Paura dell'effetto Sardegna di Ezio Mauro
Paura dell'effetto Sardegna Governo e partiti allarmati per le nuove spinte autonomistiche Paura dell'effetto Sardegna Il sottosegretario Amato: «Sì, siamo preoccupati, non ammetterlo sarebbe irresponsabile» - «Il ritardo con il quale stiamo attuando Punita economica alimenta tentazioni a fare da soli» -1 timori sono condivisi dai gruppi di maggioranza: «Ma la Costituzione è chiara e non può essere aggirata» ROMA — Ha piazzato davanti a sé una cassa da morto, ha acceso 1 microfoni e dalla sala AJace di Udine, In piazza della Libertà, ha annunciato a tutta la «Patria del Friuli» che la Costituzione della Repubblica italiana ha cessato di vivere. Trentasei anni, Insegnante di italiano senza alcun Imbarazzo («è giusto studiarlo a scuola, cosi come si studia linglese; ma quando posso io parlo friulano anche in aula, naturalmente nel limiti delle norme ministeriali'), Adrian Ceschla è l'ultimo leader del piccoli eserciti autonomistici che dai vari angoli d'Italia marciano contro Roma in questo inizio di settembre. Con 2500 iscritti alle spalle e 400 «quadri e militanti» a fianco, Ceschia come segretario del Movimento Friuli ufficialmente chiede soltanto un'autonomia speciale per le tre province rigorosamente friulane, Gorizia, Pordenone e Udine, con eccezione della zona di Trieste. Ma dietro la bara, il folclore, la polemica ultra-friulana, spunta anche qui il sogno autonomista e la tentazione indipendentista: «Per formare l'Europa — rivela Ceschia — gli Stati devono essere superati. Noi non vogliamo separarci dall'Italia, ma vogliamo un superamento dello Stato italiano''.' Domenica 16, ancora microfoni aperti e riflettori puntati sul Movimento Friuli: c'è il congresso generale, arriveranno messaggi ed auguri da tutto quel mondo parallelo di orgogliose comunità, popoli ed etnie che l'Italia, con sorpresa, si sta accorgendo di raccogliere dentro 1 suol vecchi confini nazionali. E la sorpresa, ormai, si unisce alla preoccupazione, denunciata ad alta voce. «SI, slamo preoccupati — dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giuliano Amato —. Non ammetterlo, fingere di non vedere e non sentire, non indicare i pericoli nascosti in questa fioritura indipendentista, sarebbe irresponsabile, e colpevole: Il tam-tam delle prefetture segnala a Palazzo Chigi manifestazioni, parole d'ordine, congressi, catene autonomistiche che si vanno formando tra antiche tradizioni e nuove tentazioni. Se a Udine spunta la bara per la Costituzione, a Innsbruck l'irredentismo torna a sfilare alla festa degli «schuetzen» insieme con gli slogan antl-ltallanl, a Cagliari il presidente-incaricato (sardista) della Regione annacqua 11 suo programma parlando solo della necessità di «dare pienezza di contenuti all'autonomia regionale; ma nel documenti del suo partito si teorizza l'indipendenza di una Repubblica «sarda, libera, democratica, socialista'. .Riceviamo segnalazioni continue, che dimostrano come il fenomeno si sia ridestato, in chiave spagnola — dice Amato —. Noi stiamo molto attenti a ciò che sta avvenendo. Ormai si considerano minoranze etniche anche quei gruppi che Pasolini aveva definito espressioni di culture locali, all'interno del nostro popolo. Non si può non essere preoccupati per questa mentalità che prende corpo in un Paese che ha attuato con ritardo una politica delle autonomie, ma certamente l'ha attuata. Adesso, queste spinte indipendentlstiche cercano di saldarsi, anche se nascono con motivazioni molto diverse tra loro. Il gruppo etnico tedesco in Alto Adige non ha e non può avere gli stessi problemi dei sardisti. L'unico elemento comune, è il ritardo con cui stiamo creando l'unità economica, die alimenta tentazioni a fare da soli». Craxi lo ha detto fin dal giorno in cui ha chiuso il dibattito alla Camera per la fiducia al suo governo: si all'autonomia, ma sapendo che la Costituzione «da vita per tradizione secolare e fermissima ad un'unica nazione. Perciò il governo giudica inquietanti i cenni al riconoscimenti di popoli e nazionalità di¬ verse, e in nessun modo intende assecondarli'. .Questa filosofia del governo — dice Amato — spiega anche i nostri giudizi su ciò che sta accadendo in Sardegna. In sostanza, la Costituzione non può essere aggirata, il modello spagnolo per noi è improponibile. La Costituzione spagnola, infatti, parla espressamente di "popoli e nazionalità"; la nostra, parla di "autonomie" all'interno di un'unica nazione'. E con il governo, anche 1 partiti che lo sostengono sembrano d'accordo nel guardare con preoccupazione all'«e//ef to Sardegna'. Spadolini, per primo, ricorda contro le tfollie' separatiste che «lo Stato nazionale e unitario è la plU grande scoperta degli italiani nella loro storia», Zanone sostiene la necessità di contrastare «le insorgenze estremistiche e separatiste che serpeggiano da Cagliari a Bolzano; Costa (pli) denuncia un 'filo sottile che collega il sentimento anti-ltallanO', La Ganga (psl) giudica 'Stravaganti e provocatorie' le ultime prese di posizione sardiste. Ezio Mauro
Persone citate: Adrian Ceschla, Ceschia, Craxi, Giuliano Amato, La Ganga, Pasolini, Spadolini, Zanone
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