In Riviera dopo i fracassoni

In Riviera dopo i fracassoni SETTEMBRE LE RIDA9 PACE, MA L'AMBIENTE W COMPROMESSO In Riviera dopo i fracassoni Finale, Alassio, Loano, ciascuna con 13-14 mila abitanti stabili, in agosto ne ospitavano 50-60 mila - Ora, partito il grosso di un turismo talvolta rumoroso e volgare, il Ponente ligure ritrova le sue bellezze, ma anche gli insulti al paesaggio - Urgente lo spostamento della linea ferroviaria - Strade di circonvallazione e parcheggi* nascosti in galleria? DAL N08TRO INVIATO RIVIERA DI PONENTE — Settembre restituisce un po' di pace e di bellessa a questi luoghi di vacanza che nel pieno d'agosto erano graditi soltanto a una fauna turistica volgare e fracassone,, soggetta all'idolatria dell'automobile e della motocicletta. Si rivedono i camminatori sulle strade di collina. Non plii perseguitati e oppressi possono fotografare le bellissime fioriture gialle di rare palme appartenenti alla famiglia della «Erythea armata», i grappoli di carrube pendenti dai rami, i pergolati di zucche a forma di trombone, tra olivi e mandorli. Questa Riviera esiste ancora, a cento metri sul mare di nuovo limpido, a dieci minuti di cammino dai centri abi¬ tati in cui ad agosto scoppiavano le risse tra turisti in cerca di un posto auto. Anche nel turismo avviene una selezione naturale. A agosto diventano minoranza i turisti più civili. Prevalgono quelli che neppure si accorgono della congestione, che al rumore dei Tir rispondono con l'urlo delle due ruote di marca giapponese,' che'passano ore al caffè sull' Aurella avendo i piedi a pochi centimetri dal pneumatici e le gambe riscaldate dal tubi di scappamento. Non c'è da stupirsi se le statistiche indicano un calo di italiani e stranieri negli alberghi, se la clientela più redditizia preferisce altri lidi o addirittura rimane in città, rifiutando la vacanza ih luoghi simili a enormi accampamenti di motorizzati, qui come In Versilia, sulla Costa Amalfitana come su quella calabrese. Su tutti i litorali italiani la contrazione del movimento turistico dimostra la validità della legge del limiti dello sviluppo. Alassio, come l'Isola d'Elba o Capri, si rifa attraente quando il numero delle persone scende al livello della sua capacità fisica. Formicai / luoghi di vacanza sono infatti paragonabili a contenitori: inevitabilmente il liquido trabocca se si versano undici litri in una latta da dieci. Una spiaggia lunga mille metri e larga trenta può accogliere con un certo respiro cinquemila persone, ma diventa un formicaio quando ne arrivano diecimila, con una media di tre metri quadrati a testa. Ancora inferiore è la media di tante •città balneari- nel pieno della stagione, quando il mare è sporco, le strade sono intransitabili, i rumori insopportabili, e l'atmosfera si fa pregna di gas. Finale Ligure conta normalmente 14 mila abitanti, comprendendo la frazione di Varigottl. A [giugno e a settembre diventano 20-22 mila e la vita è ancora piacevole. Ad agosto l'impennata: 40-45 mila persone, forse 50 mila con quelle che sfuggono ai rilevamenti statistici. Vediamo Alaselo: una popolazione stabile di 13.700 unità sale a 25 mila nei mesi di giugno e settembre, balza a 50 mila tra il 20 luglio e la fine di agosto, con punte dt 60 mila verso Ferragosto. Come se un pianificatore perverso avesse ricalcato il suo modello sotto tanti nomi, le situazioni si ripetono a breve distanza. Ecco loano: 13.500 abitanti, a giugno e settembre poco più di 20 mila, ad agosto 44 mila che diventano più di 50 mila con i turisti non soggetti a registrazione. I Comuni costieri dovrebbero avere strutture urbane e servizi pubblici a fisarmonica, enormemente dilatabili per un mese l'anno; dagli acquedotti al parcheggi, alle Unità sanitarie, agli spazi liberi e attrezzati. In realtà hanno soltanto alberght, pensioni, campeggi e soprattutto case, per metà vuote dieci mesi su dodici, costruiti al 60-70 per cento negli Anni 50 e 60 sema plani regolatori, •sull'Impianto di piccole città murate di origine medioevale che potevano reggere incrementi demografici di poche migliaia di unità. Negli Anni 30, ai tempi d'oro, Alassio aveva 6 mila abitanti cui d' estate si aggiungevano - 5 mila turisti: non esistevano problemi di-inquinamento né di congestione. Nel 1951, quando l'espansione incontrollata stava già per avviarsi, i residenti erano 9 mila; nel pieno d'agosto si arrivava a un totale di 20 mila. Il Quartetto Cetra passava l'estate all'-Orientale-, il night all'aperto sistemato in un orto-giardino ricco di limoni, poi distrutto per tirar su due condomini. Il Grand Hotel oggi cadente era ancora frequentato da inglesi che ogni sera pranzavano in abito lungo e giacca bianca. L'unica strada di attraversamento, divenuta un impasto di automobili e casermoni, passava tra agrumeti, orti, ville con giardini, ad Alassio come a Loano o Bordlghera. Andora, ridotta sul mare a una periferia mediocre, era il regno del frutteti. Lo sviluppo doveva esserci, t tempi sono cambiati, stanno rapidamente cambiando i modi di godere il tempo libero. E' Inutile, oggi, dilungarsi nei rimpianti. Però amministratori pubblici e operatori. turistici devono finalmente riconoscere l'esistenza di limiti fisici insuperabili e riflettere sulla teoria della capacità di contenimento. Non è un'invenzione recente. Uno del suoi assertori più celebri fu Sir Lancelot Broum, passato alla storia come -Capabtlity Broum-, caposcuola del movimento che modellò il paesaggio inglese settecentesco e diffuse il gusto del cosiddetto -giardino all'inglese- divenuto patrimonio comune in Riviera sinché i nuovi barbari non si incaricarono di farne strazio per tirar su case, innescando la moltiplicazione dei fabbisogni insoddisfatti e la moltiplicazione delle automobili. Quando a Loano, Alassio, Finale, sono presenti 40 o 50 mila persone, le automobili in sosta sono almeno 12-15 mila contro una capacità teorica che non arriva mediamente a 8 mila. Maxi-garage, «Alma Roma, immenso garage»; la definizione, se ben ricordo, è di Pablo Neruda.' Risale agli anni in cui Piazza di Spagna e Piazza del Pantheon erano depositi di automobili. In ambienti e paesaggi urbani meno importanti il modello della Roma degradata si ripete puntualmente d'estate, senza tentativi apprezzabili per ribaltarlo. La pedonalizzazione, spesso teorica, si limita ai vicoli dei nuclei storici. Qua e là le amministrazioni locali provvedono palliativi, modesti pareheggi ricavatisu piazze che avrebbero ben altre'funzioni. Più favoriti sono i Comuni che possono utilizzare la sede ferroviaria abbandonata dopo lo spostamento a monte del binari. A Finale e Varigotti l'ex ferrovia diventa in parte parcheggio e in parte area verde. Tra Aremano e Finale Ligure la linea raddoppiata non corre più sul mare e tra le case, con beneficio per Varasse, Celle, Spotomo, Noli, Varigottl. Afa il solco del semplice binario segue tuttora il tracciato ottocentesco sul resto della Riviera dt Ponente, spaccando in due glt abitati con l'aggravante della via Aurelia quasi sempre parallela e priva di alternative paragonabili alle corniches francesi. Questo sarebbe Il primo passo da compiere: premere con forza sul potere centrale (come sanno fare altre Regioni e come non hanno mai fatto i liguri) per ottenere lo spostamento dell'intera ferrovia in tempi brevi e per avere dall'Arias strade di circonvallazione. Sanremo e i Comuni vicini si sono mossi da tempo, le Ferrovie dello Stato hanno risposto positivamente. Altri Comuni sembrano addormentati. La situazione del territorio e dell'ambiente lungo la costa è talmente compromessa, per non dire degli insulti al paesaggio, da richiedere una forte e lucida volontà di recupero. Il litorale tra Ceriate e Albenga potrà essere bonificato, dopo lo spostamento della ferrovìa, creando nuovi arenili lunghi alcuni chilometri e zone verdi. Il problema dei parcheggi potrebbe' essere risolto con grandi depositi in galleria, come è stato fatto a Salisburgo bucando una collina, o in superficie come è stato fatto a Nissa con coperture verdi e fiorite, ma sempre col firn di alleggerire il traffico, di scoraggiare il messo privato con V aiuto di mezzi pubblici leggeri. Le amministrazioni locali dovrebbero impegnarsi a fondo mi miglioramento dell'arredo urbanq, con profuslone di alberi e di fiori, divenuti cosi rari mi ricupero delle colline abbandonate agli incendi. • ! Ma il riscatto della Riviera dipende anche da scelte che vanno oltre i poteri locali, come una più rasionale distribusiom delle vacarne nell'arco dell'estate. Limitando la ressa d'agosto si potrebbe almeno in parte ridurre il danno provocato da uno sviluppo sema limiti che non può essere cancellato con la dinamite. Sfarlo Fazio

Persone citate: Alassio, Arias, Lancelot Broum, Noli, Pablo Neruda, Ponente