Castagno: «Vi prego, pagate»

Castagno: «Vi prego, pagate » Drammatica lettera del commerciante torinese dalla cella in cui è prigioniero da sette mesi Castagno: «Vi prego, pagate » Il disperato appello, accompagnato da una foto, recapitato a un cronista - Il figlio ha già versato un miliardo il 17 luglio, ma i rapitori lo considerano solo un acconto - Nei mesi scorsi sono giunte altre due foto e tre lettere - Una, contenente minacce alla famiglia del sequestrato, è stata trovata in un negozio, fra i prosciutti - Il figlio: «Stiamo facendo tutto il possibile» Pietro Castagno è vivo. Il re della gastronomia. 76 anni, rapito da ormai 7 mesi, ha scritto una drammatica, accorata lettera al famigliari, pregandoli di pagare 11 risrat- j lo. 'Perché non lo fatet.,' chiede angosciato, tenuto all' oscuro degli sforzi del figlio e della disperazione della famiglia. Una tortura subdola, un modo vile per minare la sua resistenza e quella del suoi cari. •Sono un lionio che ha sempre lavorato per la mia famiglia, per dare una posizione a vito figlio: adesso ho avuto la sfortuna di essere, sequestrato'-, comincia cosi 11 messaggio, vergato con grafia incerta su carta a quadretti, formato protocollo, con errori di grammatica che denunciano probabilmente l'Intervento costrittore degli uomini che 10 tengono segregato. Più avanti, un angoscioso dubbio: 'Non so se faro ritorno a casa...'. Il disperato appello, recapitato a mano nella buca delle lettere di un cronista di Stampa Sera, ha gettato nello sconforto il figlio Pierluigi. • Mio padre non sa — spiega affranto — che noi abbiamo giù pagato un miliardo, il 17 luglio, sulla tangenziale di Milano. 11 denaro sarebbe stato consegnato a un intermediario, sul cui nome grava 11 riserbo più assoluto. Il pagamento non ha soddisfatto i rapitori che si sono rifatti vivi, due giorni dopo, pretcn- dendo un altro miliardo La famiglia è rltsaasta uniivolta: 'E' una cifra fuori dalla nostra portata: non abbiamo tanto liquido, tutto è investito nei negozi Abbiamo risposto che potevamo al massimo mettere insieme air corti qualche centinaio di milioni. Ci hanno quasi riso in faccia, dicendo che degli spiccioli non sanno cosa fare-. I toni severi e disperati che Pietro Castagno usa nella lunga lettera, ora all'esame degli Inquirenti, sono consi¬ derati -una intimidazione psicologica-. Il figlio ne è sicuro: •// testo della lettera e stato dettato: lui non avrebbe mal formulato certi apprezzamenti verso la famiglia. Sa benissimo che il nostro impegno e il nostro affetto sono totali-. Con la lettera e stata fatta trovare anche una fotografia del rapito: l'uomo appare provato, ha I candidi capelli e la barba lunghi, il collo Imprigionato in una catena fermata da un grosso lucchetto csscgmsvsluuptnpu che gli pende sul petto. Sullo sfondo, un telone, quasi a nascondere la parete della prigione. • £' una foto molto slmile — secondo Pierluigi Castagno — ad altre due. ricevute in passato. La prima ci è stata recapitata ai primi 'di luglio: è ripreso con accanto un quotidiano, in apparenza privo di catene. La seconda ci t giunta una ventina di giorni 'a ed e più drammatica: pepa ha un bcrrettvin testa e un coltello puntato alla gola-. Ma come possono 1 seque¬ stratori procrastinare ancora la fine di un dramma che dura ormai da sette mesi? Pietro Castagno ha 76 anni, è di salute cagionevole (lo scorso autunno ha subito un delicato intervento chirurgico). Evidentemente |tesa la convinzione che la disponibilità patrimoniale del famigliari (proprietari di una gastronomia. di una rosticceria, di un negozio di carni e uno di formaggi nelle centralissime via Lagrange e via Oramscl) sia <l: dimensioni tali da giustifi¬ care un riscatto da capogiro. La prima richiesta fu addirittura di 10 miliardi. Segui una difficile contrattazione, costellata da lunghi silenzi: poi. dopo sei mesi, si e giunti al sospirato pagamente Ma l'Illusione è stata breve: per I rapitori si è trattato solo di un acconto. Da una serie di particolari pare che la famiglia si trovi alle prese con una banda particolarmente audace: lo I dimostra anche una lettera, lasciata cadere con grande sfrontatezza da un finto cliente fra 1 prosciutti della gastronomia di via Lagrange a fine luglio. All'interno c erano una delle foto di Calagli o prigioniero e una lettera scritta con strisce gommate per etichette: conteneva minacce al figlio del rapito, alla moglie, e al nipotino che da allora vengono discretamente sorvegliati dalla polizia. Al Castagno sono arrivate altre due lettere: una scritta di pugno dall'anziano commerciante, l'altra battuta a macchina. Pare contenessero le disposizioni sul pagamento del riscatto. Dove può essere Castagno? Gi' Inquirenti hanno In mano tracce labili: le lettere e le fotografie sembrano poter aggiungere poco. La missiva giunta ieri porta la data del 18 agosto, potrebbe essere stata scritta In ogni parte d° Italia. L'ambiente in cui e tenuto prigioniero il re della gastronomia appare rustico (sotto un telone si Intravede una parete di sassi e mattoni) Ieri sera. 11 procuratore capo Scardulla ha convocato nel suo uificlo 11 colonello Rossanlgo. comandante di gruppo del carabinieri, 11 maggiore lotti, comandante del nucleo operativo, oltre al capo della Crlmlnalpol Persi» ni. E' stato fatto 11 punto siili' Inchiesta e tracciata la strategia futura. Pare comunque che le speranze di una rapidi, soluzione del caso siano (ioche. Angelo Conti A. •ifc.-iuMia. tsssssssssssssssssssssssssssi iiessMtssssssassMta —^——■ -WM>M wmm*+.. 0 1 i tsssssssssssssssssssssssssssi iiessMtssssssassMta —^——■ WM>M wmm*+.. 0 1 i I n foto di Pietro Castagno scattata dai carcerieri: è legato ad un catena con un lucchetto. Il «re della gastronomia» prima del 'sequestro. I.n lettera per i famigliari

Persone citate: Angelo Conti, Castagno, Pare, Pierluigi Castagno, Pietro Castagno, Scardulla

Luoghi citati: Italia, Milano