Ferrari è in attesa della sua rivincita

Ferrari è in attesa della sua rivincita Il costruttore vive a Maranello una vigilia diversa Ferrari è in attesa della sua rivincita DAL NOSTRO INVIATO MARANELLO — Enzo Ferrari sta bene, pensa a tante còse e mica soltanto al Gran Premio di Monza, combatte mali inevitabili in chi, come lui, non ha più vent'anni, è lucidissimo, prontissimo al bene e al male. Ieri, vigilia breve a Maranello della vigilia lunga di Monza, ha passato una tarda mattinata con amici, poi è andato a Fiorano nel senso di autodromo (sono poche centinaia di metri, sembrano un viaggio per chi li fa pensando a cosa Ferrari pensa), dove Arnoux rifiniva la C104 chiamata M, chi dice M per modificata, chi dice M per Monza. L'auto di prima, però panciuta, stile McLaren, per tentare di ovviare con interventi sulla scocca' a inconvenienti assortiti. In rislstemazione andie una parte degli impianti, cosi die davvero Arnoux ieri mattina è stato chiamato ad un lavoro speciale, di rifinitura, lo stesso che Albereto aveva concluso la sera precedente. Poi anche Arnoux a Monza: stamane per le prove dovrebbe essere usata quest'auto relativamente nuova, anche se è pronta — non si sa mai — quella vecchia. Ferrari autoprosciugatosi con la recente conferenza stampa, Ferrari però attentissimo a tutto e a tutti. E Ferrari che senza dubbio in questi giorni duri sta catalogando frasi, critiche, amicizie vere, amicizie sciolte, amicizie disciolte, inimicizie emergenti. Per la rivincita, che arriverà: lui ha soltanto 86 anni. Fissa negli occhi la gente più di prima, neanche ricorre molto agli occhiali scuri, per guardare senza essere visto. Gli abbiamo proposto una grana giornalistica, quella dei suoi tifosi che secondo noi si fanno sempre più «calcistici», cioè se si vuole arroganti, nel migliore dei casi troppo appassionati. E che fischiano i piloti italiani, ancìie, se hanno la colpa di non posare i glutei su una Ferrari. «Cominciamo col dire che chi paga il biglietto, e a certi prezzi, può anche fischiare, insomma può gestirsi, stando si capisce dentro il codice», cosi Ferrari. Ma forse a lui, se lì sul posto, potrebbero dispiacere certe intemperanze. «Se ben ricordo, e ricordo bene, nel 1972 lasciai le prove di Monza, anche per fischi che ritenni assurdi». E adesso? Adesso Ferrari ci sembra scrutare l'automobilismo tutto, più che le sue vetture. Parla poco di Formula 1, e se si vuole anche di automobili: è evidente che non ama questo mondo con i sentimenti di una volta. «Imparare i numeri, bisogna — ha detto ad un ragazzino figlio d'un amico, ieri — e poi usare un po' i sentimenti, e la vita è tutta qui». A Fiorano si è quasi incrociato con Arnoux che stava finendo di girare. I televisori del box presso la pista hanno la luminosità bassa, chissà se per non ferirgli gli occfti o perché c'è poco da vedere. Ma la gente fuori dall'autodromo sta sempre incollata alle reti, per vedere il lampo rosso là sulla pista. Ferrari forse avverte adesso il bene che c'è per lui, più che la passione, attualmente in vacanza, latitante. E sembra contento di questo bene solido, stabile, spalmato, più cìw di sentimenti più accesi, sentimenti-laser. Gli servono forse i silenzi affettuosi degli amici continui, costanti, più che le grida degli amici e anche dei nemici nuovi, passeggeri. g. p. o.

Persone citate: Arnoux, Enzo Ferrari, Fiorano

Luoghi citati: Maranello, Monza