Venezia, un dilemma per 5 registi

Venezia, un dilemma per 5 registi Comencini, Fellini, Ferreri, Leone e Squitieri discutono le innovazioni della Mostra Venezia, un dilemma per 5 registi Il Festival, che comincia lunedì, s'annuncia rivoluzionario ed eversivo - Con i suoi 100 film mescola opere destinate alle sale e alla tv, mette insieme rispettati autori e attivi mestieranti - Gli americani sono quasi completamente esclusi - Cosa pensano di queste innovazioni cinque fra i maggiori registi italiani? ROMA — Rivoluzionarla, eversiva, sregolala, eurocentrica: la quarantunesima Mastra del cinema che comincia a Venezia lunedi presenta Insieme con I suoi oltre 100 film novità sovvertitrici, una rottura forte degli schemi tradizionali che da sempre governano 1 festival. Apparenta e omologa lilm prodotti per il cinema e opere destinate alla televisione: e non per caso, come è già capitato, ma ufficialmente, programmaticamente. si direbbe Ideologicamente. Mescola rispettati autori e attivi mestieranti. Proietta pure opere Incomplete, parti di lavori ancora in corso. Esclude o quasi dal concorso 11 cinema americano Da la massima enfasi a un cinema Italiano attualmente In pessime condizioni. Su queste Innovazioni, dilemmi di Venezia che offrono un'occasione di dibattilo culturale, poniamo tre domande a cinque registi italiani: Luigi Comencini (che presenta alla Mostra pane del suo Cuore televisivo); Federico Fellini; Marco Ferreri (che presenta alla Mostra // futuro i donna, film per I cinematografi); Sergio Leone (che presenta alla Mostra C'era una l'offa in America, esistente in doppia versione, cinematografica e televisiva); Pasquale Squitieri (che presenta alla Mostra Clarelta. film per 1 cinema in parte finanziato dalla Tv). 1) Film per II cinema, film per la televisione: sono assimilabili. Intercambiabili? Sono uguali o diventi? COMENCINI: Sono diversi. E" diverso II ritmo, il temilo: dunque il linguaggio. Per opposti motivi economici, il film per II cinema tende alla condensazione, mentre il film per la Tv tende alla dilatazione, a slungare la storia, a coprire il maggior tempo possibile. In passato la differenza stava anche In una diversa liberta per il regista: lavoravi per la Tv senza l'assillo di dover |>er forza ottenere certi Incassi; senza l'inlerrogativo-incubo 'andranno a vederlo?., perche gli spettatori televisivi erano 11. disponibili. Adesso, con il moltiplicarsi del canali televisivi e la concorrenza selvaggia, la caccia al telespettatore e ancora più aspra che nel cinema: |>er bloccare l'Interesse del pubblico tocca fare i salti mortali. FELLINI: Non ho idee molto chiare. Dipende dall'autore, credo. Per registi come Kubrick. Kurosawa o Ford, che si esprimono per Immagini, certo quel quadruccio del televisore ha un effetto miniaturizzante: e In televisione la luce si appanna, si appiattisce, perde colore, non raggiunge 11 pubblico con la tensione. Ma la diversità e soprattutto di natura psicologica. A parie la burocrazia i le tecniche produttive, a parte I tempi troppo contratti o IropiM) dilatati del prodotto televisivo, ciò che rende profondamente diverse lare un film |>cr la televisione dal fare un film pei il cinema e la durala effimera del tuo lavoro di un auro: due ore immerse nella .sterminala massa di Immagini rigurgitala dal video, una sera e via. basta. Unito, scomparso. E" questa consapevolezza che pub farti abbassare la guardia la soglia del rigore. FERRERI: Sinora, film televisivi non ne esistono. Ci sono soltanto film per il cinema: possono essere mostrali dal video, più lunghi o più corti, pieni di case che non servono, finanziali dalla Tv. girati In 16 millimetri o su nastro, ma sono sempre cinema. Il linguaggio, la tecnica, le regole, lo stile sono cinematografici, e non c'entrano niente col mezzi espressivi della Tv. Sinora. nessuno o quasi ha sviluppato un linguaggio televisivo, nessuno o quasi Utilizza l'elettronica né tiene conio dello speciale rapporto tra la Tv e il suo pubblico. Sinora per 1 registi la televisione resta soltanto un ri|H-litore. uno strumento di diffusione. Quanto al resto, fanno il film: che e ancora Il più forte. LEONE: Olà delesto la moviola percht, quando vedo scorrere 11 film dentro quel finestrino, mi sento un vogeur che guardi dal buco della serratura. Il film passato In Tv. con I margini ritagliati e le figure schiacciale, dove liaesaggl e persone diventano caricature di se stessi, per me e stato sempre uno spettacolo malinconico. Lo dico come regista, ma anche come spettatore. Il regista vede sacrili■atti tutta la sua cura per I iwrttcolari in rampo, lo spettatore vede soltanto quello che il piccolo schermo può contenere, cioè un dialogo particolarmente sonoro e Irritante, a commento <4Mmmaglnl che deve contentarsi di Indovinare, quando gli riesce. Credo che cinema e televisione, nel tempi lunghi, debbano differenziarsi sempre di più. La televisione dovrft smettere di rincorrere I prodotti pensai i per II cinema, per II grande schermo, e rassegnarsi a produrre film della dhft n-Mone e del taglio narrativo più adatti al piccolo schermo. Quanto al clnc- ma. dovrebbe orientarsi verso produzioni pensate più in grande, per il grandissimo schermo, magari pei lo schermo Immenso. Credo che la sala cinematografica sia un'Istituzione ormai supera¬ ta. Credo negli stadi, piuttosto. La gente dovrà andare al cinema, In futuro, con lo stesso spirito che la spinge a un concerto di Michael Jackson. SQUITIERI: Far parteclliare a una Moslra del cine¬ ma film prodotti per II piccolo schermo e come far partecipare 1 grafici a una mostra di pittura Con lutto II rispetto, sono differenti le tecniche, le economie, I linguaggi: e II linguaggio televisivo (basalo sul primo plano, come ha insegnato Bcrgman con .Siene di un matrimonio) rimane ancora Inesplorato. 21 Una mostra del cinema deve accogliere soltanto registi di serie A o anche registi di serie II? COMENCINI: Queste classificazioni sono molto antipatiche. Il solo dover, d'una Mostra e non limitarsi a presentare quelle opere pallasc. oscure e pretenziose considerate da sempre •film da festival», ma esporre prodotll che hanno un certo Interesse a venir mostrali: e -Interesse, vuol dire tante cose, vuol dire tutto. FELLINI: Sono classificazioni Inopportune, frivole e inutili: chi t oggi di scric Z può andare In A domani e viceversa, autori prima ritenuti trascurabili hanno poi avuto consacra: onl Internazionali... Se fosse possibile, l'unico giusto criterio di ammissione a una Mostra sarebbe quello di scegliere 1 film senza conoscere Il nome del loro autori. FERRERI: Ma chi e di serie A ii IP Tra autori non esistono gerarchle mummificale. Una moslra deve cercare il prodotto, non la firma; accogliere I film migliori, quelli clic esprimono di più. LEONE: Una Moslra. per cominciare, dovrebbe selezionare film, non rcglsil di scric A. Sono stalo giurato di molli festival, e posso dunque giurare di aver visionato molli film di serie A girati da registi di seconda serie e. viceversa, parecchi film di serie B messi Insieme da registi che avevano vinto molle volte In passato la coppa del campioni. Sono del parere, poi. clic 1 festival, prima che passerelle per primedonne, debbano funzionare .soprattutto come promozione per ■ giovani e gli esordienti, che sono di scric D soltanto fino a prova contrarla. L'autore già affermato, clic ha vinto molli premi e specialmente II più ambilo, quello del successo di pubblico, dovrebbe accontentarsi di presentare la sua opera inori concorso, e di ritagliare le recensioni per 11 suo album narcisista. Altrimenti I festi¬ val si trasformano In balletti di complimenti reciproci e diventano un'opinione, come la matematica. SQUITIERI: Macche A o B. le categorie sono altre: c'é gente che fa cinema, e poi ci sono quelli che (anno del film. Una Moslra deve accogliere quel registi che con la coerenza della loro attività hanno mostrato pei 11 cinema un amore forte e capace di rinnovarsi. 3) A una Mostra internazionale, si può fare a meno (o quasi) degli americani? COMENCINI: Perché no? Con 1 loro film gli americani ci stanno Inondando, schiacciando. Invadendo, occupando: non dovremmo cercare di difenderti? FELLINI: Ma perche si dovrebbe farne a meno? OH americani hanno Inventalo 11 cinema, ce lo hanno fatto amare, anche oggi ci danno un esemplo costante di altissima professionalità Non saranno lutti artisti, ma tulli potremmo andare a scuola da loro. FERRERI: Certo che si può farne a meno. Se gli americani hanno fatto le Olimpiadi senza 1 russi... LEONE: Credo che siano gli americani, plulloslo. a lare sempre di più a meno delle Moslre Internazionali. Snobbano 1 festival rome la Jet-society snobba l'Orlenl Express. L'America e diventata .sciovinista, si crede Irresistibile, e guarda 11 resto del mondo dall'alto In basso Ama pavoneggiarsi dentro gli specchi da barbiere, cinematografici e televisivi, che rimandano all'Infinito la sua Immagine. Si può fare a meno degli americani In una Moslra Internazionale? SI deve, a quanto pare! SQUITIERI: Non si può farne a meno. Oli americani non sono soltanto maestri indiscutibili di tecnica cinematografica: nelle loro mani sta anche tutta la realizzazione del linguaggio digitale, tutta la tecnologia della comunicazione e dell'espressione presente e futura. A cura di Lietta Tornabuoni ( 'unii iicini. Kduardo e Bernard Blicr sul sei di «Cuore»: parie del (lini sarà proiettata a Venezia

Luoghi citati: America, Roma, Venezia