L'acciaio privato smantella
L'acciaio privato smantella Ch'Iesti tagli per 3 milioni di tonnellate su 12-13 prodotti L'acciaio privato smantella Scade oggi il termine per presentare le domande - Pittini :«Ci adeguiamo alla Cee» MILANO — La siderurgia cambia volto? A giudicare dalla risposta dei privati alle possibilità offerte dalla legge 183, che prevede interventi per la razionalizzazione del settore, sembrerebbe di si. Addirittura, le risposte del privati paiono superare i limiti previsti dalla legge. «D'altronde — spiega 11 presidente dell'Isa, Filiberto Patini — è naturale un certo fermento. Ormai gli industriali privati sono convinti che il futuro del nostro acciàio vada commisurato alle decisioni della Cee. Di qui la volontà di smantellare impianti che sono al limite della soglia di redditività'. Ed ecco i primi dati, alla scadenza del 5 settembre fissata per legge: le domande di smantellamento hanno superato 11 li-, vello del tre milioni di tonnellate (su una produzione che oscilla tra i 12 e 113 milioni di tonnellate) contro una richiesta date le tabelle Cee, di circa due milioni di tonnellate. Le domande quindi sarebbero superiori alle necessita •Il che è falso — commenta Pittini — perché i calcoli della Comunità europea sono esatti e non si vede perché i privati dovrebbero abbandonare senea ragione comparti che li hanno visti in attivo fino ad oggU. All'Isa poi fanno questo calcolo: la Cee individua in un tasso di utilizzo dell'85% degli impianti la soglia del pareggio per i nostri impianti che attualmente lavorano al 50% della capacita produttiva. Un taglio del 20% (pari a 3 milioni di tonnellate) sarebbe perciò appena sufficiente per adeguare la siderurgia italiana al tassi europel. 'Non so come andrà — spiega Pittini — l'esame in sede ministeriale delle domande. Posso solo avanzare questa previsione: se lo Stato finanziera le richieste avanzate la siderurgia italiana potrà dirsi risanata per i prossimi decenni. O, comunque, lo Stato potrà dire di aver fatto la sua parte.. Ma qual è la situazione delta siderurgia privata italiana nel 1984? All'Isa (associazione che raccoglie circa 80 aziende private) rilasciano questi dati: nel primo semestre 1984 11 settore tondino è cresciuto del 4% (5 per 1 privati) mentre le vergelle hanno registrato un aumento del 17% (contro Il 20% del privati). Risultati degli altri settori: meno 30% per le travi (meno 36 per cento per i privati) e più 13% per i laminati mercantili (più 10 per cento per 1 privati). «Non è andata bene — spiegano i privati — perché il dato del fatturato va comparato alla crescita dei costi del rottame dovuto alle speculazioni dei grossisti francesi e tedeschi'. Di qui la volontà di procedere ad una ristrutturazione a tappe spedite che dovrebbe privilegiare due poli: 1 prodotti lunghi (attra¬ verso i forni elettrici privati) e 1 prodotti plani (attraverso gli altifornl in massima parte di proprietà pubblica con contributi Fatele e Cornlgllano). Anche i pubblici del resto si sono uniformati alle possibilità della legge: per quanto riguarda 11 settore tubi saldati, infatti, la Dalmine ha avanzato richiesta per dimissioni pari a 650 mila tonnellate circa su un totale di produzione di circa 1,5 milioni di tonnellate. E Cornlgllano? «Si tratta di un buon affare — spiega Pittini — che verrà definito in una decina di giorni una volta che i soci (Leali, Riva, Sassone e Regis) avranno definito le quote azionarie'. Anche su questo fronte, insomma, la siderurgia italiana si sta muovendo grazie alla prospettiva di una riduzione degli oneri finanziari (2500 miliardi di indebitamento consolidatale a breve verso le banche) attraverso 1 finanziamenti della legge. E non mancano quelli che come la Falck puntano a ridurre i debiti attraverso Io scorporo delle centrali idroelettriche, e la scorporata Sondel dovrebbe valere almeno 200 miliardi.
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