Ma se Orwell ha ragione?

Una storia dei mass-media Una storia dei mass-media Ma se Orwell ha ragione? «Dalla selce al silivolume a cura di Gio DI sera, alla luce (loca di una candela, Seneca il flloso(o. ormai vecchio e disilluso dalle amarezze della vita, lavora alla seconda delle Lettere a Lucilio: 'Troppi libri sono un peso: pertanto, se non fai in tempo a leggere tutti i libri che hai. batta che tu ne abbia quanti ne puoi leggere». Pochi libri buoni per educare lo spirito. Vale ancora questo suggerimento? Oggi 11 futuro e già cominciato. La rivoluzione del computerà Imprime alla realta ritmi vertiginosi: ; modi di comunicare. di produrre e vivere 11 tempo Ubero cambiano con la velocità di una girandola che nel vorticoso trasformarsi provoca stordimento. Calcolatori, circuiti Integrati ad elevata intensità, migliala di Informazioni memorizzate In pochi centimetri di spazio. L'elettronica cambia la nostra vita e impone nuove regole. Ma gli interrogativi rimangono. Nel mondo dove 11 bombardamento tecnologico delle immagini accompagna 11 singolo in ogni momento della giornata, chi tirerà 1 fili dell'Informazione? Pino a che punto, personal compulers e videogames diventeranno un obbligo per 11 lavoro e 11 tempo Ubero? L' epoca dell'elettronica non trasformerà In re alta 1 fantasmi orwclllanl del Grande Fratello? A tentare una risposta, delincando una storia del modo di comunicare dell'uomo, è 11 libro «Dalla selce al silicio., curato dal presidente degU editori, Giovanili Giovannini. ■ realizzato con un proposito l'xievole: la chiarezza dell' c s posizione. Cinque esperti (Barbara ovan ni ni, Nicoletta Castagni, Carlo Lombardi, Carlo Sartori e Enrico Carità) hanno raccontato In altrettanti ca^ltoU U romanzo della comunicazione, lasciando il ling"".gglo da «addetti al lavori» pei passare dalle prime Incisioni sulle pareti delle caverne dell'ultimo perìodo del Pa.eolHlco superiore all'affermazione del mass-media. La storia dell'informazione e un ljngo viaggio che dalla scrittura geroglifica egiziana passa attraverso l'alfabeto fenicio e le conquiste della lingua greca per approdare, attraverso la civiltà romana e la società feudale, a Gutcmberg e all'Invenzione dei caratteri mobili. DI qui al computer il cammino è ancora lungo, ma 11 volume curato da Giovannini lo percorre in modo vivace, senza mal annoiare il lettore, anzi, accompagnandolo per mano nelle scuole di Roma e nelle biblioteche del monasteri, fotografati anche attraverso una lunga citazione tratta da •IT nome della rosadi Umberto Eco. .Abbiamo scelto il titolo "Dalla selce al silicio" — spiega Giovannini — per voler sintetizzare ■ nque o set mil¬ A Milano al parc icio»: affascinante ovanni Giovannini lenni di storia della civiltà dell'uomo, da quando la selce perdette il monopolio di strumento tecnologico nell'incisione del segno religioso, artistico o informativo per lasciare progressivamente il posto agli altri messi che si andavano affermando con l'invenzione della scrittura.. .Nella preistoria dunque la selce: e nuovamente oggi la stessa materia, il sitilo, protagonista di una nuova, tumultuosa trasformazione, ew>lu«r(one, riiHWurione nel modo di comunicare e di vivere fra gli uomini.. E infatti 11 silicio è 11 .chip.. la piastrina che costituisce • la cellula più vivente, del computer, con la sua capacità di recepire in un millimetro quadrato • migliaia, decine, centinaia di migliata di transistors integrati in circuiti.. Un processo tecnologico che si accompagna all'evolversi della società, anche se le radici restano ben piantate nel passalo. -Quando a virtù del Quattrocento — e II racconto di Giovannini si fa cronaca — escono dai torchi di Magamo le prime lìibbic a caratteri mobili, sono anni e decenni che in ogni parte d'Europa ogni sorta di orefice, fabbro, artigiano è alla ricerca di un medium nuot>o per dare sfogo a una dilagante richiesta di comunicazione, alla quale non possono certo far più fronte gli amanuensi delle abbazie, gli scrivani delle unlivrstta, gli artisti dei manoscritti. Tanfè che ti "chi, dove, quando" della nasetto della stampa è tutt altro che storicamente definito anche se ragionevolmente viene fatto corrispondere a Gutenberg, Magonza 1450.. Ma anche lo sviluppo tecnologico ha il suo rovescio della medaglia. Ed è proprio la rivoluzione elettronica a porre le domande più Insidiose. Una cultura «di pochi- ha contraddistinto i primi millenni della storia (dalle tecnologie dell'argilla e del papiro) fino alla prima grande •democratizzazione- del sapere realizzata grazie all'invenzione della stampa a caratteri mobili. Ce il rischio che la società del compulers .ripeta quell'antica frattura? Che si crei una -casta- di •pochi che sanno-, destinala a esercitare un potere sempre più massiccio sul -molti che non sanno-? Il volume guarda al futuro con ottimismo. Esistono degli anticorpi efficaci per prevenire 11 male. Una politica Intelligente. Una conoscenza. Una cultura. •Prima di tutto la scuola — conclude Giovannini — Poiché più ampia, più totale, più democratica sarà la base di conoscenza, minore sarà il pericolo della "casta"; e maggiore sarà la possibilità di controllare l'esplosione della tecnologia con la libertà dell' uomo». Mauro Anselmo rco Sempione nonnin

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