De Gaulle in «guerra fredda» con l'Italia

De Gaulle in «guerra fredda» con l'Italia UNA PAGINA POCO NOTA DELL'ULTIMO CONFLITTO MONDIALE De Gaulle in «guerra fredda» con l'Italia Disse o non disse il gen. De Oaullc che Mussolini era stato un grand'uomo? I,» risposili potrebbe essere di un certo interesse per comprendere meglio l'uomo e la sua politica nei confronti del nostro Paese. Il primo luglio del 1944 egli ebbe a Salerno un lungo colloquio con il segretario generale del nostro ministero degli Esteri, Renalo Prunos. Secondo quanto si legge nel resoconto di quest'ultimo. De Oaullc avrebbe detto- -Mussolini était certainement un grand homme, et meme un tris grand homme..-. Parole evldcnlcmcnic Inispettoec della realtà storica e che Invano si cercherebbero negli altri .sentii di De Oaullc. Ma che dimostrerebbero In lui quell'assenza di astio e di spirilo vendicativo prevalenti Invece nel Comitato francese di Algeri. Che De Oaulle si sia espresso -nel senso sopra riportato, pare che non vi siano dubbi. L'ambasciatore Aldo Maria Mazio, che era allora un giovane collaboratore di Prunas, mi ha assicurato che quest'ultimo usci dal colloquio vivamente Impressionato, tra l'altro, dalle parole delle su Mussolini. Nei corso dello stesso colloquio, (he insinui il prin.ii con tallo con la nuova Italia. De Oaulle avrebbe af icrinato con energia -che la Francia non ha da far valere aspirazioni territoriali dt alcun genere al danni dell'Italia. Affermazione che non si trova nelle memorie di De Oaulle. che anzi più tardi la contraddisse. A mio parere. l'i iiniis sottovalutò alcune argomentazioni del colloquio. Ad esemplo che le parole su Mussolini potevano essere un modo per saggiare l'atteggiamento dello stesso Prunas. ch'era slato Incaricato d'affari a Parigi sino al 1939. Inoltre che li diniego di rivendicazioni ai danni dell'Italia non escludeva nC reltitiche di frontiera ne l'appoggio francese alle rivendicazioni di altri Paesi: Jugoslavia, Orecla ed Austria Infine non apprezzò I' intensità dcll'irrllazlonc di De Oaullc contro gli alleali per l'esclusione della Francia dall'armistizio con l'Italia. UmilicLzione DI queste prgomcnlazionl. l'ultima fu quella che influì maggiormente su De Oaulle. L'esclusione non era soltanto una umiliazione per la Francia, ma anche sua e per il Comitato di Liberazione di Algeri, che veniva saltalo da un implicito riconoscimento da parie anglo-americana. Da quel momento, nel disegni gollisti l'Italia divento, oltre tutto, lo strumento per la rivalutazione della Francia nel confronti degli alleali. Le conseguenze furono subilo evidenti: disconoscimento della •cobelligeranza- Italiana, disarmo del soldati italiani in Corsica, clic pure avevano collaboralo valorosamente alla cacciala dei tedeschi, internamento degli italiani nella Francia metropolitana. Ivi compresi i p.iiiiglani piemontesi espatriali, e tante altre misure da «guerra fredda» dirette a dimostrare che il comportamento francese era necessariamente diverso da quello anglo-nnicrleaiiii. dal momento che la Francia non aveva partecipalo alla conclusione dell'armistizio, e pertanto era ancora •tecnicamente- in guerra con l'IUlla. Anche per questo, lo sforzo bellico francese nella campagna d'Italia fu portalo al massimo possibile: quattro divisioni, di cui tre •marocchine», al comando del gen. Juln. Esse scrissero pagine di grande valore, tra cui la rottura del fronte di Cassino e la conquista dell'Isola d'Elba. Per un cerio tempo Juln ebbe al suol ordini un corpo italiano, e la fratcmlzzazlonc tra i militari del due Paesi fu inevitabile, ma non piacque al gen. De Oaulle. In sostanza la politica italiana di De Oaulle fu vista come un modo per riproporre Il Comitato di Algeri — che Incontrava nella Francia metropolitana non poche riserve — come un vero e proprio governo di cui gli anglo-americani, e non solo l'Italia, avrebbero dovuto tener conto. Cosi Si spiega il tentativo gollista di occupare militar¬ mente il Piemonte, di cui abbiamo già parlato su queste colonne e che fu sventalo grazie ad un energico intervento del presidente Tramati. Se De Oaulle fosse riuscito nell'intento avrebbe ottenuto |>cr la Francia lo status di ilarità formale con gli alleati. Le frontiere In sostanza l'Italia era uno scopo, ma anche un falso scolio della politica gollista, come stanno a dimostrarlo I' abbandono da parte del generale del programma di una • pace punitiva» approntato dal Comitato di Algeri, ed il desiderio da lui espresso a Sforza, sin dall'ottobre 1943. di un inserimento dell'Italia Insieme con la Francia in un • Raggruppamento di popoli latini e mediterranei-, in funzione autonoma rispetto ai grandi dell'Est e dell' Ovest... .Uscii da lui — annotò Sforza — pieno di fiducia per quello che mi stava più a cuore: un Intesa fra la Francia e l'Italia che diventerebbe un esempio ed una guida per gli altri popoli europei-. Rimane da chiedersi perche Il gen. De Oaulle abbia imi tanto Insistito per ottenere le famose rettifiche di frontiera, tra cui Briga e Tenda Di fronte al silenzio, spesso enigmatico, del generale, solo delle ipotesi sono possibili. E* noto che lo 8tato Maggiore francese aveva avanzato, per le solile ragioni di sicurezza, mal cosi assurde eoine in queslo caso, vari piani con richieste assai piU ampie: Val d'Aosta Susa, Bàrdonecchio, Plncrolo, Vcnllmiglia... Per converso i'altcgglamcnlo del Qual d'Orsay era l'opposto: evitare qualsiasi rivendicazione nei confronti dell'itali», in vista della futura collaborazione tra i due Paesi. Ed allora? Durante I colloqui che ebbe con 11 gen. De Oaulle, e sul quali riferì con dei rapporti bellissimi. Il nostro rappresentante a Parigi, Saragat, cercò Invano di far recedere ti generale dalle richieste, ottenendo una risposta, questa si mussolintona: • Cosa sarebbe avvenuto di noi — disse De Oaullc — se fossimo stati vinti?.. L'Ipotesi più probabile, ed anche la più rispondente alla documentazione sinorti esplorata, e quella che vede 11 generale In funzione di mediatore tra lo Stato Maggiore ed U Qua! d'Orsay. Non si deve dimenticare che Vestabllshment militare appariva •golllsta> solo in misura piuttosto modesta. Accettarne alcune richieste era un modo iM-r accattivarselo. Cosi l'Italia divenne, per la Francia, lo strumento di una sua r••valutazione nel confronti degli alleati e. per De Oaulle. un mezzo per rafforzare il suo prestigio all'interno. Etnico Serra