Livorno divisa sulle teste di Modì (e salta fuori la quarta, in foto)
Livorno divisa sulle teste di Modi (e salta fuori la quarta/ in fato) La confessione dei 3 ragazzi, falsari per burla» apre nuovi interrogativi Livorno divisa sulle teste di Modi (e salta fuori la quarta/ in fato) Il professor Franzini, geologo: «Nessun esame finora ha smentito che la scultura contestata giacesse da decenni nel canale» - Un uomo, però, avrebbe visto gli autori dello scherzo gettare nel fosso la loro «opera» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LIVORNO — E' durata soltanto quaranta giorni la meravigliosa favola delle sculture di Modigliani pescate nel Fosso Reale? Sono arrivati quei tre ragazzi — Francesco Ferrucci, Michele Ghelarduccl, Pietro Lurldiana, studenti a Pisa, figli di noti professionisti — con la loro .confessione» (~La seconda testa attribuita a Modi l'abbiamo scolpita noi, con martello e scalpello, poi l'abbiamo rifinita e spazzolata con un trapano elettrico e gettata nel fosso, la sera prima che cominciasse il dragaggio, per fare una burla, uno scherzo goliardico.). E la citta, che nel quaranta giorni di celebrazioni del centenario della nascita del figlio illustre, cresciuto e morto a Parigi nella gloria del grandi artisti, aveva vissuto nell'euforia dei ti¬ toli dei giornali di tutto il mondo, delle attestazioni di studiosi e critici di fama, dagli accenti entusiasti, delle congratulazioni di Istituzioni artistiche italiane e straniere, si è sentita come traditi tanto è stato lo choc. E trova a stento la forza di reagire. Una situazione sconcertante, che mette a dura prova 1 nervi degli «addetti al lavori» e degli amministratori comunali. E le altre due teste allora? Le supposizioni si accavallano alle naturali malignità dello «spiritaccio» livornese. Eppol c'è anche un altro «giallo». Domenica scorsa il cronista di un quotidiano locale è stato avvertito che in un cestino di rifiuti avrebbe trovato materiale Interessante sull'«affare Modigliani». Nel contenitore, in effetti, c' era un rullino. Le foto, sviluppate, ritraggono una .^ ^ijjgjiere quarta testa in pietra grossolanamente scolpita. Accanto, una scritta: «Testa ripescata nel 1954 nei fossi di Livorno vicino al Caffè Bardi: cm 38 x 28 x 10». Sino a che punto e a una nuova beffa e non invece a una macchinazione tesa a screditare l'operazione recupero? Dice l'assessore Claudio Frontera (Cultura), quasi a voler prendere le distanze: «Ci siamo limitati a svolgere il compito di ammtnistratorì, coordinando i lavori, ma lasciando campo libero agli esperti per tutte le osservazioni e le analisU. Ma la direttrice dei musei ed animatrice di questa ricerca, Vera Durbè, sorella di Darlo, il direttore del museo d'arte contemporanea di Roma, vero «patron» della mostra livornese, autore di un catalogo sulle prime due teste pescate neljquale non ha dubbi nell' attribuire le opere a Modi, esclama: <• E'possibile non fidarsi di una prima impressione o del giudizio di una persona sola, ma non si può ignorare il giudizio di storici dell' arte della levatura di Argan, Brandi, Carli. Di artisti coinè Cascella e tanti altri, di studiosi, come Ragghianti». Soggiunge la Durbè: «Un laboratorio chimico ha eseguito analisi del fango del fosso a diverse profondità. La parte piti bassa contiene una percentuale di piombo molto piccola; negli sMMBfMMaHf, anche a causa degli scarichi dei natanti, questa percentuale aumenta. Il fango che è stato trovato sulle teste, sottoposto a tre lavaggi, appartiene sema dubbio allo strato più basso della melma nel canale e quindi le pietre non possono essere state buttate nel fosso solo qualche giorno prima-. Le fa eco il professor Franzini, docente di scienza della terra dell'Università di Pisa, riferendosi proprio alla «testa» contestata: «La sua presenza nel fango si è protratta per tempi non precisabili, ma misurabili in decine di anni. Dalle osservazioni compiute e dal dati raccolti, nulla emerge che sia contrario all'ipotesi cìie le due sculture recuperate il 24 luglio giacciano nei fossi a partire dal 1909 (l'anno della partenza di Modi per Parigi). Molte prove indiziarie tn- dicano anzi come questa ipotesi sia corretta». Eppure 1 tre ragazzi hanno buttato la loro «testa» nel Fosso soltanto la sera del 23 luglio, come confessano. E, a confortare la loro Intervista, c'è anche, adesso, la testimonianza di un cittadino che abita una casa proprio di fronte al luogo del ritrovamento. Quella notte, dice che alle due vide tre, quattro giovani trascinare sul marciapiede un blocco di pietra e poi gettarlo nel fosso. L'indomani si recò in Comune a riferire l'accaduto, ma evidentemente, in mezzo alla grande festa per 1 recuperi già avvenuti, non trovò ascolto. Intanto, 1 tre giovani, che si sono fatti tra l'altro fotografare con 11 «Modi-scherzo» prima di gettarlo nel Fosso, rientrati àa¥à>lgl dove erano in vacanza, hanno rifiutato qualsiasi dichiarazione alla stampa, perché, come ha' spiegato il padre di Ferrucci prof. Francesco, «sono spaventati dagli sviluppi die la' burla ha preso-. Omero Marracclni Livorno. Pietro Lurldiana e Francesco Ferrucci posano con la scultura da loro realizzata per burla e invece attribuita dai critici d'arte ad Amedeo Modigliani (Foto da «Panorama»)
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