Aztechi e «conquistadores» sbarcano a Rimini

Aztechi e «conquistadores» sbarcano a Rimini MOSTRE DI ECCEZIONALE INTERESSE AL MEETING PER L'AMICIZIA TRA I POPOLI Aztechi e «conquistadores» sbarcano a Rimini dal NOSTRO INVIATO RI MINI — (Qiunulti ti Cititi del Messico si scava per il metrò o per limili he altra opera pubblica, si ritrova il nostro passatoi,, dice il piof. ltlu.mli> Malos Mmk/iiin.i, non discendente, soltanto omonimo diil'ultuno tragico imperatore 17.ICCO. 1" .sialo per uno scavo ili H'A/ieiitl.i l'.lelltu.i clic, il 21 febbraio I97K, nell'arca attigua alla cattedrale, si c trovata una pietra ovale larga trimetri, clic rappresentava un mito azteco. Sono seguili quattro anni di scavi, sotto la guida di Malos Mot iiYiinu. ed e stato riportalo alla luce quello che i conquistatori spagnoli avevano i In.un,ito «I-J Tempio M.ivot-, c che era la Teocalli, il superbo tempio degli aztechi, luogo dei sacrifici umani. In un'orgia documentata, vi furono sacrificate in un solo giorno ventimila vittime, afferma uno storno f(jli uzleihì erano convinti che sema questa offerta umana il mondo si sarchile fermato*. Lo scavo di Città del Messico c considerato la più importante scoperta archeologica del Nuovo Mondo, una porla spalancala sul passato azteco, c ha suscitato nel Messico un' ondata di orgoglio nazionale. I.i Teocalli dominava Uno ilititl.m «la divina», al centro della capitale a?teca, che cinque secoli fa era una borente metropoli, splendida. Oltre centomila abitanti, più popolata di qualsiasi citta europi «i. Nel 1521 C'orlcs la conqu:.\tò c la distrusse. Complclantcr-tc. peggio di quanto avevano fatto i romani eon C'atugirc. Qualche traccia efì III-osili ma c rimasta. Di Tcncxiitill.in i «conquistadores» nulla lasciarono, c sulla capitale livellala edificarono Menico City. Il (irande Tempio era una piramide a gradini di 4$ metri di base, alta 4K. Spianarlo, dovette essere un lavoro ciclopico, lu eseguilo con tanto scrupolo che, fino a sci anni fa, della costruzione alla come le maggiori i.inclinili europee, non si conosceva neppure l'esatta ubicazione. Ne restavano soltanto le descrizioni lasciate da Cortes c dai primi storici spagnoli. Parevano troppo fantasiose, in ogni caso esagerale. I ;i recente scoperta ha invece svelalo che la struttura del Tempio era assai più complessa di quanto suggerissero le antiche cronache. Sono stali dissotterrali olire settemila oggetti: staine, sculture murarie, vasellame, resti di sacrifici, maschere c urne funerarie. Molli pezzi spettacolosi: divinità scolpite con raffinatezza, serpenti piumati, teschi deco¬ rali in modo grottesco, dardi solari c cervi in alabastro. Uni decina di reperii del Tempio Mayor (anteprima «Iella mostra completa che si Irrrt il prossimo anno in colla- bora/ione eon it Comune di Isiinuii) l'archeòlogo Matos Mode/urna li ha porlali*al. Meeting per l'amicizia fra i popoli. Sono pezzi di una rara belle/za, che Icslimoniano I' abilità e la fantasia dei loro creatori. Non si capisce perché i conquistatori non li abbiano portali in Spagna come bottino, ma forsennatamente li abbiano sepolti. Oppure si capisce: fu l'impegno, la frenesia di cancellare ogni traccia di una cultura. Ci riuscirono davvero? Parrebbe di no, si pensa visitando un'altra importante mostra del Meeting, quella del Barocco lalincvamcricano. Sulle rovine delle amiche culture azleca e incaica gli spagnoli c i portoghesi costruirono la propria. Vestirono l'intero continente con la loro architettura, il Itarocco trionfante: quest'ansia di meravigliare, di persuadere, di convincere. Nella Nueva I-Ispana, per un intero secolo, si costruirono in media due chiese la settimana. la mostra ne offre una ricchissima documentazione in cimeli, pannelli fotografici, riproduzioni. E' tutto Barocco, ma ha caratteristiche diverse da Paese a Paese. *Nci Paesi, che hanno maggiori tradizioni culturali precolombiane, come il Messico azteco e il Perù incaica, il Barocco è mollo più ricco e fantasiosa. Più semplice, assolutamente essenziale negli altri Paesi», dice il prof. Vittorio Minardi, che illustra la mostra. tUn esempio dell inumi io tra la cultura europea e Tannila po/io lare e indigena». Dall'Europa, dice, arrivavano i progclti per le cattedrali c le chiesette. A realizzarli era la mano d'opera locale, e ci meileva del suo. Influenze indigene, e le radici sembrano affondare in antiche culture. Nelli deliranti fantasie ornamentali, fra i rami c i grappoli d'uva di origine occidentale, appaiono le papaya e gli ananas d'America, scopriamo i pappagalli e i lucani, quei serpenti c giaguari dei reperti aztechi, (ili angioletti e i santi di una piccola chiesa messicana a I*uchla hanno un volto indigeno, che ricorda quelli di opere scpollc dai conquistadores. Un Barocco che, pur nel suo trionfalismo ed esuberanza, lascia trasparire un fondo di angoscia, lo studioso Miguel Mattioli ci spiega: tluggiit /' angoscia proveniva dall'anima indigena, l'arte autoctona prccolomltiana, dalle culture arici a e maya del Nord, a quella kiaa, uyinuriì e guardili nel Sud, echeggiava un tormento prof andò e cupo che non poteva non affiorare del pari nelle opere in cui europei e creoli collabo! a no intimamente con indigeni o meticci, fino a creare spesso una nuova arte iheroamericana*. Luciano Carino

Persone citate: Barocco, Cortes, Luciano Carino, Matos, Mayor, Miguel Mattioli, Nelli, Vittorio Minardi

Luoghi citati: America, Città Del Messico, Comune Di Isiinuii, Europa, Messico, Perù, Rimini, Spagna