Verdi e Puccini, i re del Metropolitan

Verdi e Puccini, i re del Metropolitan NEW YORK, STAGIONE DOMINATA DALLA LIRICA ITALIANA (MA NON DAI CANTANTI) Verdi e Puccini, i re del Metropolitan li direttore artistico Irvine trascurerebbe Pavarotti a vantaggio di Placido Domingo - Inoltre non ha rinnovato il contratto a Bergonzi - Ma in repertorio si trovano «Rigoletto» e «Aida», «Otello» (c'è già il tutto esaurito) e «Bohème» - L'allestimento del «Simon Boccanegra» è preso direttamente dalla Scala dalla redazione di new york NEW YORK — La stagione del Metropolitan, 11 tempio della Urica negli Siati Uniti, ha quest'anno un'aggiunta curiosa: una serie H concerti, prima, durante e dopo la stagione stessa, di Luciano Pavarottl, talvolta cel luoghi più impensati. I! grande tenore Italiano, per .ore due esempi, apparir?*, intatti a line agosto alla Convention repubblicana di Dal'u« nel T*am e a novembr .. Madison Squarc Garden, che e appena stato regno di Michael Jackson. Pavarottl. Il re del dodi petto, l'idolo delle '-ile americane, diserterà In altre parole 11 Metropolitan, almeno nella prima mela della stagione. La ragione del divorzio — . egli è stalo a lungo anche il ! sovrano del teatro newyorkese — sta negli impegni da lui assunti in Europa e In altre metropoli degli Stati Uniti, già uno. due o tre anni (a. I grandi tenori hanno 11 carnet pieno con enorme anticipo sulle stagioni, e la sua assenza da New York non rappresenta un fatto eccezionale. Ma al Metropolitan si dice che c'è un altro motivo per la separazione: 11 direttore artistico —e d'orchestra—James Levine ha preferito puntare tutto il primo quadrimestre sul suo grande rivale, lo spagnolo Placido Domingo. E neppure 11 Metropolitan è grande a sufficienza per due artisti della loro levatura. A ben guardare il calendario, qualche sospetto sorge. La prima, Il 24 settembre, ve¬ eira Domingo nel Lohengrin di Wagner, una parte che gli si addice per le sue dimensioni eroiche. E quella che è considerata una prima bis, l'Otello. 1121 gennaio dcU'85. farà di nuovo perno sul tenore spagnolo (con due partners eccezionali: Loci al ne Prlce nella parte di Desdemona, e Bherril MUnes in quella di Iago). Come molti ricordano. l'Otello di Verdi alla Scala otto anni fa conferì a Placido Domingo II rango e la fama della stella Internazionale del bel canto. Il sospetto è alimentato dalle voci che Levine sia un direttore artistico •antl-italiano. Non nel senso, naturalmente, che è contrarlo a mettere In scena 1 capolavori del nostro teatro Urico: storicamente, 1 beniamini del Metropolitan sono sempre stati e saranno sempre Verdi e Puc¬ cini; Verdi viene rappresentato tre volte, quanto Wagner e Mozart. Levine, o meglio 11 suo entourage, sarebbe ostile agli artisti italiani, 1 tenori soprattutto, e come non avrebbe rinnovato il contratto di Bergonzi, tenore stabile fino a qualche anno fa, cosi non concederebbe adeguato spazio a Pavarottl. Pavarotti stesso, l'anno scorso, ha manifestalo 11 pro¬ prio scontento dichiarando in un'intervista che «al Metropolitan non mi vogliono bene». Non ha però fatto 11 nome di Levine, ed è stato cavalleresco nel confronti di Domingo. In realtà, una certa discordanza tra il trattamer.*^ riservatogli dal teatro e l'entuslastica accoglienza trlhutatagll dal pubblico esiste. Il Metropolitan ha fornito veicoli meno eccitanti al nostro tenore che a Domingo: e la critica, "he udesso e legata, lnvc« '■< seuollnearlo e stata spess. tiepida verso l'uomo che i. 'Accolto ì eredità di Caruso. Nonostante l'assenza di Pavaroi'.l e le polemiche, la lirica e I cintanti italiani non manci ."-ann nella stagione del Metropc- tan. Figurano In cartcllor. . nella prima metà, le opere più popolari di Verdi e di Puccini: Rigoletto, con la Devia e Cappuccini, e Ani». con un altro formidabile trio, la Price, la Cossotlo e McCrackcn: la Bohème, di nuovo con Placido Domingo, e la Manon Lescaut con Katla Ricciarelli. C'è persino // barbiere di Siviglia di Rossini: ma l'aspettativa è tutta per Simon Boccanegra, latitarne dal Metropolitan per un decennio. Il tempio della lirica degli Stati Uniti attinge apertamente alla Scala, come ha dimostrato con l'Emani, dove l'anno scorso ha collezionato un cast degno dell'edizione scaligera: Pavarottl — guarda un po' — Raimondi e Mllnes. Farà lo stesso col Simon Boccanegra, affidato alla Tomowa Slntow. a Moldovenau, a MUnes e a Plishka. Dopo l'Otello, è II lavoro che ha registrato per primo il tutto esaurito: già adesso non si trovano più biglietti. Diverrà probabilmente uno del piatti forti del Metropolitan, come Emani appunto e Don Cario prima ancora. Un'ultima annotazione. Levine e II suo entourage, quasi a smentire le dicerie, hanno fatto ricorso agli artisti italiani anche per 1 compositori stranieri. Due esempi: nella dementa di Tito di Mozart vi sarà la Scotto, anche lei una delle regine del teatro, e In Coti fan tutte, sempre di Mozart, la Devia, forse l'astro nascente di New York. Nel secondo quadrimestre non muterà molto: la lingua del Metropolitan, Domingo a parte, resterà l'Italiano. 1 «etano Pavarotti diserterà il Metropolitan, almeno nella prima metà della Magione. Placido Domingo la aprirà con il «Uthe ngrin»: un ruolo che i81 si addice particolarmente

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