Delitto del macellaio Accusato maresciallo
Delitto del macellaio Accusato maresciallo Uex comandante dei carabinieri di Cuorgnè Delitto del macellaio Accusato maresciallo Il suo nome figura tra i dodici rinviati a giudizio perché implicati nell'uccisione del commerciante - L'accusa; falsità ideologica C'è anche un maresciallo dei carabinieri tra 1 dodici coinvolti nel delitto del macellalo di Cuorgnè per il quale il sostituto procuratore della Repubblica di Ivrea, Manfredi Palumbo, ha richiesto rinvio a giudizio. Si tratta di Vittorio Bova, sino a pochi mesi fa comandante della stazione cuorgnatese, trasferito a Torino dopo essere stato messo sotto inchiesta dal pretore per un paio di episodi ancora da chiarire. L' imputazione ipotizzata da Palumbo nei suol confronti è di falsità ideologica In atto pubblico. Per la verità la requisitoria non precisa fino in fondo quelle che potrebbero essere le sue responsabilità. Si sa per certo comunque che almeno tre episodi dovranno essere chiariti nella fase dibattimentale. In due circostanze, infatti, 11 Bova avrebbe rivelato ad altrettanti testimoni particolari sulle indagini che dovevano rimanere segreti. Nella terza invece avrebbe dichiarato il falso sulle modalità con le quali era venuto In possesso di una pallottola consegnata in caserma da uno degli imputati principali, Elsa Bugni, convivente di Benedetto Prlsìna e sospettata di complicità, nell'omicidio. Di fatto il Bova sostenne di aver trovato il bossolo sulla propria scrivania, mentre nessun carabiniere della stazione di Cuorgnè ha confermato di averlo mài avuto in consegna dalla Bugni. E 11 particolare del prolettile è ritenuto di vitale importanza dagli inquirenti, che spendono molte pagine della requisitoria per spiegare la falsa pista che Benedetto Freslna e la convivente intendevano montare sul suo ritrovamento. SI trattava, infatti, di un calibro 9, e secondo il racconto della Bugni era stato sparato accidentalmente dal Freslna pochi giorni prima del delitto, durante una furiosa lite con il terzo principale imputato, Alessandro Atollo. Un artificio per dimostrare innanzitutto che Freslna e Aiello erano in disaccordo fra loro (mentre In realta erano soci nel nascente racket del negozi) e poi per chiarire che all'epoca immediatamente precedente il delitto il presunto omicida non era in possésso di una calibro 7,65 (l'arma da cui parti 11 colpo mortale) ma di una calibro 9. Niente di più falso: Il perito stabili che il proiettile non era mai stato sparato, ma soltanto sbossolato. E cadde anche quella che doveva essere la prova tangibile della montatura ordita a danno degli Inquirenti. Il tavolo dentro il quale la pallottola si sarebbe conficcata presentava si un foro, ma provocato da una calibro 7,65. da una calibro 7,65.
Persone citate: Aiello, Alessandro Atollo, Benedetto Freslna, Bova, Elsa Bugni, Manfredi Palumbo, Vittorio Bova
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