Pippo Baudo, re del video-weekend di Simonetta Robiony

Pippo Baudo, re del video-weekend Incontro col conduttore di Fantastico e Domenica in: i due programmi sono ormai una cosa sola Pippo Baudo, re del video-weekend Una trasmissione che parte il sabato alle 20,30 e si conclude la domenica sera prima del telegiornale - Dice il suo inventore: «H mio contratto? E' all'americana» ROMA — Pippo Baudo è eccitato, di quell'eccitazione da euforia e da fatica che prende chi sta per mettersi a fare una cosa In cui crede molto e in cui rischia tutto. Nominato per meriti speciali •faccia ufficiale» della prima rete della televisione di Stato, Pippo Baudo, dalla fine di questo mese, sarà il filo conduttore di un programma che lega indissolubilmente la serata televisiva del sabato, occupata dai giochini della lotteria di Capodanno, e il contenitore pomeridiano della domenica, riempito di sport e cultura, diete e politica, canzonette e cronaca. Inattesi capelli al vento, insospettabile sguardo febbrile, 11 sorriso soddisfatto di chi ce l'ha fatta, Pippo Baudo spiega: 'Sto preparando tutte e due le trasmlsstoni contemporaneamente, porcile il team che le produce è uno solo. Anche se, per ragioni burocratiche, a firmare Fantastico sono Broccoli, Calabrese e Fingitore, e a firmare Domenica in sono Torti e Zavattini, in realtà tutti fanno tutto e io faccio tutto con /oro». La difficoltà, maggiore? • Trasformare due programmi che fino ad oggi, per tradizione consolidata, avevano le loro caratteristiche specifiche, in un programma solo, mantenendone però distinte alcune caratteristiche*. E cioè? «Cioè si può vedere l'uno sema vedere l'altro ma è meglio se si vedono tutti e due*. Per l'occasione Pippo Baudo ha coniato perfino uno slogan. -Un fantastico sabato e una Domenica in: Lo cita ridendo, ma dallo sfavillio dello sguardo è chiaro che gli pare un gioco di parole riuscito. L'idea di questa trasmissione-monstre, tutta in diretta, che parte la sera del sabato alle 20,30 e si conclude la sera della domenica prima del telegiornale, Baudo la coltivava con tenace ostinazione da anni. « Veramente il mio progetto sarebbe stato quello di, ottenere un prolungamento serale della domenica, ma alla Rai mancava la squadra tecnica per poter realizzare una diretta tanto lunga, cosi ho finito per accettare la proposta della prima rete di occuparmi anclie della serata del sabato». Per farlo Pippo Baudo si è legato alla prima rete della Rai con un singolare contratto mal sperimentato prima in Italia: in cambio delle sue prestazioni in esclusiva, oltre a un compenso fisso di 800 milioni l'anno, Baudo riceve anche una partecipazione sugli utili dei proventi pubblicitari che dovrebbero arrivare al suol programmi grazie alle sponsorizzazioni. C'è un vincolo però: la percentuale sugli incassi della pubblicità diminuisce con l'aumentare della cifra globale. Dice Baudo: «AH sembra un'assurdità, controproducente per l'azienda e anche per me. Ma come? Più faccio guadagnare la Rai e meno guadagno io? Comunque, visto che si trattava di far passare una formula contrattuale nuova, ho accettato Sarà una formula che avrà un seguito? Pippo Baudo riflette: •Credo che tutti i grossi nomi finiranno con l'adottarla. Ho fatto una lunga vacanza quest'anno. Oli ultimi quindici giorni li ho trascorsi negli Stati Uniti per studiare cosa succede nel mondo dello spettacolo. Bene. In America chi fa il mio mestiere viene pagato a costo-contatto: piti spettatoti ha il programma, più soldi entrano nelle sue tasche. E' naturale quindi che i conduttori di programmi d'attualità e intrattenimento come in Italia è Domenica in, diano ti meglio di sé per'con- quistare una fetta di pubblico sempre più ampia. E questa mi pare la soluzione economicamente più sana». Baudo, quando ha firmato il contratto con la Rai Berlusconi non aveva ancora, comprato la televisione di Mondadori: lei crede che avrebbe ottenuto le stesse condizioni in un mercato come quello di oggi? «il me pare un dato inlnfluente per-il mio contratto il fatto che Retequattro appartenga a Mondadori oppure a Berlusconi»;- Quindi, secondo lei, la divisione del mondo televisivo in due poli, uno pubblico ed uno privato, non farà da calmiere al contratti del divi del piccolo schermo? -Un personaggio di valore avrà sempre la possibilità di fare le sue scelte». Il problema perciò non la riguarda? -Mi riguarda, ma in un senso più vasto. Una legge che regolamenti l'emittenza privata, oggi è più urgente di prima proprio perché c'è il rìschio che, in assenza di ogni normativa, diventino legge il dato di fatto, l'accaduto, le consuetudini*. Ed è un rischio? «JB* un rischio, perché si demanda tutto al mercato, dimenticando che non sempre quello che il mercato offre è un bene». Baudo, perché ha scelto di stare con la televisione pubblica? •Perché lo specifico televisivo è la contemporaneità tra il verificarsi dell'evento e la sua messa-in onda. E questo, al momento, lo assicura solo la Rai». Simonetta Robiony Baudo (qui con Alida Chelli): «Da anni volevo questo programma»

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