Perché tanti sfratti con le case vuote?

Perché tanti sfratti con le case vuote? Perché tanti sfratti con le case vuote? La crisi attuale era prevedibile: perché non si sono costruiti nuovi alloggi? Non tasse ina sgravi fiscali per invogliare i proprietari opportune agevolazioni fiscali, vincere almeno In parte la ritrosia dei proprietari a concedere In locazione il loro appartamento con una conipreuslblle sfiducia nella legislazione del nostro Paese. 4) i,a soluzione del problema non può consistere, come s|K'Sso annunciato, nella garanzia dei grandi Comuni sulla durala di due o Ire anni del nuovi contratti di locazione. Intatti, neppure I Comuni piccono violare l'art. 79 della legge sull'equo canone |K-r II quale e nulla ogni pat Unzione diretta a limitare la durala legale del contratto che. pi i le abitazioni, e di quattro anni (e non di sei. come Indicato anche ila autorevoli quotidiani ed organi di stampa: i sei anni riguardano II)falli i negozi e non le abitazioni). 5i D'altra parte, lo sialo, avendo incassato pm di mille miliardi di contributi tìeseal. non riesce a spenderli se non |wr un quarto per la costruzione di case: non migliore e la situazione dei Comuni che. secondo la recente pronuncili della Corte del conti (al cui controllo oltre la meta degli enti locali si sottrae abusivamente) non sanno spendere le somme a disposizione ammontanti |mt II 1082 a 42311 miliardi, pari a decine di migliaia di alloggi non costruiti 6) Si deve inoltre considerare che molti tra gli alloggi per I quali e stato chiesto lo sfratto ritorneranno Inevitabilmente sul niercalo delle locazioni. 7i Solamente le nuove costruzioni (alle quali lieve contribuire l'iniziativa privata) possono allentare l'attuale tensione: una maggiore olferta sul niercalo. allignata alle esigenze, ridurrebbe la forbice tra l'equo canone e quello economico a libilo mercato: non solo, ma una simile impostazione ilei prò blema riporterebbe In vita f edilizia residenziale, settore trainante di tanti altri Oggi le costruzioni sono ferme nei grandi centri (proprio ove si sente il bisogno di una ripresa edilizia), imbrigliate da mille disposizioni e ila tanti ostacoli amministrativi. Ciianfrunt'o (ìallo-Orsi sogno di abitazioni. Iji soluzione del problema doveva essere quella di creare nuove abitazioni, diminuendo nel frattempo il |ierverso tasso d'inlluzlonc la cui riduzione avrebbe impedito un'inutile corsa in avanti. Con un Inquilino sottoiiosto ad aumenti di canone considerevoli ed un proprietario che riceve fitti alle volte elevati nominalmente, ma sempre minori in termini reali. Vediamo ora di esporre, sia pure schematicamente, alcuni dati e considerazioni: 1) Oli alloggi non occupati in tutt'Italla sembrano essere oltre 4 milioni 500 mila. Un numero enorme che diminuisce notevolmente, agli effetti della polemica in corso, qualora si osservi clic in esso sono comprese le seconde case, gli appartamenti destinati alla vendita o situati in zone .non calde.; |ht queste ultime, anzi, la legge stili' equo canone potrebbe essere abrogata senza danno. Secondo la stima di un autorevole quotidiano economico, le case sfitte, in Comuni con più di 300 mila abitanti, sarebbero circa J15 mila. 2) Invece di proporre aggravi fiscali (che pur esistono già nella nostra legislazione) per I proprietari che non danno in locazione 1 loro appartamenti sfitti situati nelle zone di tensione abitativa, sarebbe forse più produttivo proporre agevolazioni fi cali |ier coloro che accettano di affittare I loro alloggi secondo le norme dell'equo canone. 3) Prima ancora ili pensare a sgravi tributari, occorre perù compiere un atto di giustizia: le spese a carico del proprietario continuano ad aumentare e non sono bloccate da nessuna legge: esse però sono llscalmentc deducibili solo nella misura forfettaria del -25 per cento (percentuale superata e ideala nel 1865 da Quintino Sella) del canone frenato dalla legge c non nella loro entità reale. E' questa un'Ingiustizia evidente che lieve esseri' abolita. Ammettere la totale deducibilltft delle spese effettuate e documentate e un atto dovuto e iiolrchbc. con le E' nuovamente di scena un ri.unii imputato: l'equo canone. Le accuse sono basate su due situazioni di fatto e precisamente: il grande numero di sfratti (quasi tutti per finita locazione) ed i moltissimi appartamenti clic risultano non occupati. Si tratta di una polemica che. con maggiore 0 minore intensità, alliora ogni anno durante l'estate e clic ogni anno spinge molti politici a proporre soluzioni che a loro sembrano eque, ma che s|w\sso sono inique. Si deve pere. I«t prima cosa, osservare che la legge sull'equo canone e stata approvata Il 27 giugno 1D7B Lacunoso. di citiIielle interpretazione, generatore di dubbi e di diverse interpretazioni, il provvedimento aveva un solo scopo ben chiaro: lasciar sopravvivere parzialmente e temporaneamente il regime vincolistico delle locazioni che aveva regolato la materia per tanti decenni. VI era cioè la precisa intenzione legislativa di risolvere 11 problema dell'abitazione prima della line della proroga. |>er evitare le situazioni che oggi si stanno creando Anche se inascoltate, dal 1978 ad oggi, molte voci si sono levate |ier osservare che. non costruendo nuovi appartamenti e non restaurando quelli fatiscenti, si sarebbero verificate situazioni lni|>osslblli fino alla coartazione obbligatoria. Ma. oltre agli esperti, qualsiasi persona poteva agevolmente prevedere la crisi attuale. Orbene diciamolo chiaro, dal 1078 ad oggi, il problema poteva essere risolto dalle autorità centrali e soprattutto da quelle locali, magari destinando alla costruzione di edifici 1 fondi Impiegati in spettacoli e in altre manilestazloni, degni di Comuni più ricchi e con meno problemi, l'er In verità. In questi anni il Intere pubblico ha provveduto a nuove costruzioni sia pure in misura non adeguala, ma soprattutto ha impedito di edificare all'iniziativa privata, quando la mano pubblica (non solo in Italia, ma in tutti 1 Paesi occidentali) non e in grado di sopperire al bi¬ plano della dottrina e della prosili, -può essere una nuova lorina di essere cristiani.. — // teologo Raner. morto juk-Iiì mesi fa. aveva prima confidato <i Boff che la teologia della liberazione, .se non e la maggiore e l'unica, t almeno quella che risulta -oggi più viva nella Chiesa del Continente pei i he affronta questioni più pertinenti a tulli gli uomini e non soltanto ai credenti-. / domenicani, prima che Giovanni Paolo II si recasse in Centro America, gli presentarono un dossier documentato sulla vera situazione del mondo latino-americano, dossier ben diverso du quello preparato dalla diplomazia vaticana. I gesuiti, che hunno avuto anche dei martiri fra loro su questa linea di solidarietà col popolo, come padre titillilo Gigante, non sembrano disposti a mutare campo e scelta cullurule 1 francescani, in un convegno analogo u quello dei gesuiti avvenuto alla conclusione dell'* centenario della nascita di Sun Francesco, presenti lutti i superiori maggiori dell'Ordine, incaricarono proprio Leonardo Boff di ciliare un documento di rinnovamento programmatico che inizia con le parole: .Oggi il beato Francesco Invia i suoi frati a vivere ed annunziare il Vangelo nelle favelas.... un documento che ricupera lo spirito e la lettera della prima regola dell'Ordine. Una condanna ajierta. in questo contesto, .dividerebbe i fiovi'ri., cioè fa grande chiesa latino-americana die vede, non tanto nella parte speculativa di quella teologia quanto nelle scelte che ne derivano immediatamente. V unica speranza della propria liberazione dalle diverse c più spieiate dittature. Sono due parole che fanno paura, u quanto fiore, agli inquirenti di Roma: 'liberazione' e 'marxismo'. Invano Boff lui ripetuto più volte che .Marx non e ne padre né padrino della teologia della liberazione.. Invano egli sostiene che l'unico contributo di Marx sia nella sua anulisi del capitalismo du vincere soprattutto nel continente nordamericano che ha fatto del continente del Sud una vera e propria colonia attraverso le diverse dittature. Sembra ette i giudici romani diano ragione ad una affermazione di Francesco Alberoni in un'intervista a Roberto Oervaso: .L'analisi marxista porla al marxismo.. E 'liberazione', una delle parole più forti e vive della Bibbia, non i forse ricorrente, in boccu ai piti grandi profeti antichi. #90 l'offe e anche in bócca a Cristo die la prende da Isaia quando proclama: .11 Signore mi ha mandalo ad annunziare la lieta novella al poveri, a sanare i confi ni di cuore, a liberare gli oppressi e i prigionieri.? Non si tratta dunque d'una analogia esclusivamente spirituale clic intenda con quel termine sono la 'liberazione dal ;ieccatO'. .Dio-, scrii* Boff. .non e Indifferente ma interessato alla liberazione degli oppressi». E Marx? «Marx può essere un aiuto a individuare il peccato sociale e in Suesio senso utile al progetto più grande ella teologia». Chi ha dunque paura di questi teologi, di questa Chiesa popolare? Soprattutto gli Stati Uniti, Reagan e le multinazionali del Nord, di evi il Centro e ti Sud America sono in totale dipendenza economica. Perché, dice in sostanza Boff. rischiare di far apparire tu Chiesa connivente con questi poteri, cioi con chi direttamente o indirettamente questa gente sfrutta ed opprime e ne blocca l'evoluzione sociale e notifica genuina? Per le sue tesi teologiche

Luoghi citati: Centro America, Italia, Roma, Stati Uniti, Sud America