in attivo, ma i profitti sono diminuiti da 264 milioni di sterline a 152 in un anno. E le previsioni per l'B2 e 1*83 sono piuttosto preoccupanti, come quelle del primo semestre di quest'anno, soprattutto nel settore delle assicurazioni marittime. Oli esperti della City hanno calcolato che lo stillicidio di navi colpite o affondate nella guerra del Oolfo sia costato negli ultimi mesi qualcosa come 700 milioni di dollari. I Lloyd's hanno reagito rialzando i noli con interessi da capogiro, facendo addirittura ipotizzare agli economisti occidentali un altro choc finanziario internazionale, Innescato non dal blocco degli approvvigionamenti petroliferi nel Oolfo a causa della guerra Iran-Iraq, ma provocato dal vertiginoso aumento delle assicurazioni per le petroliere. Il rischio, fortunatamente, non si è conerò Uzzato, almeno per il momento. E malgrado le previsioni poco rosee sugli esercizi dell'ultimo blennio, il presidente del direttivo del «Club degli assicuratori», Peter Miller, si è potuto dichiarare -ottimista perché i Lloyd's continuano ad attrarre affari e persone, che desiderano raggiungere la nostra società-. I soci del «Club degli assicuratori» (che rifiutano orgogliosamente Inarcando le sopracciglia, la definizione di membri di una società o corporation) sono infatti aumentati negli ultimi anni da undicimila a più di ventitremila, con l'immissione di denaro fresco proveniente d'oltre Atlantico. E' il segno più concreto che, malgrado le nebbie del presente, la fiducia continua ad attirare soldi e affari attorno al magico simbolo dei Lloyd's. E' da quasi trecento anni che questo miracolo, generalmente ben retribuito, si ripete. Da quando, nel 1688, un intrapprendente gallese, Edward Lloyd apri una coffee house in Tower Street, ai margini del Tamigi, e per attirare clienti cominciò a raccogliere con una banda di ragazzi ogni sorta di informazioni sul traffico marittimo, sulle navi In arrivo o in partenza dal porto di Londra. In breve, nel locale si comincia¬ rono a trattare quote di partecipazione ai rischi sui viaggi delle navi dirette in America o verso le Indie: erano nate le assicurazioni marittime. Lloyd stabili anche una regola ferrea, alla quale si assogettarono prima 1 rampolli delle nobili famiglie inglesi e poi tutti coloro che 11 hanno seguiti in questo singolare, e fino a pochi anni fa, esclusivo •Club» nel quale entrava soltanto chi aveva frequentato le migliori public school come Eton e Harrow, o le Università riservate agli aristocratici, come Oxford, Cambridge e Sandhurst. Questa regola, simboleggiata dal motto fidentia, prescrive, dunque, che chiunque abbia sottoscritto una «quota di rischio», cioè abbia garantito una assicurazione, sia responsabile poi con 11 proprio patrimonio in misura illimitata dalle eventuali perdite derivanti dai danni subiti La maggioranza del soci si limita, dopo aver pagato la propria quota, a incassare tranquillamente 1 profitti. Sono 1 cosiddetti sleeping partners nel gergo delle femministe della City che normalmente dimostrano un flemmatico interesse alla condotta del syndicate. Ma in periodo di crisi, tutti devono essere pronti a coprire le perdite vendendo magari anche la manslon-house, la scuderia di cavalli da corsa, i cani di razza. Questo Club di gentiluomini (dove una regola non scritta ma osservata Impone il gessato blu come una divisa), si permette naturalmente anche qualche frivolezza, indulge volentieri all'Inveterato vizio nazionale della scommessa, se naturalmente può nascondere un buon affare. E' cosi, dunque, che i Lloyd's nella loro storia plurisecolare hanno accettato assicurazioni azzardate o francamente eccentriche. Sono stati i primi ad assicurare, si era nel 1911, un volo aereo: un rischio che fino ad allora nessuno aveva voluto correre. I primi ad assicurare contro l'irruzione in casa di svaligiatori. I primi a garantire alle società le perdite derivanti da un incendio. Ma 11 libro d'oro del Lloyd's si arricchisce di altri primati, Sono stati assicurati, a cifre da capogiro, due nasi d'eccezione: quello di un creatore di profumi, naturalmente parigino, e quello di un distillatore di whisky, ovviamente scozzese. Per un valore di ventimila dollari un privato ha assicurato un granello di riso su cui è intagliato un ritratto della regina Elisabetta II con 11 duca di Edimburgo. Per la cattura del mostro di Loch Ness è stata stipulata un'altra assicurazione speciale e per 17.933 sterline è stato assicurato, durante una mostra, 11 sigaro più lungo del mondo, che misurava oltre tre metri e mezzo. Naturalmente non si contano 1 gioielli più rari, i dipinti più quotati che 1 Lloyd's hanno accettato di garantire. Altrettanto fantastica è la lista delle celebrità che hanno assicurato una parte del loro -patrimonio fisico- a Londra: per un milione di dollari dell'epoca, le gambe di Marlene Dietrich e in anni più recenti, quelle di Pelò. E ancora: i bellissimi occhi di Elisabeth Taylor sono stati assicurati per un milione di dollari. Cinque milioni, sempre di dollari, hanno coperto per tutta la durata della lavorazione del film Christopher Reeve, 11 «Superman» dello schermo. DI Nurejev ogni gamba è stata coperta per 190 mila dollari e nella galleria del «divi» o degli artisti garantiti dal «Club» di Londra compaiono Dall', Frank Sinatra, Laurence Olivier, 1 Rolllng Stones e Sammy Davies jr. E tra gli sportivi Bjorn Borg. ^Assicuriamo quasi tutto-, è un altro motto del «Club» del Lloyd's , dove quel «Quoti» vuol significare appunto una prova di serietà. Ma per quanto sia una delle «istituzioni» più riverite, ammirate o Invidiate d'Inghilterra, 11 syndicate degli assicuratori della City ha dovuto fronteggiare negli ultimi tempi anche qualche pericoloso attacco alla sua rispettabilità, che costituisce 11 suo patrimonio principale. Un palo di scandali (voci di presunte operazioni fraudolente, di ventilata appropriazione Indebita di una decina di milioni di sterline da parte di alcuni assicuratori della società e brokers) hanno gettato un'ombra, probabilmente passeggera, su un nome che deve restare al di sopra di ogni sospetto. I Lloyd's naturalmente preferiscono «lavare 1 panni sporchi in famiglia», vogliono nascondere aventuali crepe anche a costo di imbarazzare con le loro manovre la magistratura e gli ambienti governativi. Ma per 1 Lloyd's una crisi di fiducia sarebbe ben più grave della perdita di una petroliera in mari lontani. Paolo Patruno