Palermo ricorda Dalla Chiesa Tante autorità ma poca gente di Giuseppe Zaccaria

Palermo ricorda Dalla Chiesa Tante autorità ma poca gente Due anni fa moriva in un agguato di mafia con la moglie e l'autista Palermo ricorda Dalla Chiesa Tante autorità ma poca gente In vìa Carini i figli del generale giungono a cerimonia finita - Bilancio della legge La Torre: 12 mila controlli patrimoniali, sequestrati i beni a 359 mafiosi (1200 le richieste) - In Sicilia proposti 336 soggiorni obbligati DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — «Ai morti vorremmo dire: ci impegniamo perché la vostra testimoniama di sangue non vada dispersa Le parole che si spandono sotto le arcate della cattedrale di San Domenico arrivano dal microfono che è accanto all'altare, ma sonale parole di un ministro. La chiesa è piena solo per metà, fuori, sul piazzale, molte auto blu ma appena un centinaio di persone. A due anni dall'eccidio di via Carini, il sacrificio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie, dell'autista, rischia di essere ricordato solo con un rito formale. Al termine della Messa, guardando i figli del generale che gli sledono accanto, Scalfaro pensa che non può finire, ancora una volta, cosi. Il ministro dell'Interno si alza, fa qualche passo, arriva accanto all'altare. Un gesto inatteso: e le parole che arrivano subito dopo sono di partecipazione sincera, di impegno autentico: «Il pericolo piU grande — dice Scalfaro rivolto al figli e al fratello di Dalla Chiesa, ai genitori di Emanuela, alla moglie dell' agente Russo — è che il tempo lasci chi soffre immerso nella solitudine. Per noi, il miglior modo di ricordare le vittime deve essere quello di compiere ogni giorno il nostro dovere ad ogni livello, senza incertezze.. Un applauso caldo, spontaneo: poi la cattedrale si svuota, il corteo di auto si sposta in via Carini, fino al bassorilievo che ricorda 11 massacro. Tiratori scelti sul tetti dei palazzi, squilli di tromba, corone di fiori. Ancora una volta, solo qualche decina di passanti a fare da contorno alle autorità. Rita e Nando Dalla Chiesa, quasi a sottolineare 11 distacco dalle celebrazioni formali, arrivano solo quando la breve cerimonia si è conclusa, e restano soli dinanzi all'immagine del padre. E poco dopo, freddamente,1 Nando stringe anche la mano di Rosario Nicoletta già segretario regionale della de: una delle persone che, due anni fa, il giovane aveva definito «mandanti morali* dell' assassinio del padre. Più tardi, nella serata, solo in parte la fiaccolata ursicune migliaia di studenti del «Coordinamento antimafia» riuscirà a rendere la città un po' meno indifferente. Eppure, qualcosa si sta facendo, si continua a fare. A Palazzo Withaker, prima che Scalfa¬ ro rientri a Roma, è l'alto commissario Emanuele De Francesco a fornire i primi dati globali sull'applicazione delle misure antimafia. E' un rapporto di 144 pagine, zeppo di prospetti: sulla copertina azzurra è scritto *Dati sull' applicaeione della normativa contro la delinquenza mafiosa». Sarà trasmesso ai presidenti delle Camere, alla Commissione Antimafia, al Consiglio superiore della magistratura. Dal 1° ottobre dell'82 (glor- no dell'entrata in vigore della legge Rognoni-La Torre) ad oggi, l'attacco alle strutture e al sistema di potere mafioso s'è fatto sempre più massiccio. Aumentano le Indagini di carattere patrimoniale: in meno di due anni sono state oltre 12 mila, In tutto 11 Paese. Per 1200 presunti mafiosi è stato chiesto 11 sequestro del beni, anche se la magistratura lo ha ordinato solo in 359 casi. Solo in Sicilia sono stati «schedati» 13 mila contratti di appalto, e 51 mila partecipanti alle gare. Alle cifre De Francesco aggiunge però anche un primo bilancio: e si tratta di un bilancio positivo. La legge che ha introdotto 11 reato di -associazione mafiosa' ha dimostrato di essere funzionale, e da qualche tempo anche le resistenze mostrate da certi ambienti si vanno attenuando. Non si trattava solo di mafiosi: a protestare erano, si, «soggetti, gruppi, ambienti economici e imprenditoriali» che avevano fondati motivi di temere lo Stato, ma anche gente che paventava solo «un intralcio, un rallentamento, un imbrigliamento delle attività nel vari settori economici: Svanito, secondo De Francesco, è anche il timore che la legge «potesse determinare la criminalizzazione di un'intera isola, che fosse una legge solo per i siciliani, ami contro i siciliani: Le nuove norme, al contrarlo, hanno trovato applicazione in tutte le grandi aree metropolitane. In Piemonte, nell'arco di 21 mesi, gli accertamenti patrimoniali e bancari (quasi tutti fra Torino e la provincia) sono stati oltre 400, le denunce per associazione a carattere mafioso 39. In Lombardia 1 denunciati sono 417; fra Roma e 11 Lazio, sfiorano i 500. La Sicilia, e Palermo, restano naturalmente al centro della ragnatela mafiosa: 272 persone sono state proposte in meno di due anni per la sorveglianza speciale; per altre 336 è stato chiesto 11 soggiorno obbligato. E a dimostrare che i nuovi interventi stanno sortendo qualche-risultato, c'è un rilevatore, per quanto tragico: quello degli omicidi. Per tre anni, Palermo era rimasta sulla media di oltre 100 assassinli l'anno (101 nell'81,151 l'anno successivo, 110 nell'83). Quest'anno, fino a tutto agosto, i morti ammazzati sono «solo» 34. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Carlo Alberto, Dalla Chiesa, La Torre, Nando Dalla Chiesa, Rosario Nicoletta, Scalfaro