La legge favorirà i condannati più di chi attende il processo di Claudio Giacchino

La legge favorirà i condannati più di chi attende il processo La legge favorirà i condannati più di chi attende il processo Torneranno liberi se la pena non sarà confermata in appello o in Cassazione entro un anno «11 legislatore ha emanato norme che non si conciliano con i codici», dicono alcuni giudici TORINO — -Le nuove norme favoriranno non tanto il detenuto in attesa di giudizio quanto quello già condannato'. Questa, secondo alcuni magistrati, e l'incongruenza più macroscopica della legge sulla carcerazione preventiva appena entrata In vigore. Facciamo l'esemplo di una persona finita in prigione con l'accusa di essere un assassino: anche con la - custodia cautelare- (cosi si chiama la nuova normativa), ben difficilmente potrà lasciare II carcere prima del processo. La giustizia Infatti ha 3 anni di tempo per condurlo In giudizio. All'Imputato sarà Invece molto più facile recuperare la libertà dopo essere stato dichiarato colpevole: avrà diritto ad uscire se non sarà di nuovo condannato In appello entro un anno dalla prima sentenza. Un'occasione tutt' altro che remota considerata la lentezza della legge. Se anche il processo d'appello fosse celebrato (evento oggi assai raro) nel girò di 12 mesi. 11 carceralo comunque non dovrà scoraggiarsi: mal come adesso, pur essendo sialo per ben due volte riconosciuto responsabile di omicidio, ha cosi tante possibilità di tornare libero. Sarà sufficiente che la Cassazione impieghi più di 365 giorni per esaminare il suo ricorso (normalmente un ricorso impiega anni per approdare alla Corte Suprema) perché final¬ mente si spalanchino le porte della prigione. Saranno agevolati soprattutto mafiosi, terroristi, camorristi, grandi trafficanti di droga: coloro cioè che sono coinvolti nel tncgaprocessl contro la delinquenza organizzata Osserva II giudice Istruttore Mario Orlffey, che ha con¬ eluso a giugno l'inchiesta sullo scandalo delle tangenti al politici torinesi: .Piti ti processo e ricco dt imputati e più va per le lunghe, pensiamo solo a quello celebrato alle Vallette contro una banda dt spacciatori: cinque mesi i durato. O a quelli di terrorismn, che hanno impegnato per uria-due stagioni le Corti d" assise. E' improbabile che tutto d'un colpo Itter giudiziario di questi procedimenti con centinaia di personaggi divenga celere, sono proprio le strutture della giustizia ad impedirlo-. Aggiunge 11 magistrato: • Certo, occorreva una nuova regolamentazione della carcerazione preventiva, anche questa appena entrata In vigore contempla termini dt reclusione ancora troppo ampi. Però. Il legislatore ha emanato nonne che non si conciliano con la nostra realtà giuridica, con i nostri codici. Il nostro diritto contempla tempi lunghi, si fonda sul principio del controllo mediante la ripetizione degli atti: l'indagine della polizia, del sostituto procuratore, poi del giudice istruttore. Infine, tre gradi dt giudizio. Più gradi di giudizio significano più garanzie dt giustizia per {inquisito. Ma significano, e non potrebbe essere diversamente, anche il trascorrere dt mesi, anni-. Maurizio Laudi, giudice istruttore da anni impegnato in molle grandi inchieste di terrorismo, ribadisce: -Ci vo- Zet>a una riforma. Però, il legislatore è incorso in una svista abbastanza grossa. Ha dilazionato l'entrata in vigore dei nuovi termini al prossimo febbraio e s'è dimenticato di retrodatare a quella data anche la validità dell'articolo 1 della legge, già divenuto operante-. Tale norma esclude dal computo della pena certe categorie di aggravanti, dimezza ad esemplo 11 termine di carcer&zlonc preventiva (da 2 anni e 8 mesi a 1 anno e 4 mesi) per gli accusali di porlo di armi per finalità di terrorismo. Grazie all'articolo 1 dovrebbero uscire di prigione numerosi eversori condannati per banda armata e/o detenzione d'armi. «Arduo fare calcoli adesso — dice Laudi — su quanti terroristi otterranno la libertà. Del benefici della 'custodia cautelare' godranno non tanto coloro che sono ancora inquisiti ma molti di quelli già processati e in attesa dell'appello o della Cassazione-. Tra questi, con molta probabilità ci sono anche gli assassini del giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagl. Conclude Laudi: •£' pura illusione ritenere die la 'custodia cautelare' risolva II problema della lentezza della giustizia. Finché non si creeranno nuclei dt polizia giudiziaria che lavorino a diretto contatto con i magistrati e non si prowederà a distribuire t giudici sul territorio a seconda delle esigenze della legge tutto rimarrà come è oggi. Con il serio pericolo di contraccolpi nell'opinione pubblica e di un ritorno al vecchi termini-. Con Laudi e Orlffey concordano Il consigliere Antonino Palaja. capo dell'ufficio Istruzione, e il sostituto procuratore Olorglo Vitarl. Palaja afferma: «La tuttodla cautelare' è una Ugge astratta: Vitati ne pronostica1 subito un effetto negativo: •Per evitare molte scarcerazioni i tribunali daranno la priorità ai processi con imputati detenuti: così, quelli a piede Ubero attenderanno ancora più tempo per essere giudicati-. Il 10 novembre si aprirà 11 giudizio per le tangenti al politici, tutti gli accusati sono In libertà: non e escluso che esso verrà Immediatamente rinviato per far posto a qualche procedimento contro trafficanti di droga che rischiano di uscire se non sono giudicati a breve termine. Claudio Giacchino

Persone citate: Antonino Palaja, Laudi, Mario Orlffey, Maurizio Laudi, Palaja, Walter Tobagl

Luoghi citati: Torino